Babygirl: recensione del film di Halina Reijn – Venezia 81

Babygirl è un thriller erotico che ha ben poco di erotico e ancora meno di thriller

Dopo il successo dello slasher satirico Bodies Bodies Bodies , la regista Halina Reijn rinnova il sodalizio con A24 e sbarca a Venezia con Babygirl, di cui vi proponiamo la recensione. Meno provocatorio di quanto ci si aspettasse, il film mette a nudo (letteralmente) i desideri sessuali della sua protagonista, costretta ed addestrata a reprimere ciò che da altri sarebbe considerato perverso. La pericolosa relazione con uno stagista, interpretato da Harris Dickinson (Triangle of Sadness), la porterà a mettere a repentaglio la propria vita pur di esplorare le perversioni che ha sempre represso.

A metà tra l’ironico e il grottesco Babygirl mostra la facilità e naturalezza con cui i rapporti di potere possono cambiare, sdoganando il piacere della sottomissione e ponendo al centro della vicenda una Nicole Kidman in grande spolvero. Peccato che uno spunto potenzialmente interessante resta inespresso, relegato alla dimensione verbale e mai mostrato davvero.

babygirl recensione

A24, 2AM, Man Up Filmsre

Indice

Trama: rapporti di potere – Babygirl recensione

Romy Mathis è uno dei capi di una Corporation leader nel settore dell’e-commerce e pronta a lanciare il nuovo ed efficiente servizio. È sposata con Jacob, un regista teatrale con cui ha due figlie e la sua vita è scandita da riunioni di lavoro, pranzi con la famiglia e sesso con il marito. Tutto è organizzato e funziona alla perfezione tranne il sesso. Pur essendo sposata da anni non riesce a trovare un’intesa con suo marito, né il coraggio di dirglielo. 

Le cose iniziano però a cambiare quando conosce Samuel, un giovane ragazzo che ha da poco iniziato uno stage all’interno della sua azienda. Sin da subito lui sembra mostrare interesse nei suoi confronti, ma Romy non può sbilanciarsi, è uno dei capi e una relazione con un sottoposto rischierebbe di mettere a repentaglio tutta la sua carriera, per non parlare del matrimonio. Quando Samuel la sceglie come mentore per il suo stage i due sono costretti a passare del tempo insieme e finiscono per saltarsi addosso. Se non fosse che i rapporti di potere si invertono e lui sembra avere il controllo.

Niente traumi, solo desideri – Babygirl recensione

Romy Mathis viene presentata sin da subito come una donna caparbia, intelligente e temibile, alle prese con un lavoro schematico e che richiede estrema precisione. L’esatto opposto di suo marito, interpretato da un esilarante Antonio Banderas, un regista di teatro poco sicuro di sé, ma che ama follemente sua moglie. La coppia appare solida e affiatata ma è solo apparenza, così come apparente è la fame di potere della protagonista, che invece desidera l’esatto opposto. È evidente che Halina Rejn non ha intenzione di giustificare i desideri masochisti della sua protagonista attraverso un introspezione psicologica o dei traumi che ne motivino l’esistenza, lei è così e basta e il suo unico peccato è stato quello di reprimere ciò che provava. 

L’arrivo di Samuel fa sì quindi che tutto ciò che Romy rifiuta di sé stessa, dalle proprie pulsioni al proprio aspetto fisico, esploda nel momento in cui trova qualcuno che l’assecondi. E la gioventù del suo partner non è da attribuire al solito cliché del fascino giovane, ma ad una propensione delle nuove generazioni a dare libero sfogo alla propria sessualità e le proprie fantasie. Ciò che non convince è piuttosto la motivazione ed il “sesto senso” del ragazzo, che dopo qualche sguardo è già in grado di leggere le pulsioni della donna. A differenza del personaggio della Kidman, insicura su come comportarsi, ma certa di ciò che vuole e ben definita dagli affetti e dalla situazione familiare.

babygirl recensione

A24, 2AM, Man Up Films

Thriller erotico? – Babygirl recensione

Babygirl è stato presentato come un thriller erotico, ma non è nessuna delle due cose. L’erotismo è solo suggerito, non vi è mai il coraggio (o la possibilità?) di osare nonostante si parli di perversioni, sadomasochismo e fascino del pericolo. Il tutto è ridotto a dei montaggi musicali (a questo punto ne bastava anche solo uno) che riassumono brevemente e danno un’idea di ciò che i personaggi sono capaci di fare, ma che all’atto pratico non fanno. Giocando molto con l’ironia è poi difficile prendere sul serio il rischio corso, sdrammatizzato costantemente e mai palesato al punto da arrivare a chiedersi sul finale se quanto successo abbia avuto un impatto sulla vita dei personaggi e comportasse davvero un pericolo. 

È sicuramente interessante affrontare così apertamente la sessualità e delle dinamiche che spesso vengono etichettate come Taboo, senza rifugiarsi dietro inutili drammi o traumi caratterizzanti ma aldilà di questo, Babygirl non sembra avere molto da dire. Si scherza sul consenso, sull’animalità dei rapporti e sulla diffusa ignoranza in materia, ma il tutto resta un mero gioco. Manca la tensione, manca il sesso e manca il rischio. Il che è piuttosto grave per un thriller erotico.

Babygirl

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • I desideri di Romy sono parte di lei e non derivanti da traumi scatenanti

Lati negativi

  • Tensione ed erotismo sono quasi assenti
  • Il personaggio di Samuel è solo accennato

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