Air – La storia del grande salto: la recensione del film di Ben Affleck con Matt Damon e Viola Davis

Il film sulla storia delle mitiche Nike Air Jordan: una storia vera che appassiona dal primo all'ultimo minuto senza mai calare di interesse e ritmo, complice anche la caratura del cast

Quando abbiamo scoperto che era in produzione un film sulla storia delle mitiche Air Jordan della Nike non volevamo crederci. Ma cosa ci sarà mai da raccontare di così interessante su una scarpa che per quanto leggendaria rimane appunto una scarpa? Il famoso brand dello Swoosh, oggi ritenuto come uno dei marchi più famosi, non se la passava affatto bene negli anni 80 quando rincorreva affannosamente le mitiche Adidas ed All Stars che in America spopolavano tra i campioni NBA. Come vi diremo meglio nella nostra recensione di Air – La storia del grande salto (qui il trailer) fu proprio la partnership con Michael Jordan a cambiare definitivamente le sorti del brand Nike nel settore basket. Una storia che si basa su un grande azzardo più che su una scommessa ma che ci insegna ad essere rivoluzionari nel pensiero e nell’azione se si vogliono veramente cambiare le carte in tavola.

Ben Affleck dirige così un cast capeggiato da Matt Damon nei panni del protagonista Sonny Vaccaro, il visionario manager Nike della sezione basket incaricato di rilanciare il marchio. Nel cast anche Chris Tucker, Viola Davis, Jason Bateman e lo stesso Ben Affleck che interpreta il CEO. Un racconto ben ambientato che ci fa tuffare nelle atmosfere americane degli anni 80 quando Bruce Springsteen cantava Born in the USA e Michael Jordan era ancora una promessa/scommessa NBA. Una storia che ci insegna che una giusta intuizione deve abbattere qualsiasi rischio e sfidare il pronostico avverso di tutti se si vuole riformare un sistema. La nascita delle Air Jordan ha di fatto rivoluzionato il marketing ed ha creato un simbolo che si è inserito nella cultura del tempo fino ai nostri giorni. Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione sul film diretto da Ben Affleck allora proseguita con la lettura della recensione di Air – La storia del grande salto.

Indice:

La trama in breve – Air La storia del grande salto recensione

Sonny Vaccaro è stato assunto come manager della divisione di Basket della Nike. Lo scopo è quello di dare una spinta all’azienda in un campo dove attualmente in America spadroneggiano Adidas e Converse che sono sponsorizzate dai più grandi campioni NBA. D’altronde è sempre stato così: una star che veste un determinato tipo di scarpa detta la moda. Le ambizioni di Sonny Vaccaro sono tali da spingerlo in un azzardo senza eguali. Si è convinto infatti che un astro nascente di nome Michael Jordan dei Bulls scriverà la storia del basket; sarà dunque fondamentale associare la sua immagine a quello dello swoosh Nike. L’impresa è a dir poco disperata; il campione non ha alcun interesse in una eventuale partnership anzi “detesta” talmente tanto il marchio da aver già rifiutato in passato qualsiasi incontro con l’azienda. I suoi favoriti sono Adidas e come seconda scelta Converse. Non si tratta di un qualcosa di personale ma della qualità effettiva di altri marchi nel basket.

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Air – La storia del grande salto. Amazon Studios, Mandalay Pictures, Skydance Media

Sonny è costretto ad un’impresa. Non solo ha un budget verosimilmente limitato rispetto alla concorrenza ma parte svantaggiato proprio per le preferenze di Michael Jordan. Il primo passo è avere un incontro con il campione aggirando il suo ostico agente e mirando invece direttamente ai suoi genitori, in particolare alla madre che sembra influenzare molto le decisioni di Michael. Sonny mette a rischio un’intera carriera oltre che la sua reputazione e quella del suo CEO Phil Knight (Ben Affleck). Aiutato da una squadra improvvisata assieme anche a Howard White (Chris Tucker), Rob Strasser (Jason Bateman) e Peter Moore (Matthew Maher) arriverà a progettare la scarpa più famosa dell’azienda Nike avviando una rivoluzionaria partnership con il campione NBA Michael Jordan.

