Orphan: First Kill – trasformare il film in un franchise horror sarebbe un grosso errore
Orphan: First Kill sfrutta il successo di Orphan (2009), creando la possibilità di un altro franchise horror con colpi di scena poco brillanti
Basandosi sul successo e sulle polemiche del suo predecessore, Orphan: First Kill riporta in scena l’assassina Esther per un’altra storia inquietante e orribile, ma sarebbe un errore se diventasse un franchise horror. Il film esplora il suo viaggio in America, poco più di un decennio prima che fosse adottata dai Coleman e che scoprissero fosse una donna estone assassina che si finge una bambina. Il prequel arriva 13 anni dopo l’uscita di Orphan nel 2009, sollevando il sospetto che si stia configurando come franchise horror.
Cosa sappiamo di Orphan: First Kill
Orphan: First Kill vede la 24enne Isabelle Furhman (che interpreta Clove in Hunger Games) riprendere il ruolo di Leena Klammer/Esther; una serial killer con un raro disturbo ormonale che le blocca la crescita, causando nanismo proporzionale. First Kill affronta le origini di “Esther”, mostrando la fuga di Leena da una struttura psichiatrica russa e il suo primo periodo in America. Inizialmente motivata dal furto, la donna si infiltra nella vita degli Albright fingendo di essere la loro figlia perduta, come mezzo per raggiungere un fine.
Ma col passare del tempo, Leena/Esther coltiva una predilezione per il patriarca Allen Albright (Rossif Sutherland), che la spinge a sedurlo nella speranza di soddisfare i suoi bisogni. Simile alla premessa del film originale, Esther si propone di eliminare gli Albright per avere Allen per se, ma Tricia Albright (Julia Stiles) non si fermerà davanti a nulla per proteggere la sua famiglia.
Perchè non sarebbe servito un sequel al successo del 2009 ?
Sebbene Esther sia un villain allettante da guardare sullo schermo, Orphan non aveva bisogno di un film successivo per accertarne la grandezza. L’uso di First Kill come gateway per un altro franchise, mette a rischio la qualità dei film futuri, specialmente con il modus operandi di Esther già consolidato. È una premessa fantastica, ma che diventerà stantia se usata ripetutamente. In generale, i film horror si basano su mistero, suspense e colpi di scena per raccogliere la risposta desiderata dal pubblico.
Tuttavia, l’espansione in un universo horror completo, minaccia trame stereotipate che si trasformano in narrazioni ripetitive. The Conjuring Universe, uno dei più grandi franchise del settore, è colpevole di questo. Sebbene abbia molti successi al botteghino, come The Nun e Annabelle, il franchise di The Conjuring è vittima di risoluzioni estremamente prevedibili e fa molto affidamento su jumpscare che mancano di impatto.
Altri franchise horror non sono immuni da questo disturbo; The Purge, Saw e Paranormal Activity hanno tutti sofferto della stessa strategia. Orphan: First Kill cerca di riconquistare l’interesse e il clamore del suo predecessore, ma mette a repentaglio l’integrità del personaggio di Esther, fornendo una strada per descrivere le sue lotte, umanizzandola.