50 e 50: recensione del film con Joseph Gordon-Levitt

Ecco la nostra recensione della commedia dai toni drammatici con Joseph Gordon-Levitt: 50 e 50

Diretto da Jonathan Levine, con Joseph Gordon-Levitt50 e 50 è una pellicola uscita in sala nel 2012. Il film è stato distribuito nelle sale statunitensi dalla Summit Entertainment, mentre in Italia è stato presentato alla 29a edizione del Torino Film Festival. Inoltre, 50 e 50 ha vinto il premio di miglior sceneggiatura originale al National Board of Review Awards 2011 e miglior sceneggiatura d’esordio all’Indipendent Spirit Awards 2012.

La pellicola è ispirata alla vita di Will Reiser, anche sceneggiatore del film. Il titolo del film, in un primo momento, era I’m with cancer, che poi è stato cambiato in Live with It. La produzione è arrivata, poi, alla decisione definitiva con 50 e 50. Il ruolo da protagonista all’inizio era di James McAvoy, che poi ha dovuto rinunciare per motivi personali, ed è subentrato Joseph Gordon-Levitt.

50 e 50 recensione

50 e 50: recensione

La vita di Adam, interpretato da Joseph Gordon-Levitt, viene stravolta da una notizia assai grave: gli viene diagnosticato un cancro alla colonna vertebrale. L’attraente fidanzata, alias Bryce Dallas, ed il migliore amico Kyle – Seth Rogen – non bastano ad alleviare il malessere che colpisce il ventisettenne. Di lì in poi, i giorni sembreranno scorrere tutti allo stesso modo, tra controlli dei medici ed eventi che non riescono affatto a cambiare il corso della storia. La relazione con Rachel prenderà una brutta piega ed alcuni rapporti faticheranno a consolidarsi.

Il titolo della pellicola fa riferimento ad una scena in cui Adam, dopo essersi documentato sul web, scopre che le sue reali probabilità di sopravvivenza sono del 50%.

50 e 50: L’approccio brillante di Levine

Jonathan Levine sceglie di adottare un punto di vista assai originale per raccontare un tema delicato. Servirsi, quindi, di un approccio brillante alla sofferenza. La malattia, nella fattispecie il cancro, viene sempre analizzata con una certa drammaticità, se non altro dal cinema commerciale. Il cinema indipendente, invece, a cui appartiene 50 e 50, può permettersi di andare in una direzione altra. Il film di Levine omette i momenti più delicati, sin da quando Adam deve narrare la notizia al migliore amico e alla fidanzata. La pellicola oscura il problema in sé, ironizzando. Emblematica è la scena in cui il protagonista esce dalla sala dell’ospedale completamente sotto effetto d’erba: le persone sofferenti o i pazienti sui lettini sono offuscati dal regista Levine, così come lo è tutto il resto intorno ad Adam. Agli occhi dello spettatore rimane solo la sua faccia noncurante di ciò che potrebbe toglierli la cosa più preziosa che ha, la vita.

Il problema di 50 e 50 risiede proprio nell’approccio che vuole avere. Lo spunto narrativo, dal carattere brillante, è anche interessante, ma deve essere sostenuto nell’intero arco narrativo. Il film, invece, non sa minimamente quale direzione prendere e non trova un vero e proprio focus. O meglio, potremmo dire che durante il primo atto assistiamo sostanzialmente ad una commedia, ad una storia che non si vuole prendere sul serio. Successivamente, arriverà il dramma.

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50 e 50: Una pellicola riuscita male

Ma si può giocare su un qualcosa di così potentemente drammatico? Probabilmente si, ma bisogna avere il coraggio di osare. Di raccontare qualcosa. L’universo finzionale che il film crea fino alla prima ora, invece, non riesce a scadere di fronte alla reale paura della morte, che sarebbe giustificata in un mondo con una parvenza di realtà. Un mondo in cui la sofferenza può realmente essere tale, e non un qualcosa su cui ironizzare. Altrimenti perde di credibilità.

Riuscire nell’intento di utilizzare una chiave farsesca per raccontare la storia di un malato di cancro è assai complicato. E la pellicola lo dimostra in pieno. Inoltre, Adam non ha persone valide intorno a lui: la madre reagisce senza senso, il padre è malato di alzheimer e la sua ragazza si trova, sentimentalmente, molto distante da lui. Assistiamo ad una serie di rapporti, che egli ha con i suoi affetti, poco definiti. La pellicola manca di un vero turning point, non succede quasi nulla fino all’atto finale, peraltro assai prevedibile. In conclusione, quello che arriva è che Levine, con 50 e 50, non ha voluto raccontare nulla.

50 e 50: recensione

Voto - 4

4

Lati negativi

  • Mancanza di un focus narrativo e di un carattere definito
  • Jonathan Levine non ha voluto raccontare nulla

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