The Apprentice – Alle Origini di Trump: Recensione del film con Sebastian Stan
Uscito in sala dopo essere presentato al Festival di Cannes, The Apprentice - Alle Origini di Trump. Qui la nostra recensione
Dopo essere stato presentato al Festival del Cinema di Cannes, The Apprentice – Alle Origini di Trump è in sala a partire dal 17 ottobre (qui il trailer). Come intuibile dal titolo, il film parla del controverso politico statunitense, qui interpretato da Sebastian Stan, ex presidente degli Stati Uniti e attualmente in corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca e ci si concentra soprattutto sul mentoraggio da parte di Roy Cohn e dei primi anni del politico come figura influente. Alla regia abbiamo Ali Abbasi, regista del bellissimo Holy Spidere qui per la prima volta alle prese con un film in lingua inglese.
Indice:
Analisi Tecnica – The Apprentice – Alle Origini di Trump Recensione
Da un punto di vista tecnico, il film è molto valido. In particolare, bellissime sono regia e fotografia. Per quanto riguarda quest’ultima, ricorda quella degli anni in cui il film si ambienta principalmente, ovvero gli anni ’70, immergendo ancora di più lo spettatore nella storia. Anche per quanto riguarda la regia, permette ai personaggi, in particolar modo a Donald Trump, di immergersi nei paesaggi della città, dal degrado urbano agli ambienti più chic riservati a pochi. In tutti questi contesti, il politico risulta sempre schiacciato dagli ambienti, grazie all’uso del teleobiettivo.
Oltre a regia e fotografia, a impreziosire il film è una memorabile colonna sonora, che caratterizza ogni periodo e lo scandire degli anni. Risulta di ottimo effetto anche il trucco prostetico, che rende assolutamente camaleontici i personaggi, soprattutto nell’avanzare degli anni. Di risalto sono sicuramente anche le interpretazioni di tutti i personaggi.
Interpretazioni Attoriali – The Apprentice – Alle Origini di Trump Recensione
Gli attori sono stati tutti assolutamente in parte. Questo a partire da Sebastian Stan nei panni del protagonista, che esprime attraverso lo schermo la stessa mimica del politico americano e che ha rappresentato al meglio i cambiamenti avuti da parte di Trump nel corso degli anni, risultando inquietante nei momenti più freddi e controversi. Altra interpretazione degna di nota è sicuramente quella di Maria Bakalova nei panni di Ivana Trump, che dà volto, voce e tutta se stessa a un personaggio scritto come una donna sottovalutata ma più in gamba del marito, che si comporta in maniera indegna nei suoi confronti. La sua interpretazione è fragile e sincera.
L’interpretazione migliore è però senza dubbio quella di Jeremy Strong nei panni di Roy Cohn, avvocato mentore di Donald Trump. Anche qui c’è un grande lavoro nel replicare alla perfezione la mimica facciale del personaggio realmente esistito, con momenti in cui appare quasi inquietante e altri in cui diventa un personaggio completamente tragico, sfruttato e poi dimenticato dal politico americano. Non ci sarà da stupirsi se vedremo alcuni di questi attori competere per le maggiori premiazioni, magari anche per gli Oscar.
La Rappresentazione di Trump – The Apprentice – Alle Origini di Trump Recensione
Quella di Donald Trump è sicuramente una figura controversa e non è facile parlarne in un film, quindi, qui come viene rappresentato? Inizialmente, come un totale perdente: è costretto a bussare alle porte per riscuotere l’affitto degli inquilini del padre come lavoro. Quando incontra altre persone importanti, fra cui lo stesso Cohn, sembra completamente fuori luogo: è impacciato, per gli altri è uno “sfigato” perché non fuma né beve. Anche a casa, la situazione non migliora. Il padre non crede in lui ed è una figura eccessivamente autoritaria nei suoi confronti.
Si potrebbe dire che migliorerà sotto l’ala di Roy Cohn, ma non è propriamente così: secondo questa pellicola, non diventa un vincente, ma maschera il suo essere un perdente. Anche al picco del suo successo, lo vediamo coinvolto in situazioni talvolta grottesche, talvolta ridicole. Lo vediamo infatti dipendente dalle anfetamine, lo vediamo rinnegare totalmente il suo mentore ma copiare spudoratamente le sue tecniche spacciandole per sue, lo vediamo farsi un’operazione per rimuovere grasso e calvizie, lo vediamo soffrire di impotenza a causa delle anfetamine, lo vediamo addirittura violentare Ivana, episodio raccontato da lei stessa in una deposizione e nel libro Lost Tycoon scritto da Harry Hurt.
Ad un certo punto, la narrazione si sposta quasi completamente su Roy Cohn e sulla sua tragica dipartita, come se fosse lui il protagonista. Insomma, il film non risparmia assolutamente il politico americano e lo stesso regista Ali Abbasi, che non è direttamente coinvolto da lui non essendo americano, ha parlato di quanto fosse importante per lui che il film uscisse senza tagli prima delle elezioni e così è stato.
Considerazioni finali – The Apprentice – Alle Origini di Trump Recensione
In conclusione possiamo affermare che si tratti sicuramente di un film ben realizzato e con degli spunti molto interessanti, da una parte abbastanza leggero, ma comunque con diversi momenti in cui lo spettatore potrebbe provare inquietudine. Negli Stati Uniti il giudizio è stato molto divisivo in base alle proprie opinioni politiche, ma è una pellicola consigliabile a prescindere da esse, sia per la sua ottima realizzazione, sia per delle ottime interpretazioni attoriali, sia perché avere un punto di vista così particolare non può che essere un arricchimento a prescindere dalle proprie opinioni personali.
The Apprentice
Voto - 8
8
Lati positivi
- Ottimo impianto tecnico
- I personaggi sono scritti e interpretati con estrema cura
Lati negativi