Atleta A: recensione del documentario originale Netflix
Un documentario di forte impatto, crudo e significativo
Maggie Nichols è una giovane promessa della nazionale americana di ginnastica; si allena fin da piccolissima e il suo impegno l’ha portata a diventare una delle atlete migliori della sua squadra, il talento su cui puntare. Alla vigilia delle Olimpiadi di Rio del 2016, tutto fa pensare che Maggie farà parte del gruppo che rappresenterà gli Stati Uniti nelle gare. Ma quando il presidente della USA Gymnastics Steve Penny annuncia i nomi delle ragazze della squadra olimpica, quello di Maggie non c’è. Nel 2015, Maggie Nichols ha denunciato le molestie subite dal medico della nazionale Larry Nassar; la Federazione, anziché proteggerla e sostenerla, ha deciso di ostracizzarla e punirla. Nelle successive indagini, Maggie viene identificata come Atleta A, nome che dà il titolo al documentario Netflix di cui vi proponiamo la nostra recensione.
Sempre nel 2016, l’Indianapolis Star pubblica un articolo che fa luce sugli abusi fisici e psicologici commessi dai vertici della USA Gymnastics. L’inchiesta spinge le ex ginnaste, una dopo l’altra, a rompere il silenzio. In breve tempo le testimonianze diventano centinaia; queste coinvolgono non solo Larry Nassar, ma anche gli allenatori Bela e Martha Karolyi e gli stessi dirigenti. Con Atleta A, i registi Bonni Cohen e Jon Shenk mettono insieme i pezzi di un puzzle fatto di abusi, segreti, silenzio e insabbiamenti. Si è parlato molto negli Stati Uniti della storia di Larry Nassar, che qui fa da fulcro a un racconto sfaccettato e composito, profondamente doloroso e toccante. Il documentario avrebbe dovuto essere presentato in aprile al Tribeca Film Festival; dopo la cancellazione della rassegna a causa della pandemia da Covid-19, il film è uscito direttamente su Netflix lo scorso 24 giugno.
Indice:
Il coraggio, nonostante tutto – Atleta A, la recensione
Fra le cose che rimangono più impresse, terminata la visione di Atleta A, ci sono il coraggio e la forza d’animo delle protagoniste. Il documentario Netflix racconta la vicenda giudiziaria e giornalistica lasciando ampio spazio – nel contempo – a quella personale delle protagoniste. Facciamo la conoscenza di Maggie Nichols e delle altre ex atlete della nazionale mentre scopriamo le dinamiche alla base del mondo della ginnastica agonistica negli Stati Uniti dagli anni 70 in poi. Entriamo così in un mondo in cui le giovanissime promesse affrontano lunghe ore di allenamento in cui tutte le risorse fisiche e mentali sono messe a dura prova. Ancora bambine, le atlete non riescono a comprendere il confine tra un allenamento intenso e un vero e proprio sfruttamento. Vediamo chiaramente come per la USA Gymnastics le giovani ginnaste siano poco più di un prodotto, un vero e proprio marchio.
“Le ragazze frequentano i centri di allenamento quando hanno solo dieci anni” – spiega l’ex ginnasta Jennifer Sey – “Così, anche da maggiorenni il confine tra l’allenamento e l’abuso di minori non è chiaro. Quando si verificano abusi come le molestie sessuali, finisce che non ti fidi più della tua opinione sulle cose”. Ecco allora che avere la forza di denunciare le molestie subite diventa ancora più difficile. In un ambiente in cui gli adulti di riferimento abusano del proprio potere, trovare il coraggio – nonostante tutto – di farsi avanti acquista un significato ancor più simbolico. Il documentario fa comprendere il lungo processo che ha portato le atlete a vincere la paura di non essere credute, a sconfiggere un ingiusto sentimento di vergogna. Ad uscire dal silenzio e dall’anonimato e fare in modo che nessuno subisca le stesse violenze e si ritrovi a convivere con gli stessi traumi.