Breve analisi – Air La storia del grande salto recensione

Il primo problema di una storia drammatica stile docu-film come questa è che bene o male sappiamo tutti come andrà a finire, elemento che potrebbe rompere la magia e la suspense di scena se non equilibrato sapientemente da una sceneggiatura e regia in grado di catturare l’attenzione del pubblico. Le Air Jordan le conosciamo tutti, amanti o meno di questa scarpa. Sono penetrate letteralmente nella nostra cultura dagli anni 80 fino ad oggi attraverso modelli che si sono rinnovati mantenendo il passo con i tempi. Sappiamo dunque che la trattativa di cui si parla nel film è andata per forza di cose a buon fine, non ci serve arrivare al finale per scoprirlo. Eppure la trama è raccontata talmente bene che mentre siamo immersi nel racconto niente ci sembra scontato. Si ha come l’impressione che Sonny Vaccaro potrebbe fallire in qualsiasi momento mandando tutto all’aria. Sonny, personaggio straordinario sulla mezza età, fisico anti-sportivo per eccellenza, vestito sempre in maniera anonima come una persona qualunque. È il personaggio in cui tutti noi ci immedesimiamo perché è una persona comune e semplice che osa sfidare la sorte ed il pronostico di tutti andando ben oltre ogni rischio. Sonny è guidato da un’intuizione ed una passione che non possono non farcelo amare.

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Air – La storia del grande salto. Amazon Studios, Mandalay Pictures, Skydance Media

All’inizio la concorrenza tra Nike e rivali sembra un Davide contro Golia, e sarà tutto nelle sue mani, tremendamente solo in questa lotta impari. Ecco perché siamo tutti dalla sua parte. Sappiamo tutti che le Nike Jordan verranno costruite e vendute ma quello che vogliamo veramente non è tanto che la Nike raggiunga la sua partnership ma che a farlo sia l’uomo in cui empaticamente ci proiettiamo durante la visione del film. Sonny Vaccaro (realmente esistito) è la rivincita dell’uomo qualsiasi che sfida le sorti e i magnati dell’industria di scarpe per realizzare una sua grande intuizione, è l’insegna dell’uomo che distrugge un sistema per rivoluzionarlo, creando un prima ed un dopo, lasciando un segno indelebile nella storia. Air – La storia del grande salto è un omaggio alla famose Air Jordan ma è ancor prima di tutto un racconto che ci insegna a crederci sempre, fidandoci delle proprie intuizioni e che alla base del successo c’è spesso un percorso difficile che in pochi percorrerebbero. Ecco allora che una storia vera che poteva tranquillamente sfociare in un genere simil-documentastico diventa un film drammatico carico di ritmo e tensione.

Just do it 

Forse nessuno sentiva la necessità di un film che raccontasse la storia delle leggendarie Air Jordan ma un racconto così carico di energia e motivazione non dispiace probabilmente a nessuno. Ben Affleck cuce in maniera sartoriale una storia vera che ci appassiona dal primo all’ultimo minuto senza mai calare di interesse e ritmo, complice anche la caratura del cast tra cui Matt Damon. Non bisogna essere necessariamente amanti del marchio Nike, né tantomeno del basket per apprezzare Air – La storia del grande salto. Certo i relativi fans coglieranno qualche sfumatura e citazione in più apprezzando appieno il film, così come per chi ha vissuto quegli anni.

Air è una pellicola adatta praticamente a tutti e che non si rivolge assolutamente ad una nicchia come si potrebbe erroneamente pensare dal titolo. A fine proiezione ne siamo usciti profondamente soddisfatti pur avendo avuto quella sensazione di deja-vu che si ha con film del genere ispirati a storie vere. Infine dobbiamo dire che scorrono fin troppo bene i 112 minuti di girato, perfetti per durata evitando lungaggini che avrebbero spezzato troppo il ritmo della scena. In definitiva consigliamo la visione di Air – La storia del grande salto a tutti, che siate amanti o meno del celebre marchio o del basket.

 

 

Air la storia del grande salto

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Avvincente e divertente
  • La prova del cast e la regia di Ben Affleck
  • La sceneggiatura è così ben sviluppata da tenere alta l'attenzione anche a fronte di una storia conosciuta

Lati negativi

  • Può dare una sensazione di deja-vu con altri film di genere basati su storie vere

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