Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun: recensione della delirante serie Netflix

Su Netflix un trio comico australiano fra sketch assurdi e decisamente cringe

Zachary, Broden e Mark sono tre coinquilini sulla trentina che trascorrono il loro tempo a fare quello che gli riesce meglio: divertirsi ed essere protagonisti di situazioni assurde. Dalla loro casa ne passano delle belle. Da un nobile ottocentesco piombato da chissà dove ad un cowboy senza cervello che abita sotto il lavandino della cucina, le 6 puntate da 20 minuti ciascuna si costruiscono sketch dopo sketch. Questa è la recensione di Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun, con protagonisti i tre comici australiani Mark Samual Bonanno, Broden Kelly e Zachary Ruane.

Il trio approda così su Netflix presentando un lavoro che va avanti da quasi 10 anni, ma che non aveva ancora raggiunto il pubblico internazionale. Aunty Donna, così si chiama il gruppo comico, è nato infatti dai banchi dell’università e dà vita a molteplici personaggi all’interno della serie tv, seppure in modo ironico e surreale. Netflix non è nuova alla stand-up comedy: lo scorso anno ha lanciato Comedians of the World, che comprendeva brevi esibizioni di stand-up comedy da ogni parte del mondo. Oggi il catalogo presenta diversi show comici, da quello di Kevin Hart a quello di Chris Rock.

Indice

La trama – Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun, la recensione

Zachary, Broden e Mark sono tre coinquilini sulla trentina. Zach è il più folle e cerca sempre nuovi spunti per creare personaggi comici da presentare agli show. Broden è il “bello” del gruppo, anche se in quanto a stupidità fa concorrenza agli amici. Infine, Mark è l’hipster che non manca di ricordarci le sue origini italiane. I tre ragazzi trascorrono le giornate a cantare stonate e insensate canzoncine su varie tematiche e a progettare impegni più o meno seri che puntualmente falliscono.

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Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun. Pacific Electric Picture Company, Comedy Bang! Bang!

Gli Aunty Donna, come se non bastassero le personalità del tutto peculiari, vengono raggiunti da nuovi personaggi ogni puntata. Ecco che allora assistiamo ad una conversazione tra due sudafricani fasulli in cerca dell’oro e una lunghissima riflessione sull’abbigliamento adatto per un appuntamento. Seguiamo basiti la ricerca di un nuovo inquilino e l’estromissione di una lavastoviglie invadente. Riscopriamo (ironicamente parlando) i dietro le quinte dei meccanismi televisivi e delle nostre abitudini da spettatori. Il tutto, condito da una pesante dose di assurdità.

Festival del cringe – Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun, la recensione

Se questa serie dovesse essere definita con un termine, sarebbe proprio questo: cringe. Tradotto, “imbarazzante”, al limite dell’insopportabile. Le vicende dei tre protagonisti infatti sono totalmente casuali e senza senso, ed ogni puntata è slegata dalle altre. Per gli spettatori che amano una certa consequenzialità e coerenza, questo prodotto non è di certo ciò che fa per loro. Molti gli esempi in cui le scene risultano infinitamente uguali a se stesse, con un dialogo che prosegue per minuti interi quando avrebbe detto la stessa cosa in un breve scambio di 10 secondi. Tempi comici, dunque, molto diversi dal tempo del racconto a cui siamo abituati quando ci approcciamo ad una serie tv.

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Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun. Pacific Electric Picture Company, Comedy Bang! Bang!

Aunty Donna’s però non si prende sul serio e si rivolge solo ad un pubblico in grado di accettare il nonsense e di apprezzarlo. Sguazza nei giochi di parole e negli stereotipi peggiori, deride i film d’azione “da duri” e i programmi per bambini sulla scia di Disney Channel. Non contento, abusa il genere musical con canzoni senza rima e stonate, riprese anche dalla sigla ai titoli di coda, sempre diverse e molto scurrili. Di nuovo, una provocazione continua. La voce fuori campo annuncia candida “Vi piace la prima stagione? Se no fo***tevi, cani! Scherzavo, guardateci”.

Dietro le quinte – Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun, la recensione

Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun gioca con il confine tra diegetico ed extra-diegetico e con le emozioni da veicolare a chi la guarda. Parliamo, per esempio, di un’esagerazione drammatica in alcuni momenti casuali che avrebbero potuto risolversi con uno sguardo triste, e che invece diventano una telenovela. Ma c’è anche altro. La riesumazione del tanto odiato Limewire per scaricare canzoni, dei Nokia indistruttibili e di quei programmi che puntano sui disagi familiari e sulla povertà, speculando per fare audience (non si salva nemmeno Ellen DeGeneres). Vengono portati all’estremo anche i giochi a premi e le serie tv anni 90, così psichedeliche e “giovani”; i film buonisti di Natale e il teatro sperimentale. Insomma, si parla di tutto e di niente, dando vita ad una grande satira sociale.

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Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun. Pacific Electric Picture Company, Comedy Bang! Bang!

Oltre a questo, assistiamo ad un “dietro le quinte” dei meccanismi televisivi e dei tempi comici. Vediamo addirittura il produttore che entra in scena per riprendere il cast. Non è nemmeno sicuro di sapere cosa faccia un produttore, ma in compenso ha una crisi perché il suo nome è riportato erroneamente su Wikipedia. I personaggi fanno allora quello che possono, interpretano anche gli ospiti secondari che vanno e vengono. Ma dato che sono solo in tre, cosa succede quando uno è impegnato a vestire i panni di un altro? Compare un manichino in sostituzione a chi manca. Perché no, in fondo? Aunty Donna non è facilmente definibile se non tramite esempi e la raccomandazione di prenderla per quella che vuole essere: una serie di episodi surreali senza troppe pretese, che potrebbe tuttavia aprire le porte ad un nuovo filone di serie simili a questa.

Guardare o non guardare

Arrivati alla conclusione della nostra recensione, Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun è una serie da vedere se si è pronti ad accettare il nonsense e l’idiozia intrinseca alla base delle azioni dei personaggi. Difficilmente piacerà a chi ama una trama fatta e finita e le storie curiose, edificanti, elaborate. In fondo, non tutti sono fatti per la stand-up comedy e per un montaggio frammentato e casuale, inquadrature fastidiosamente tagliate e personaggi a bassa risoluzione che devono resettarsi uscendo dalla stanza. I punti a favore sono quindi l’originalità della storia-non storia e la costruzione narrativa particolare.

In più, la serie è adatta allo spettatore che cerca relax e divertimento dalla sua serata Netflix. Potrebbe al contrario non soddisfare le aspettative se si cerca una continuità tra i vari sketch e se si odia tutto ciò che è assurdo ed esasperato. Quindi, guardare o non guardare Aunty Donna’s Big Ol’ House of Fun? L’ardua sentenza è nelle mani degli spettatori, ma sicuramente è apprezzabile la voglia di sperimentare e allontanarsi da tutto ciò che è stato fatto fino ad ora. O almeno, su una piattaforma importante come Netflix.

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Aunty Donna's Big Ol' House of Fun

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ottimo per chi cerca una serie scorrevole e poco impegnativa
  • Originale: una non-trama e un non-montaggio

Lati negativi

  • Potrebbe risultare un po' cringe ed eccessiva
  • Gli sketch non sono legati tra loro

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