Ava: recensione del nuovo film Netflix con Jessica Chastain
Un thriller fra combattimenti all'ultimo sangue e demoni interiori da sconfiggere
Ava è una killer professionista, che trova le vittime e le elimina in modo efficace e pulito. Fino a quando un colpo va male e il suo superiore Simon decide che non c’è altra soluzione se non ucciderla. Il suo mentore Duke cerca di proteggerla, ma come può farlo se lei per prima è assediata dai demoni interiori? Questa è la recensione di Ava, ultimo prodotto Netflix diretto da Tate Taylor (La ragazza del treno, Ma). Il thriller vede nel cast Jessica Chastain (It – Capitolo 2, X-Men – Dark Phoenix) e John Malkovich (Velvet Buzzsaw, Ted Bundy – Fascino criminale); Colin Farrell (Il sacrificio del cervo sacro, Dumbo), Geena Davis (Beetlejuice – Spiritello porcello, Stuart Little) e Common (Suicide Squad, Selma – La strada per la libertà).
Il film è stato vittima di alcune controversie, in quanto il primo regista a cui era stato affidato il progetto, Matthew Newton, si dichiarò colpevole di violenza domestica. Jessica Chastain, una delle attrici che si erano schierate in prima fila nel movimento Mee Too, decise di rimanere nel cast nonostante avesse saputo della vita privata del regista, e per questo i fan la considerarono incoerente. In ogni caso, Ava è stato poi affidato a Taylor, e Chastain è rimasta come protagonista. Ecco la recensione di Ava.
Judy: Ava, ma tu chi sei?
Ava: Nessuno che vorresti far conoscere a tuo figlio.
Indice
La trama – Ava recensione
Ava Faulkner è una cacciatrice di taglie letale e senza scrupoli, che in passato ha avuto problemi con l’alcol e la droga e che sta cercando di stare pulita. Quando deve uccidere un nuovo bersaglio, fa riferimento a Duke, suo ex superiore dell’esercito, il quale con lei si comporta con fare paterno e cerca di proteggerla anche quando continua a mettere a rischio le operazioni. Ava infatti ha l’abitudine di chiedere alle sue vittime che cosa hanno fatto per meritare la morte, e questo non è un buon modus operandi secondo Simon, il capo di tutta l’operazione. Quest’ultimo perciò vuole estrometterla dall’incarico e ucciderla, per evitare che insorgano nuovi problemi.
Tuttavia Ava si è allenata molto dal suo primo incarico, ha imparato le arti marziali e sa combattere ferocemente. Caratteristiche che la rendono “dura a morire”. In tutto ciò, la donna ha una vita privata problematica: 8 anni fa ha abbandonato l’uomo che stava per sposare ed è scomparsa, senza avvisare la sorella Judy e neppure la madre. Tornata a casa per un po’, prova a riallacciare i rapporti ma tutti provano rancore nei suoi confronti. Ava è stanca di fuggire, vuole fare la cosa giusta per una volta; non è facile abbandonare le cattive abitudini, e i suoi demoni interiori sembrano stringerla in una morsa insopportabile.
Donne che corrono coi lupi
Ava è presentata come una donna che sin da adolescente ha passato momenti difficili. Un padre che per nascondere la sua infedeltà alla moglie usa la figlia come capro espiatorio, una sorella gelosa di lei e una madre per cui non è mai stata abbastanza. Ecco che allora sono arrivate le cattive abitudini: un bicchiere di troppo, la droga, persone pericolose. Ava è cresciuta in una freddezza che non le permette di esternare le emozioni, che la rende indifferente a ciò che la circonda anche quando non dovrebbe. Se non provare nulla quando uccide per lavoro è quasi una necessità, con le relazioni e la famiglia dovrebbe andare diversamente. E invece. E invece Ava piange di rado ed è sempre composta. Chastain racconta allo spettatore una donna bellissima ma trascurata e addolorata; i primi piani sul viso mostrano la sofferenza negli occhi ma l’impassibilità di tutto il resto.
