Roma Film Festival 2017: Intervista a David Lynch – Arte, progetti futuri e curiosità
E da dove vengono le sue idee?
Lynch risponde:
“L’idea prima si sente con i sensi, sale in mente in maniera frammentaria e mentre si scrive con le parole l’idea torna nella sua totalità. Il lavoro consiste nel tradurre l’idea in cinema”. La fase di scrittura quindi, dice Lynch, è come se fosse un lungo rompicapo in cui si mettono insieme i vari frammenti di idea.”
Essenziale a nutrire la creatività, per David Lynch è la meditazione trascendentale che pratica dal 1973. Egli afferma che grazie alla meditazione si riesce a eliminare dal nostro interno lo stress e la negatività che sono elementi che limitano molto la creatività, soffocandola. Per Lynch ognuno può avere un’ispirazione e grazie alla meditazione l’illuminazione può essere sprigionata. E’ importante quindi essere felici e stare bene con se stessi, prosegue, egli parla di un paradiso che deve essere trovato dentro di noi, che tutti hanno e che accomuna tutti gli esseri umani:
“Gli esseri umani sono creature meravigliose”.
In David Lynch sembra essere essenziale l’indagine interiore, solo dopo aver capito i vari aspetti della vita o di se stessi infatti si potrà essere in grado di descriverli.
“Io credo che, se un artista desidera che arrivi da lui una donna con un piatto di zuppa calda e che magari si fermi per la notte e poi questa donna non arriva, l’ultima cosa a cui l’artista pensa è mettersi a scrivere. La sofferenza non è necessaria all’arte, basta che l’artista la capisca e la sappia descrivere. Le persone a volte sono così depresse che non riescono nemmeno ad alzarsi dal letto, figuriamoci a inventare cose. Per me le persone dovrebbero semplicemente essere felici, dobbiamo godere del ‘fare’ e avere buoni rapporti con gli altri.”
Ecco perché alla domanda “Cosa prova quando lavora a un suo progetto?” risponde:
“Godimento. E’ come se avvenisse una pulizia dal di dentro”.
Per lui infatti il processo creativo è come se fosse una spazzola che spazza via la negatività da cui sorgerà l’idea. Lavorare per David Lynch significa amare quello che si fa, per questo dice anche:
“Molti filmmaker lavorano per soldi, io per amore”.
Si riferisce ai numerosi reboot in uscita recentemente e al mondo del cinema contemporaneo in generale verso cui prova una certa preoccupazione. Il regista non parla solo del modo in cui certi registi concepiscono il lavoro, ma anche della bassa quantità di giovani che vanno al cinema o di quanto poco si parli di cinema rispetto a prima. Ecco perché Lynch prova molta simpatia per la serialità televisiva (afferma di essere fan di Mad Men e Breaking Bed).
“La televisione via cavo – dice – permette molta libertà all’artista a livello della costruzione e continuazione di una narrazione, a discapito però della bassa qualità dell’immagine e del suono.”
Durante l’incontro con il pubblico viene chiesto a David Lynch cosa ne pensasse dell’alta qualità rispetto alla pellicola. Egli risponde dicendo che:
“La pellicola è bellissima ma è sottoposta a deterioramenti. Il digitale invece – continua – si sta avvicinando alla sensibilità della pellicola e in più si può lavorarci sopra, si può manipolare come avviene in pittura.”
Infine si parla di cosa ha ispirato David Lynch. Tra i registi ci sono Fellini, con 81/2 e Billy Wilder, con il suo film Sunset Boulevard, di cui Lynch fa omaggio con il suo Mulhollan Dr.
Il film di Wilder viene da Lynch definito come:
“Un film triste, che parla di sogni non realizzati”.
Elogia inoltre di Wilder il suo senso dei luoghi che rimandano all’età dell’oro e quindi ai sogni che si realizzano. Desideri e sogni che nel film non si avvereranno mai.