Una giusta causa: la trama e la storia vera del film in onda su Rai Uno in occasione della Festa della Donna
Una giusta causa, in onda oggi in prima serata su Rai Uno
Una giusta causa è il film che Rai Uno sceglie per celebrare, in prima serata oggi martedì 8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. La pellicola ha per protagonista Felicity Jones (La teoria del tutto), insieme ad Armie Hammer, Justin Theroux, Sam Waterston e Kathy Bates e racconta la vera storia di Ruth Bader Ginsburg, vera e propria icona femminista e donna che è stata simbolo dell’America contemporanea. Ruth Bader Ginsburg (New York, 15 marzo 1933 – Washington, 18 settembre 2020) è a tutt’oggi una delle sole cinque donne ad aver fatto parte della Corte Suprema. Per la precisione, la seconda, dopo Sandra Day O’Connor. La nomina a giudice della Corte Suprema statunitense arriva nel 1993, sotto la presidenza Clinton. Nel corso della sua vita e della sua carriera si è battuta per i diritti delle minoranze e delle donne, promuovendo l’uguaglianza di genere. Vediamo qui di seguito la trama del film e la storia vera dietro Una giusta causa, in onda oggi alle 21.25 su Rai Uno.
Prima di passare alla vera storia di Ruth Bader Ginsburg, vediamo la trama di Una giusta causa, film del 2018 diretto da Mimi Leder. Siamo a metà degli anni Cinquanta e Ruth Bader Ginsburg (Felicity Jones) è una delle appena otto donne ammesse alla facoltà di Giurisprudenza della prestigiosa Università di Harvard. Prosegue gli studi presso la Columbia University dove si laurea nel 1959. Ottiene brillanti risultati ma fatica enormemente a trovare lavoro presso uno studio legale per il solo fatto di essere donna. Trova occupazione come insegnante presso la Rutger Law School. Nel 1970, sostenuta dall’avvocato progressista Dorothy Kenyon (Kathy Bates), Ruth apre un processo per discriminazione di genere, riuscendo a vincerlo e creando un importantissimo precedente nella storia legale americana.
La vera storia di Ruth Bader Ginsburg – Una giusta causa, in onda questa sera su Rai Uno
Ruth Bader Ginsburg nasce a New York da una coppia di ebrei immigrati da Odessa, Ucraina. Si laurea in Diritto col massimo dei voti alla Cornell University ed entra ad Harvard con una borsa di studio. Lì si sente rivolgere l’accusa di aver – insieme alle altre colleghe accettate nel prestigioso ateneo – sottratto il posto a un uomo. Nonostante un curriculum studiorum eccellente, non riesce ad entrare immediatamente in uno studio legale perché, come raccontato da lei stessa alla BBC, “ebrea, donna e madre”. Accetta di insegnare in una piccola università e, da volontaria, si occupa della difesa dei più discriminati. Ed è da qui che comincia una lunghissima lotta che la vede schierata come avvocato dei diritti civili in materia di discriminazioni e tutela delle minoranze di ogni tipo.
Si schiera apertamente a favore della legge sull’interruzione di gravidanza e del matrimonio tra omosessuali, entrando in conflitto con la Corte Suprema e col collega cattolico e conservatore Antonin Scalia. Nel 1980 il Presidente Jimmy Carter la nomina giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti d’America per il Distretto di Columbia e ricopre questa carica fino a quando Bill Clinton, nel 1993, la nomina presso la Corte Suprema. Ruth Bader Ginsburg muore il 18 settembre del 2020 dopo anni di lunga malattia.