The Killer: lo sceneggiatore del film spiega gli pseudonimi usati dal personaggio di Michael Fassbender
Lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker spiega gli Easter-egg in The Killer che coinvolgono i numerosi alias dell'assassino protagonista
Il creatore della trama di The Killer, Andrew Kevin Walker, espone le curiosità legate agli pseudonimi nel film. Diretto da David Fincher, il film ha ottenuto un notevole successo su Netflix fin dal suo debutto la scorsa settimana. La trama ruota attorno a Michael Fassbender nel ruolo di un assassino privo di nome, ma che utilizza diversi alias nel corso della storia, tutti ispirati ai personaggi di vecchie sitcom.
In una recente intervista con Entertainment Weekly (EW), Walker esplora i molteplici pseudonimi dei personaggi della sitcom di Fassbender, tra cui Oscar Madison (de La strana coppia) e Archibald Bunker (di All in the Family). Walker spiega che, consapevole della necessità che l’assassino utilizzasse più volte nomi falsi per identificarsi, ha scelto di variarli affinché “non fosse lo stesso nome ogni volta, perché, pur essendo un alias, alla fine diventa il suo nome“. Pertanto, ha ritenuto sensato mescolare la serie di nomi adoperati ogni volta. Walker condivide ulteriori dettagli sugli alias durante l’intervista:
“Fincher, con tutto il merito e la sua genialità, si è assicurato di renderli davvero interessanti. Nella mia versione originale, erano solo cognomi, ma nel film, si è assicurato che si vedesse e sentisse non solo i cognomi, ma anche i nomi completi. Una delle mie idee preferite riguardo a questo film è che ci saranno persone di vent’anni sedute accanto a persone di cinquant’anni, e il ventenne si chiederà: ‘Perché diavolo questa persona ride ogni 10 o 15 minuti?'”
Perché è meglio che l’assassino di Michael Fassbender rimanga un mistero per il senso di The Killer
Fin dai primi istanti del film, il pubblico apprende che il sicario interpretato da Michael Fassbender ha raggiunto l’eccellenza e ha sopravvissuto nel suo mestiere grazie a rigorosi principi guida. Il monologo interiore del Killer, freddo e distante, lo presenta come quasi inumano nel suo approccio al lavoro e alla vita. Tuttavia, nel corso della trama, questa maschera si dissolve gradualmente, e nonostante le affermazioni sulla mancanza di empatia, diventa evidente che il personaggio ha abbandonato le sue regole. La voce fuori campo si trasforma essenzialmente in quella di un narratore non affidabile.
La forza della storia di The Killer risiede in gran parte nel fatto che è raccontata principalmente dal punto di vista del personaggio di Fassbender. Il film evita approfondimenti sulla sua vita personale, mantenendo un mistero che contribuisce all’affascinante studio del personaggio. La missione singolare del protagonista e il suo costante monologo interiore forniscono tutte le informazioni necessarie, rendendo superflue ulteriori indagini.
È importante riconoscere che questo approccio non ha incontrato il favore di tutti. Nonostante l’alto punteggio dell’86% su Rotten Tomatoes, una critica ricorrente è che la freddezza e la calcolatezza del film possono privare l’esperienza di una connessione emotiva. Tuttavia, la popolarità del film suggerisce che, almeno per molti, The Killer si presenta come un ritratto intrigante di un individuo veramente unico.