Ni una mas: la nuova serie Netflix è basata su una storia vera?
La nuova serie spagnola è ispirata a una storia vera?
Ni una mas è la nuova serie Netflix spagnola che sta conquistando il pubblico della piattaforma al punto che, al momento in cui scriviamo, occupa il primo posto nella classifica degli show più visti in Italia. Con protagonista Nicole Wallace, Ni una mas, basata sull’omonimo romanzo di Miguel Sáz Carral, racconta una storia drammatica e tristemente attuale, con al centro un racconto che trova fin troppo spesso riscontro nella cronaca. Ma quanto c’è di vero nella serie Netflix? Ni una mas è basata su una storia vera?
La trama di Ni una mas
La diciassettenne Alma (Nicole Wallace) è sul punto di finire le superiori insieme alle sue due amiche del cuore Greta (Clara Galle) e Nata (Aïcha Villaverde). Le tre si conoscono sin da piccolissime e hanno sempre condiviso tutto, ma la situazione cambia quando Alma denuncia la presenza di uno stupratore all’interno della scuola. Viene a conoscenza del fatto da Berta (Teresa De Mera), sua ex compagna di scuola che le rivela di essere stata molestata da un professore di storia. Da quel momento cambia tutto: le sue amicizie, l’opinione che gli studenti hanno di lei e persino il suo futuro scolastico. Ma Alma è ben determinata ad andare avanti e far sentire la propria voce. Tramite un falso profilo social che chiama @Iam_colemanmiller, alma denuncia gli abusi di Berta. Ma cosa è accaduto veramente?
Ni una mas è una storia vera?
Questa la trama di Ni una mas, ma quanto c’è di vero nella storia raccontata? La serie Netflix non è ispirata a una storia vera nel senso stretto, i personaggi e gli eventi narrati sono frutto di finzione, ma vi sono alcuni elementi ispirati a fatti realmente accaduti. Il nome del falso account social creato da Alma è basato dai cognomi di due donne reali: Daisy Coleman e Chanel Miller. Daisy Coleman ha dichiarato pubblicamente di essere stata vittima di violenza sessuale e la sua vicenda è stata raccontata in un’altra serie Netflix dal titolo Audrey & Daisy. Coleman ha denunciato di essere stata violentata da un diciassettenne di nome Matthew Barnett durante una festa a Maryville, nel Missouri, quando aveva appena 14 anni (nel 2012). Il caso è stato successivamente archiviato – Barnett ha sempre sostenuto che il rapporto tra i due fosse stato consensuale – e la ragazza ha fondato l’organizzazione no-profit SafeBae, impegnata nella prevenzione e la lotta alle molestie sessuali nei luoghi scolastici. Daisy Coleman si è tolta la vita nel 2020 e soli quattro mesi dopo anche sua madre, Melinda, si è suicidata.
Anche il caso di Chanel Miller ha avuto una grande risonanza mediatica. Nel gennaio del 2015, quando aveva 22 anni, Miller ha subito violenza sessuale durante il party organizzato da una confraternita alla Stanford University da un ragazzo di nome Brock Turner. Turner ha scontato una pena di sei mesi per aver abusato della ragazza mentre si trovava in stato di incoscienza. Dopo i sei mesi di carcere, a Turner è stata concessa la libertà vigilata per un periodo di tre anni. Chanel Miller ha raccontato la sua storia nel memoir Know My Name. [Fonte: RadioTimes]