7 sconosciuti a El Royale: recensione del film di Drew Goddard
7 sconosciuti a El Royale, la recensione del nuovo fiammeggiante movie di Drew Goddard
7 sconosciuti a El Royale recensione. Lo sceneggiatore e regista Drew Goddard (Quella casa nel bosco) torna al cinema con la sua nuova creatura 7 sconosciuti a El Royale (Bad times at the El Royale). Sette personaggi dal passato misterioso ed oscuro si incontrano casualmente nel resort di confine El Royale. Dietro la loro apparente aria innocente c’è molto di più di quello che sostengono di essere. In una notte tempestosa le storie e i passati dei vari avventori si intrecciano formando una miscela esplosiva pronta ad esplodere nel presente.
Scritto e diretto da Drew Goddard 7 sconosciuti a El Royale è un thriller dai toni noir, con una storia che ci ricorda molto quella di Hateful Eight di Quentin Tarantino. Il film si avvale di un buon cast, tra i vari nomi si distinguono quelli di Jeff Bridges e Chris Hemsworth (anche Dakota Johnson). Se siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo noi di Filmpost.it dell’ultima fatica di Goddard non vi resta che mettervi comodi e leggera la nostra recensione di 7 sconosciuti a El Royale.
7 sconosciuti a El Royale: recensione
Gennaio 1969, le strade di sette personaggi si incrociano casualmente una notte ad El Royale, un resort costruito sopra il confine che separa il Nevada dalla California. Ognuno di loro ha un misterioso passato alle spalle, tenuto ben nascosto agli occhi degli altri. Tra false identità e giochi di spionaggio qualcuno non è chi afferma di essere. In una notte tempestosa la verità inizia a venire a galla e ognuno sarà costretto a fare i conti con il proprio passato.
7 sconosciuti a El Royale: analisi del film
Quello che caratterizza un film come 7 sconosciuti a El Royale è che non esiste un vero e proprio protagonista, non c’è un’allegorica distinzione tra bene e male. Le storie, gli intenti e la morale di ciascun personaggio sono oscuri e misteriosi… Non ci sono contorni netti e definiti solo tante sfumature e gradazioni. Niente è come appare, niente è quello che sembra. Ambientato in un’unica location (ma non un’unica stanza). 7 sconosciuti a El Royale è un film elettrizzante con un ritmo veramente sostenuto che vi terrà incollati alla poltrona dall’inizio alla fine, grazie anche alla suspence, all’azione e a numerosi colpi di scena.
I personaggi sono ben caratterizzati e bilanciati tra loro, non ci sono presenze totalizzanti che rubano tutta l’attenzione del pubblico, non c’è un protagonista ed un solo punto di vista. Ogni attore è all’altezza del ruolo in cui è stato calato e la recitazione è sicuramente un altro punto forte del film.
La regia di Drew Goddard è attenta al dettaglio e ci regala continui cambi di inquadratura dinamici, jumpscares, claustrofobici punti di ripresa dal basso verso l’alto, giochi di riflessi e specchi, contrasti tra luci fredde e calde. Funzionali ad aumentare l’alone di tensione e mistero sono le numerose scene tagliate da un contrastante gioco di luci ed ombre dove ci vengono mostrate silhouette, o volti completamente oscurati o illuminati parzialmente da una lama di luce.
La regia e la fotografia sono estremamente efficienti nell’accrescere la tensione ed il mistero alimentando. Nella mente dello spettatore si accresce sempre di più quella velata sensazione che tutto finisca nel sangue. Diverse le scene degne di nota, a partire dalla bellissima sequenza in apertura del film. Funzionale al ritmo e allo svolgimento della sceneggiatura un montaggio veramente ben studiato.
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Abbiamo ritrovato diversi punti in comune con il cinema tarantiniano. La somiglianza tra i due registi parte con la scelta tecnica di girare in pellicola che restituisce quel look retrò assieme a una grana e colori assolutamente non ottenibili con il digitale. La trama ha delle chiare analogie con The Hateful Eight, sebbene con uno stile registico e narrativo differente. Mentre Tarantino favorisce più l’azione ed il momento presente Goddard è più interessato alla caratterizzazione e definizione di ogni personaggio delineandone carattere, ambizioni ed una storia passata.
Estremamente azzeccata la scelta della colonna sonora con tracce audio stile anni ’60-70, tendenzialmente stridenti e contrastanti con le immagini che vengono fatte scorrere su grande schermo. Questo “bel contrasto audio/video” caratterizza proprio le scene più memorabili della pellicola di Goddard.
La parte che ci ha meno entusiasmato è quella finale che trascina il film un po’ troppo per le lunghe con una sceneggiatura che sembra un perdere il filo logico. L’attenzione che viene data ad ogni personaggio finisce per non farci mai vivere appieno le storie di nessuno dei protagonisti. Nonostante ci sia un chiaro tentativo di farci avvicinare empaticamente ai vari protagonisti siamo rimasti sempre un po’ troppo distanti, senza essere troppo emotivamente coinvolti dalle storie di nessuno sebbene tutti siano ben caratterizzati e “raccontati”. Questo è sicuramente l’aspetto più penalizzante di un film che aveva tutte le carte in regola per lasciare un segno indelebile nel cinema moderno.
7 sconosciuti a El Royale: recensione – Conclusioni
7 sconosciuti a El Royale è come un giocattolo per adulti, difficile da montare ma estremamente divertente e coinvolgente. Presenta diversi spunti innovativi dal punto di vista della regia e ci sono alcune scene sicuramente memorabili. E’ uno di quei film non ben classificabile in un unico genere sebbene tensione, mistero e suspence siano gli elementi in assoluto più caratteristici. A primo impatto il film ci è sembrato veramente divertente e valido. Ne consigliamo pertanto la visione.
7 Sconosciuti a El Royale
7,5 - 7.5
7.5
The Good
- regia e fotografia
- personaggi e recitazione
- scenografia
- suspence- mistero, divertimento e azione
The Bad
- La trama si perde
- emotivamente poco coinvolgente