Antrum – Il film maledetto: recensione dell’horror su Prime Video
Un horror che mette lo spettatore davanti a un film maledetto
Ci sono film che non andrebbero mai visti. Alcuni perché semplicemente non ne vale la pena, altri invece perché sono legati a una serie di eventi nefasti. È proprio questo il caso di Antrum il film maledetto, horror disponibile su Prime Video di cui vi proponiamo la recensione. L’idea di base è quella di suggestionare lo spettatore mostrandogli un film che sembra portare con sé una maledizione. Tutto inizia con una specie di documentario dove vengono riportati fatti di cronaca inerenti alla visione di uno strano horror, Antrum. A quanto pare chiunque abbia visto questo film è poi andato incontro a gravi incidenti.
La pellicola è stata ritirata dal commercio anche se a distanza di anni è ricomparsa e, indovinate un po’, sarete proprio voi i fortunati a vedere il film maledetto. Tranquilli, un timer di una manciata di secondi vi permette di pensarci su e decidere se proseguire con la visione o meno. Dopo questo incipit inusuale ci caliamo quindi nella trama vera e propria del film che vede come protagonisti due fratelli. La sorella maggiore Oralee sta conducendo il piccolo Nathan in un metaforico viaggio attraverso i gironi infernali alla ricerca dell’anima di Maxine, il loro cane sottoposto di recente a eutanasia. Ne parliamo meglio nella recensione di Antrum – Il film maledetto, diretto da Michael Laicini e David Amito e disponibile in streaming su Prime Video.
Indice:
Trama
Antrum è una pellicola degli anni ’70 su cui sembra gravare una maledizione. Chiunque abbia visto il film infatti è andato incontro a una sorte spiacevole; molti degli spettatori sono morti nei modi più disparati. Ad esempio, in un cinema a fine proiezione un incendio ha ucciso tutti i presenti; un critico cinematografico è morto di infarto mentre stava parlando del film a poche ore di distanza dalla visione. I pochi che si sono salvati hanno avuto comunque incidenti gravi. Ma di cosa parla questo film maledetto? Antrum racconta la storia di una ragazza, Oralee, e del suo fratellino Nathan. I due hanno da poco perso il loro cane, Maxine, a cui è stata praticata l’eutanasia.
Il piccolo Nathan non trova però pace perché, oltre ad aver perso un fedele compagno, deve convivere con il pensiero che la sua anima sia ora finita all’inferno – come ipotizza sua madre. Per risollevare il morale del fratello e scacciare cattivi pensieri, Oralee si inventa una storia. Dopo averlo condotto in un bosco, dove sostiene si trovino le porte dell’inferno, i due iniziano a scavare una buca profonda. Attraverso un fittizio viaggio nei vari gironi Oralee e Nathan devono trovare l’anima del povero Maxine per poterla finalmente liberare. Per rendere il tutto credibile agli occhi del fratellino, Oralee ha studiato un piano nei minimi particolari, con tanto di formule magiche e preghiere scaccia demoni. Tutto procede per il meglio quando però nel bosco inizia a manifestarsi qualcosa di sinistro. Così l’inferno sembra improvvisamente diventare pura realtà.
Analisi – Antrum – Il film maledetto
Ci piace definire Antrum come un esperimento di metacinema dell’horror. Il “mockumentary” (falso documentario) in apertura serve per dare una sorta di veridicità a una storia che è ovviamente pura finzione. L’idea di base è la seguente: se cosa provoca la visione di un horror dopo essere stati suggestionati dall’idea che questo sia anche maledetto? Lo spettatore viene quindi catapultato in prima linea per vedere proprio quella pellicola che , come si dice nel documentario ad inizio film, è costata la vita a tutte le persone che l’hanno già vista.
Tutta suggestione, che almeno inconsciamente potrebbe fare presa su quella fetta di pubblico più facilmente impressionabile. Parlando di film maledetti molti di voi penseranno subito alla videocassetta di The ring, horror con Naomi Watts. Rispetto al del 2002 però Antrum prova a fare quel passo in più verso lo spettatore rompendo i limiti dello schermo. Una volta accettate le regole del gioco, Antrum riesce davvero a spaventare il suo pubblico?