Una risolutezza che l’ha sempre portata a prevalere sulle sue vittime, ma non un senso di vittoria. Una comfort zone che non lascia entrare nessuno, ma a cui nemmeno lei ha accesso: il desiderio di riprendere a bere è forte, e continua a lottare per non tornare in quel baratro. In diverse scene notiamo come Ava sia pronta a perdere tutto perché nulla ha più senso. Jessica Chastain rende giustizia ad Ava Faulkner, allora? Sì se pensiamo alla caratura del personaggio, tosto e letale, un combattente fin troppo familiare con la morte. Un ruolo che siamo abituati a vedere interpretato da uomini, anche se negli ultimi tempi troviamo alcuni esempi di donne badass, non eroine ma persone calpestate dalla vita. Pensiamo a Jennifer Lawrence in Red Sparrow o in Blake Lively in The Rhythm Section. Chastain ha dato prova di riuscire a reggere un intero film nonostante il ruolo “anaffettivo”.
Violenza e combattimenti – Ava recensione
Questa pellicola è composta per lo più da sequenze di azione violente e piuttosto lunghe, nelle quali gli attori combattono senza riserve e con estrema violenza. Uomini o donne non importa, l’obiettivo è ferire gravemente, o uccidere. Se da un lato la presenza di tutta questa violenza rende Ava un thriller decisamente poco soft e davvero di intrattenimento visivo, dall’altro ne risente la trama. Questa infatti è sacrificata per la spettacolarizzazione, e i personaggi risultano poco approfonditi e sfaccettati, nonostante l’ottimo cast che avrebbe saputo rendere loro giustizia.
La partenza del film è davvero una bomba e promette una storia avvincente fino ai titoli di coda. Cosa che si realizza in parte: le ultime sequenze tengono sì incollati allo schermo per sapere quali saranno le sorti di Ava, ma al tempo stesso sono la copia delle precedenti. Una serie di colluttazioni uguali a loro stesse che rischiano di annoiare, se sappiamo poco dell’interiorità dei protagonisti. Da un certo punto di vista tuttavia la violenza mostrata non è gratuita, ma motivata dallo stile di vita dei protagonisti e spogliata di tutti gli abbellimenti scenici e musicali che spesso circondano una scena di lotta. Qui si sputa sangue, non c’è gloria o bravura ma solo dolore che si scontra con altro dolore.
Considerazioni finali
Concludiamo la nostra recensione di Ava sottolineando come meriti una visione se siete appassionati di action movie violenti e movimentati e se volete ammirare un cast stellare, nonostante non sia stato sfruttato fino in fondo. Al contrario, non è una pellicola adatta a chi ama addentrarsi nella psiche dei personaggi e seguire una trama complessa e intrigante. Interessanti le scene iniziali di presentazione di Ava, che sembrano una “cartella clinica” lasciata nelle mani dello spettatore. In un momento solo infatti questo scopre il suo passato a grandi linee; tramite dei flashback di articoli di giornale si comprende che ha avuto problemi di alcolismo e droga e che è stata nell’esercito.
Il problema però è che quello è l’unico momento in cui si cerca di approfondire l’interiorità di Ava. Non aspettatevi insomma un film che gioca con le emozioni dello spettatore e che fa forza sull’empatia, quanto piuttosto un esercizio di stile per quanto riguarda il “corpo a corpo”. Tutto sommato, la pellicola merita comunque la sufficienza per la capacità di intrattenere senza troppo impegno.
Ava
Voto - 6
6
Lati positivi
- Protagonista femminile in grado di gestire un thriller pieno d'azione
- L'intesa tra Jessica Chastain e John Malkovich
Lati negativi
- Trama già vista
- Poco approfondimento dei personaggi
- Storia a tratti noiosa