A Christmas Carol: recensione del film di Natale
Di seguito vi proponiamo la recensione di un ormai classico natalizio: A Christmas Carol di Robert Zemeckis
Di film sul Natale, ce ne sono a decine. Oggi abbiamo deciso di parlarvi di uno dei più riusciti: A Christmas Carol. Il film è un adattamento del romanzo “Canto di Natale” di Charles Dickens del 1843, sicuramente una delle storie di Natale più antiche e commoventi di tutti i tempi.
A dirigere “A Christmas Carol” è Robert Zemeckis che torna nel 2009, dopo il suo Polar Express del 2004. La produzione è affidata alla Walt Disney Pictures e dalla ImageMovers Digital. Il film è girato in CGI utilizzando la tecnica della performance capture. A vestire i panni del protagonista è Jim Carrey che, però, non si limita ad interpretare il vecchio taccagno Ebenezer Scrooge ma presta il volto anche ai tre spiriti presenti nella storia di Dickens. Il socio Bob Cratchit ha, invece, le sembianze di Gary Oldman e il nipote Fred quelle di Colin Firth. A completare il cast, troviamo Bob Hoskins e Robin Wright. Ecco a voi la recensione di A Christmas Carol.
A Christmas Carol: trama e recensione
Come già detto, il film riprende la storia del famoso Canto di Natale di Charles Dickens che ruota attorno alla figura di Ebenezer Scrooge, un ricco, anziano e scorbutico taccagno. La sera della Vigilia di Natale, riceve la visita di Jacob Marley, suo socio in affari morto sette anni prima. Marley gli comunica la visita prossima di tre spiriti: lo Spirito del Natale Passato, Presente e Futuro. Scrooge capirà, quindi, i suoi sbagli e cambierà il suo atteggiamento egoista.
Senza ombra di dubbio, la potenza di A Christmas Carol è nella storia. Una storia che trascende tempo e spazio. Una storia universale. Tutti la conoscono e tutti la amano. Ma… cos’ha di diverso il film di Zemeckis? Sicuramente la tecnica utilizzata, che risulta vincente. Ma A Christmas Carol può essere definito un film d’animazione? Certamente si, ma le atmosfere quasi da “horror” che pervadono la pellicola potrebbero spingere lo spettatore a collocarlo in un’altra categoria. Sono queste, tuttavia, a risultare particolarmente avvincenti nella resa finale della storia.
A Christmas Carol: una storia eterna
Canto di Natale non è che un viaggio alla ricerca della redenzione intrapreso da Scrooge. Un viaggio alla scoperta, o meglio, riscoperta di sé stesso e alla presa di coscienza di una preziosa lezione di vita che ci ripetono sin da piccoli: la felicità non proviene dai soldi o dalle cose materiali, ma dalle relazioni, dall’amore e la solidarietà con gli altri. La fiaba nata dalla penna di Dickens, in un certo senso, è eterna. Pensiamoci bene: una storia scritta più di 150 anni fa viene raccontata tutt’oggi e continua ad insegnare qualcosa di importante ai bambini, e non solo, di tutto il mondo.
Importante da segnalare è la critica alla società dell’epoca, disegnata da Dickens e trasportata sullo schermo in maniera efficace da Zemeckis, specialmente, in una scena riguardante il Natale Presente (dal vestito dello Spirito escono, infatti, due bambini malconci, i cosiddetti Figli dell’Uomo: L’Ignoranza e La Miseria). Lo Spirito del Natale Presente avverte Ebenezer di guardarsi da loro. Un avvertimento rivolto al protagonista ma anche ai lettori e, sicuramente, significativo per la società dell’epoca come per quella odierna.
A Christmas Carol: la regia di Zemeckis
Tra tutte i romanzi che Zemeckis poteva adattare perché la scelta è ricaduta su Canto di Natale? Come lui stesso ha più volte affermato, la storia scritta da Dickens lo ha da sempre affascinato, specialmente il tema dei viaggi temporali (basti pensare a Ritorno al Futuro). L’adattamento per il grande schermo risulta molto fedele al libro, forse troppo. A parte qualche singola sequenza, in effetti, la mano di Zemeckis si vede poco. Che questa sia una scelta vincente? Non ne siamo del tutto sicuri ma, senza ombra di dubbio, il regista statunitense è riuscito a rendere giustizia ad un capolavoro della letteratura inglese.
Soffermandoci di più sull’aspetto tecnico, l’utilizzo della performance capture dona al film una certa autenticità. Innanzitutto perché questa tecnica permette di accentuare le espressioni del viso, più che essenziali in questo film. Anche questo un punto di forza, in modo particolare grazie alla scelta del protagonista, Jim Carrey, che fa della mimica facciale una sua caratteristica specifica.
A Christmas Carol: conclusioni
In conclusione, A Christmas Carol è probabilmente tra le storie più belle ed educative di Natale. Nonostante il Natale, per ovvi motivi, svolga un ruolo importante ai fini della narrazione, non è il fulcro del film. Il messaggio è il vero protagonista: la redenzione e la riscoperta di sé stessi. Non è quindi una storia rivolta unicamente a bambini, ma adatta a tutte le età e, quindi, come già detto, immortale.
Nonostante alcuni difetti di stile, il film di Zemeckis ci fa entrare nell’atmosfera natalizia e ci spinge, come dichiara Dickens nel suo romanzo, a riflettere. Un personaggio come Scrooge riesce a cambiare, in meglio, solo nel momento in cui viene messo faccia a faccia con la realtà dei fatti. Certamente parliamo di un uomo scorbutico, sgarbato ed egoista, ma cosa non ci dice che forse il film, come il libro, non spinga ognuno di noi a poter migliorare nel proprio piccolo?
A christmas carol
Voto - 8
8
Lati positivi
- la forza della storia
- regia si Zemeckis
Lati negativi
- Forse adattamento troppo lineare