Predatori
Abbiamo visto nel paragrafo precedente della nostra recensione come Atleta A sia una potente testimonianza del coraggio che caratterizza le vittime di abusi. L’obiettivo di Bonni Cohen e Jon Shenk indaga a fondo un mondo dove è fin troppo facile assistere allo sviluppo di dinamiche del tipo predatore – preda. Questo è particolarmente chiaro dal ritratto che emerge del medico della nazionale Larry Nassar. Approfittando di un ambiente di adulti di riferimento tutti (o quasi) autoritari e senza scrupoli, Nassar tende una vera e propria trappola alle ginnaste; una trappola disgustosa e criminale. Il medico attira a sé le atlete ponendosi come una figura solidale e accogliente; raccoglie le loro confidenze, si finge loro amico, quasi una figura familiare. Ed è quando le ragazze sentono di potersi fidare di lui che Nassar rivela la sua vera natura.
Atleta A non risparmia allo spettatore i dettagli più crudi degli abusi commessi da Larry Nassar, che molestava le ragazze sicuro che nessuna avrebbe mai parlato. O che, anche in caso contrario, avrebbe goduto della connivenza e della morbosa omertà dei dirigenti. Forte, in ultima analisi, di una posizione nella comunità di tutto rispetto; certo che nessuno, anche fuori dalla USA Gymnastics, avrebbe messo in dubbio la sua condotta. Mette letteralmente i brividi vedere sullo schermo il dottor Nassar descrivere nel dettaglio le procedure attuate sulle ragazze; procedure mediche descritte con dovizia di particolari e gergo tecnico che nascondevano il più orribile degli intenti. Allo stesso modo scuote e disgusta sapere che i dirigenti, gli allenatori e tutti coloro che avrebbero dovuto proteggere le ragazze hanno pensato solo a salvare le apparenze e portare avanti i propri meschini obiettivi.
Atleta A. Actual FilmsAnalisi – Atleta A, la recensione
Il documentario di Bonni Cohen e Jon Shenk si sviluppa attorno a tre linee narrative principali. La prima ha come protagonista Maggie Nichols; scopriamo la sua passione per la ginnastica sin dalla più tenera età, il suo impegno costante per dare il meglio di sé e il suo incubo legato alla figura del dottor Nassar. Ascoltiamo le testimonianze dei genitori e le parole della stessa Maggie che ricostruiscono la sua storia come giovane donna e astro nascente della ginnastica agonistica. Gli abusi subiti da Larry Nassar sono lo spartiacque tra una vita fatti di sogni e obiettivi a un’esistenza segnata sia a livello personale che professionale. La seconda storyline approfondisce la storia e i metodi controversi della USA Gymnastics dagli anni Settanta ad oggi; un ritratto oscuro e disturbante, fatto di molte ombre e pochissime luci.
Infine seguiamo passo dopo passo l’inchiesta giornalistica dell’Indianapolis Star sugli abusi e le molestie perpetrate dalla USA Gymnastics ai danni delle atlete. Le storie delle ex ginnaste che, per anni, hanno vissuto nel silenzio pesano come macigni, mentre testimonianza dopo testimonianza si ricompongono i pezzi del puzzle. Il finale di Atleta A tira le somme di tutte le storie portate alla luce e mostra come – dopo anni di oblio e omertà – giustizia sia stata fatta. Larry Nassar sta pagando per le sue colpe gravissime e le traumatiche vicende delle ginnaste hanno avuto la giusta chiusura. Ciascuna delle donne protagonista di Atleta A è un esempio, un simbolo, una speranza che mette in moto l’inversione di una tendenza. Il documentario Netflix ha il pregio assoluto di far conoscere anche da noi una storia importante e significativa, che ha scosso gli Stati Uniti; nella speranza che nessuno, mai più, debba conoscere lo stesso inferno.
Atleta A
Voto - 8
8
Lati positivi
- Una testimonianza toccante, forte e importante
- Gestione chiara e ordinata delle linee narrative
Lati negativi
- Alcune vicende avrebbero meritato maggior approfondimento