The Imitation Game: la storia vera del film con Benedict Cumberbatch
La vera storia di Alan Turing il matematico che ha ispirato il film
The Imitation Game è un film del 2014 basato sulla storia del matematico Alan Turing. Tra i protagonisti ci sono Benedict Cumberbatch nei panni del matematico, Keira Knightley, Matthew Goode, Marc Strong e Charles Dance. La pellicola è un’autobiografia basata sul romanzo 1983 “Alan Turing. Una biografia” di Andrew Hodges ed è stata diretta da Morten Tyldum. Questa sera The Imitation Game andrà in onda su Nove alle 21:25. Ha riscosso un notevole successo agli Oscar dove è stato candidato per 8 statuette vincendo quella per la miglior sceneggiatura non originale. Scopriamo la storia vera che ha dato ispirazione al film, The Imitation Game!
The Imitation Game: chi era Alan Turing
Alan Turing fu un matematico e crittografo considerato a tutti gli effetti il padre dell’informatica. Negli anni ’30 del 900 grazie ad una macchina di sua invenzione e alla creazione dei concetti di algoritmo e calcolo mentale, creò a tutti gli effetti quella che sarebbe stata la base dei moderni computer. La sua figura è stata poi molto importante anche per le operazioni di intercettazioni e crittoanalisi durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Il film ripercorre a tutti gli effetti questo periodo della vita di Turing, mostrando i primi anni di collaborazione con il governo e l’invenzione della macchina che è riuscita ad intercettare i messaggi cifrati, che verrà nominata Bomba. Alan Turing era appassionato fin da giovane del mondo scientifico e al King’s College dell’Università di Cambridge studiò meccanica quantistica, logica e la teoria della probabilità. Fu anche un dei primi a studiare il tema dell’intelligenza artificiale.
Nel 1950 scrisse infatti un articolo in cui introdusse quello che è oggi noto come il test di Turing . Il matematico era sicuro che l’intelligenza artificiale si potesse ottenere seguendo gli schemi del cervello umano. Nel 1951 fu anche eletto membro della Royal Society a Londra. Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale il contributo di Turing e dei suoi colleghi che lavorarono nelle operazioni di crittografia, non venne mai reso noto. In più nel 1952 l’uomo venne arrestato per omosessualità – considerata ancora un reato sebbene in quel periodo si lavorasse per abrogarlo – e nonostante la sua difese gli vennero date due sole scelte: la castrazione chimica o la pena di due anni in carcere. L’assunzione di estrogeni e sicuramente l’umiliazione per un reato che non aveva ragione di esistere, spinsero Turing ad isolarsi sempre di più, fino alla sua morte – per suicidio – nel 1954 quando il suo corpo fu trovato dalla cameriera.