Scarsa tensione – Antrum – Il film maledetto recensione
Se l’idea di partenza ci piace, quanto meno come tentativo di proporre qualcosa di alternativo, la realizzazione vera e propria non ci ha entusiasmato più di tanto. Ma andiamo con ordine. Il cuore del film è un metaforico viaggio all’inferno ambientato dentro un bosco o come recitava Dante Alighieri “una selva oscura“. Due soli protagonisti si muovono in uno scenario dove suggestione e realtà si mescolano continuamente fino a confondersi. Nonostante la cornice introduttiva, più che un horror vero e proprio possiamo dire che Antrum sembra una fiaba nera per bambini.
Il film cerca di mostrarci l’immaginaria discesa nell’Inferno sfruttando la suggestione visiva del piccolo Nathan che si convince, ad esempio, che un semplice scoiattolo possa essere un demone. La realizzazione di tutto ciò lascia molto a desiderare, ne consegue una storia poco spaventosa, molto ripetitiva e a tratti perfino noiosa. Esclusa forse qualche scena, il film non riesce a mettere davvero paura e neanche inquietudine. Il ritmo della storia è piatto e ripetitivo, non c’è mistero né curiosità nell’andare avanti con la trama. Per cercare di disturbare maggiormente la visione sono stati inseriti simboli satanici come fossero incisi sulla pellicola, oltre ad alcuni frames contenenti scene in bianco e nero. Un qualcosa di già visto e che infatti già accadeva nel lontano 1973 con L’esorcista di William Friedkin, almeno nella versione integrale del film.
Considerazioni tecniche – Antrum – Il film maledetto recensione
Una fotografia sbiadita con tanta grana da pellicola, basso contrasto e poca nitidezza, immagini fuori fuoco e colori slavati riproducono quella che dovrebbe essere una pellicola degli anni ’70 girata con un’attrezzatura low-cost. La telecamera a spalla, il tipo di inquadrature e una serie di artifici tecnici volutamente semplici danno quasi l’idea di un video amatoriale, particolarmente in alcune scene. Stessa cosa dicasi per il doppiaggio sonoro e del parlato. La sensazione che si vuole trasmettere è chiara: stiamo vedendo una vecchia pellicola che non ha nulla a che vedere con Hollywood. Come dicevamo sopra, essendo un film maledetto molti frames presentano uno strano simbolo satanico, inciso direttamente sulla pellicola. E talvolta brevi scene in bianco e nero interrompono fulmineamente la storia principale.
Considerazioni finali
Un’idea di partenza inusuale e azzeccata, con il mockumentary iniziale che crea le premesse per suggestionare la mente dello spettatore: questi gli aspetti positivi. Quando però si tratta di introdurre elementi che creino una reala tensione, il film si perde clamorosamente. Un plot con un buon potenziale narrativo ma che si perde totalmente nella sua trasposizione cinematografica. Un ritmo piatto per un horror debole sotto diversi punti di vista. Non stiamo parlando di un film totalmente scadente ma di certo deludente, considerando anche le aspettative di uno spettatore appassionato di horror.
Il cinema di ambientazione infernale ci ha abituato a ben altra paura e a immagini emotivamente più fastidiose. Antrum lascia veramente poco allo spettatore; non è uno di quegli horror chesmuove paure recondite o che lascia un senso di angoscia dopo averlo visto. Un incipit interessante ed una sceneggiatura inusuale non riescono proprio a salvare il film dalla bocciatura. Se volete farvi una vostra idea dopo aver letto la nostra recensione di Antrum – Il film maledetto non vi resta che andare su Prime Video. N. B. Chi scrive l’articolo ha visto il film in questione ed è ancora in perfetta salute, nonostante la maledizione incombente.
Antrum - Il film maledetto
Voto - 5
5
Lati positivi
- La trovata metacinematografica
- La trama interessante
- Scarsa tensione
- Il film non ha un buon ritmo e a tratti risulta noioso
Lati negativi