Oppenheimer, ecco come Christopher Nolan ha ricreato il Trinity Test senza ricorrere alla CGI
Com'è stato creato il Trinity Test in Oppenheimer? Lo spiega il direttore degli effetti visivi Andrew Jackson
Oppenheimer, in arrivo al cinema in Italia il prossimo 23 agosto, è il ritratto teso, doloroso e complesso del padre della bomba atomica, dal lavoro nell’ambito del Progetto Manhattan alle sue conseguenze, collettive e personali. J. Robert Oppenheimer, che nel film di Christopher Nolan è interpretato da Cillian Murphy, è stato il direttore del laboratorio di Los Alamos, la struttura nella quale durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto il controllo dell’esercito statunitense, sono state create armi nucleari con lo scopo di porre fine al conflitto. Sino al Trinity Test, durante il quale è stata effettuata con successo la prima detonazione di un ordigno nucleare. Il Trinity Test è il fulcro di Oppenheimer e sappiamo che Nolan e il suo team non hanno fatto uso di CGI nell’intero film. Ma quindi com’è stato possibile ricreare la detonazione senza ricorrere alla CGI?
150 artisti e 400 elementi pratici per ricreare il Trinity Test, vero e proprio fulcro di Oppenheimer
Il Trinity Test è momento centrale in Oppenheimer, sia in sé e per sé sia per le successive conseguenze a livello politico e morale. L’obiettivo di Christopher Nolan è stato quello di ricreare l’evento nella maniera più realistica possibile. Il regista si è avvalso della collaborazione del direttore degli effetti visivi Andrew Jackson per trovare una soluzione concreta per ricreare l’esplosione e la caratteristica nuvola a fungo senza ricorrere alla CGI. Nolan è sempre stato fermamente convinto che per ricreare il vero senso di stupore misto a orrore dell’evento la soluzione ideale fosse quella più pratica possibile. Nel corso di un’intervista con Indiewire Andrew Jackson è entrato nel dettaglio del lavoro svolto da lui e dal suo team per dar vita al Trinity Test sul grande schermo.
Per ricreare la luce accecante e il bagliore iniziale dell’esplosione, Jackson e il suo team hanno utilizzato benzina, propano, magnesio e polvere di alluminio. “Il grande volume di combustibile in fiamme tende a trasformarsi in una forma a fungo. L’abbiamo posizionato tra la torre che è stata costruita e la telecamera in modo che potesse essere ridimensionato in base alla posizione della telecamera”. L’esplosione è stata ripresa a 48 fotogrammi per secondo con telecamere da 65mm IMAX e Panavision Panaflex System 65 Studio, con dettagli ripresi usando telecamere 35mm a 50 fotogrammi per secondo. “Abbiamo filmato da diverse distanze e poi, in post produzione, abbiamo preso tutti quegli elementi e li abbiamo rallentati in modo che apparissero ancora più grandi di quanto non fossero. Poi li abbiamo sovrapposti uno sopra l’altro in modo da poter ricostruire un evento più grande da altri più piccoli”. Un lavoro che ha richiesto la presenza di un team di più di 150 artisti, 100 inquadrature e oltre 400 elementi pratici.