Beats: recensione del film Netflix sulla musica hip hop
Oggi parliamo di Beats, uno degli ultimi film originali Netflix rilasciati sulla piattaforma. Un film che parla di rap e di riscatto personale attraverso la musica.
Beats recensione. Dopo il celebre 8mile, il numero di film e serie tv dedicati al mondo della musica rap, hip hop e al suo contesto si sono decisamente moltiplicati. Anche se il filone dei film rap si inserisce in un altro, ancora più grande, che è quello dei film e degli show dedicati alla musica. Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla prolificazione delle pellicole aventi come protagonista musicisti, reali o fittizi; film nei quali la musica stessa spesso diventa motivo di redenzione e riscatto personale, in particolare negli ambienti afroamericani.
Beats si inserisce perfettamente in questo filone. La storia è quella di un giovane ragazzo del ghetto che deve trovare il modo di reagire alle sfortune della vita attraverso la salvezza della musica. Dopo lo sfortunato The Get Down, Netflix prova a riscattarsi con un altro prodotto sul mondo della black music e del ghetto. Ci sarà riuscita? A voi la nostra recensione di Beats.
Indice
Storie del ghetto – Beats recensione
Come da ogni copione che si rispetti, il film dipinge un quartiere prevalentemente abitato da afroamericani a Chicago. Il clima è quello di violenza continua e di disperazione quasi quotidiana nei confronti di un fenomeno che sembra inarrestabile. Dopo un avvenimento che avviene nei primi minuti del film, il giovane August rimane talmente shockato da costringere sua madre a non farlo uscire di casa. Il giovane, infatti, soffre di attacchi di panico incontrollabili e quindi è un pericolo per gli altri ma anche per sé stesso.
È questo il preambolo della storia, che vede nella musica, il Rap e l’R’n’b in particolare, l’unica via di uscita e l’unica salvezza: la strada per il riscatto dello sfortunato August. Ad animarlo, Romelo, un impiegato della sicurezza della scuola di August, incaricato di riportarlo a scuola dopo mesi di assenza. Personaggio che, guarda caso, è anche un produttore discografico di rap caduto in disgrazia.
Il riscatto
Il film si inserisce perfettamente in quel filone di pellicole, molte delle quali di recente produzione, che sembra ormai aver trovato la formula per il successo. Le sceneggiature spesso sembrano copiate su carta velina, con la semplice aggiunzione o sottrazione di alcuni fattori. Come in questi film, i protagonisti di Beats, il diciassettenne August e il quarantenne Romelo, sono degli emarginati. Dei cosiddetti outsiders.
L’evoluzione del personaggio di August, in particolare, si basa totalmente sull’elemento, comune in questi prodotti, di un riscatto personale che vuol dire combattere contro la propria psiche.
L’incontro con Romolo è sintomatico di un personaggio che non ha più controllo della realtà. Eccetto quando si ritrova a produrre basi di musica rap con i suoi strumenti da studio. Dall’altro lato troviamo Romelo, che ci viene presentato come un famoso produttore di musica rap (vagamente somigliante a 50Cents) che è caduto in disgrazia. E anche nel suo caso, la lotta per il riscatto è tutta personale. Mentre per August la musica è ancora qualcosa di innocente e positiva, per Romolo è stata la rovina.
Un film originale Netflix
Da quando Netflix è passata da semplice distribuzione a produzione di prodotti originali, il responso del pubblico non è stato sempre univoco. Tuttavia, mentre per le serie ci si trova d’accordo sulla qualità di buona parte delle stesse, sui film c’è molto disaccordo. La qualità dei lungometraggi Netflix non si è assestata sempre su livelli particolarmente alti. Anche Beats soffre di alcuni difetti evidenti, che minano un’idea di base comunque interessante. Innanzitutto a livello di sceneggiatura possiamo già ritrovarne alcuni. L’incipit della storia risulta decisamente azzeccata e ben costruita. Sarà difficile non provare dolore nei primi minuti del film. La storia tuttavia comincia a vacillare dopo poco, dando spazio ad un’evoluzione che risulta spesso prevedibile. L’emersione di questo genere ha fatto si che certe dinamiche si ripetano, e spesso anche con lo stesso ordine. Beats soffre di questo effetto déjà vu per buona parte della sua durata.
Dove però il film soffre particolarmente è dal punto di vista tecnico e registico. In particolare la fotografia sembra proseguire un trend molto comune ai film Netflix: la luce troppo satura. Il film avrebbe giovato sicuramente in termini di drammaticità e tensione con un uso più adatto delle luci. Le immagini sembrano sempre pervase da una luce eterea, e spesso le fonti di luce inondano letteralmente la scena. Qualche gioco di chiaroscuro avrebbe dato più spessore alla vicenda.
La musica e i protagonisti – Beats recensione
Dove il film riesce a imporsi è, naturalmente, nel suo comparto musicale. Il consiglio che possiamo darvi è quello di guardare il film con un buon impianto sonoro. E in inglese possibilmente. Le basi musicali originali prodotte per il film sono particolarmente azzeccate e danno spesso una marcia in più a diverse scene. La musica è anche il fulcro del rapporto fra i due protagonisti del film, i due outsiders August e Romolo. August (Khalil Everage) risulta un personaggio empatico e ben costruito, come anche il suo disturbo psichico da shock.
Uno shock che deriva dal clima di violenza delle gang che girovagano per le strade del suo quartiere. L’incontro con Romolo segna un classico volta pagina, con il personaggio che diventa mentore del giovane.
Romelo (Anthony Anderson) è il personaggio che fra i due pecca più di quell’effetto di già visto già citato. Nonostante una buona interpretazione, le vicende del personaggio risultano spesso forzate. Così come la sua evoluzione. Molto interessante invece il rapporto fra August e la sorella Kari. La sorella qui rappresenta una figura di redenzione per il giovane August, oltre che fonte di ispirazione per l’artista che c’è in lui. Molto interessante l’idea di dare un tema musicale a questo rapporto. Un tema che si ripresenterà durante tutto il film e che spesso cambierà ritmo e velocità per sottolineare ancora di più l’emotività sconvolta del protagonista.
Conclusioni – Beats recensione
Beats è un film che parte con i migliori propositi, ma che si perde in difetti evidenti che ne minano l’apprezzamento generale. I dialoghi suonano spesso poco ispirati e, ancora una volta, già sentiti molte volte. Il film soffre soprattutto di una netta separazione fra la prima parte, realistica e credibile, con una seconda frettolosa e discontinua. Tuttavia il film non è bocciato e non ne sconsigliamo la visione. Le scene in cui August produce la propria musica sono ben fatte ed emozionano lo spettatore in maniera molto coinvolgente.
Netflix dimostra di volersi impegnare ulteriormente nella produzione di lungometraggi e qui ce ne da una prova. È innegabile che l’idea fosse di per se intrigante, nonostante il film percorra una strada già nettamente battuta da altre numerose pellicole. Quello su cui Netflix dovrebbe puntare è la scelta di osare qualcosa di più dal punto di vista della regia e della sceneggiatura. Il potenziale c’è, e siamo fiduciosi nel pensare che presto Netflix ci offrirà qualche lungometraggio degno della qualità di molte serie prodotte dallo stesso team della piattaforma.
Beats - Recensione
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Musiche molto ispirate
- Buone interpretazioni dei personaggi
Lati negativi
- Effetto Deja vu costante
- Dialoghi con poco mordente
- Regia e fotografia decisamente sottotono