Bentornato Presidente: recensione del film con Claudio Bisio
Ritorna il Peppino Garibaldi di Claudio Bisio, Presidente "per errore"
Bentornato Presidente recensione. A sei anni di distanza dal film Benvenuto Presidente (2013) è approdato nelle sale il suo sequel. Bentornato Presidente è una commedia che attinge dallo scenario politico contemporaneo e lo fa senza sconti. L’ex-Presidente della Repubblica “per caso” Giuseppe Garibaldi, questa volta, deve guidare un Governo raffazzonato e diviso tra due ali politiche opposte. Il suo unico obiettivo, però è quello di riconquistare la moglie Janis, fuggita dalla vita troppo sedentaria che lui le aveva imposto. Sapranno riappacificarsi e, contemporaneamente, guidare un Paese?
Molti cambiamenti rispetto al predecessore, ottimo successo di pubblico. La regia è passata da Riccardo Milani alla coppia Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana con un guadagno notevole. Accanto a Bisio c’è Sarah Felberbaum nel ruolo che fu di Kasia Smutniak e al cast si aggiungono gli ottimi Paolo Calabresi e Pietro Sermonti. Questa nuova produzione sarà riuscita a rivaleggiare con la precedente o la maledizione del sequel avrà colpito ancora? Scopriamolo nella nostra Recensione.
Bentornato Presidente recensione
Sono trascorsi sei anni dal capitolo precedente ma ne sono passati otto nella vita di Peppino Garibaldi. Presidente della Repubblica per errore e dimissionario con onore, si è ritirato fra le montagne. Ha una figlia e vive serenamente il suo matrimonio con Janis… o, almeno, così crede. Quando la sua compagna lo lascia per tornare a Roma e al suo lavoro, accusandolo di non averla mai davvero ascoltata, lui cede alla disperazione. Nel tentativo di riconquistarla, Peppino torna nella Capitale e finisce nel pieno delle trattative post-elezioni italiane. Due vincitori che vogliono governare e nessuna possibilità di accordarsi. L’unica chance diventa quella di farsi rappresentare da un Presidente del Consiglio “fittizio” e il buon Garibaldi coglie l’occasione anche per riavvicinarsi a Janis.
La differenza più marcata fra il film precedente e questo Bentornato Presidente è la sua adesione alla realtà politica contemporanea. Il primo film non ci aveva entusiasmato particolarmente anche per via del suo accodarsi a una forma, nascente, di qualunquismo politico. Il messaggio dell’Uomo Qualunque che può diventare la più alta Carica dello Stato divenne lo sciagurato biglietto da visita di un modo di pensare la carriera e le ambizioni di quel mondo di cui oggi viviamo le conseguenze. Qui, pur mantenendo l’assetto originale, si gioca su un altro campo, si mescolano i generi e, soprattutto, non ci si vergogna di citare esplicitamente.
Bentornato Presidente – Un Instant Movie di livello
Se Benvenuto Presidente cercava di mantenere un tono generico, senza immergersi troppo nella realtà contemporanea (se non dal punto di vista del “messaggio” sopracitato), questo sequel procede in senso opposto. D’altronde, la trama nasce proprio dall’esito delle elezioni del 2018 e dallo stallo che portò alla nascita del Governo attualmente in carica. Il sempre ottimo Paolo Calabresi veste i panni di Teodoro Guerrierio, leader arrogante e populista con felpe dai messaggi espliciti; il Guglielmo Poggi di Smetto Quando Voglio è Danilo Stella, a capo di un partito che inneggia al cambiamento e vive di trend sui social… i riferimenti non sono velati, sono espliciti.
Questo tramuta Bentornato Presidente in un Instant Movie, uno di quei film che fotografano il Presente con estrema adesione. Per alcuni, questo rappresenterebbe un difetto perché renderebbe la pellicola facilmente “superabile” e, di conseguenza, dimenticabile una volta esaurito questo momento storico. A nostro avviso, in realtà, un Instant Movie fatto bene può rivelarsi un efficace strumento per poter analizzare, a distanza di decenni, la nostra contemporaneità e valutarla con maggiore obiettività. Quello che priva di molta energia il costante riferimento ai giorni nostri del film è il fatto che cerchi di parodiare qualcosa di già estremamente surreale. Purtroppo i soggetti che animano le Stanze del Potere nostrane hanno già una tale componente grottesca e fuori dagli schemi che ironizzarci sopra sembra quasi una forzatura. Non si riesce a ridere troppo di Guerrieri e Stella perché, sostanzialmente, ciò che dicono e fanno non è dissimile dagli atteggiamenti degli “originali!”
Bentornato Presidente – La regia è il vero punto forte
Questa commedia cerca di non limitarsi alla pura satira ma si inerpica attraverso generi disparati, passando dall’ironia alla Spy-Story. Da una certa prospettiva è ammirevole e fuori dagli schemi, cosa che apprezziamo sempre. Non si può non evidenziare, però, come i singoli registri non sembrino amalgamarsi a dovere e generino la strana sensazione di un film che cambia faccia nel corso della sua durata. Parte come una commedia sentimentale, si tramuta in satira politica e poi acquista una vena “apocalittica” con tanto di intrighi di potere. Tutte queste metamorfosi, però, rischiano più di disorientare lo spettatore piuttosto che trascinarlo in una cavalcata tra generi. Da questo punto di vista, l’opera precedente dei registi Stasi e Fontana, Metti la Nonna in Freezer (2018), era sicuramente più omogenea e meno dispersiva.
Già, Stasi e Fontana. Sono loro, i giovani registi, a rappresentare il punto forte di Bentornato Presidente. Nulla da eccepire su un Claudio Bisio sempre padrone della situazione e una Felberbaum che sa alternare dolcezza e rigidità risultando sempre credibile ma è dietro la macchina da presa che si respira novità. I due autori originari di Matera, infatti, sono la scelta perfetta per un film di questo tipo anche in virtù dei loro primi corti su Youtube che facevano proprio satira politica a colpi di cinefilia. Questa coppia lavora su una comicità visiva, caso rarissimo in Italia, frutto di creativi raccordi negli stacchi tra una scena e l’altra, di montaggi alternati e di attori che compiono precisi gesti che servono ad “agganciare” singole sequenze.
Ormai è quasi noioso citare Edgar Wright parlando di Stasi e Fontana ma loro stessi lo fanno: la sequenza in cui Calabresi mostra gli uffici a Bisio è un esplicito omaggio a una scena simile in Hot Fuzz (e, in un’inquadratura, successiva compaiono anche due poliziotti che mangiano un cornetto!) Il loro modo di intendere il Cinema denota una personalità già matura e che ci regalerà enormi soddisfazioni.
Bentornato Presidente – In conclusione
Se non vivessimo in un’epoca che ha sdoganato l’assurdità e l’iperbole nel mondo della politica, probabilmente potremmo considerare Bentornato Presidente una satira cupa e perfettamente riuscita. Purtroppo, esattamente come accade a molti esempi di comicità, la realtà ha deciso di superare la fantasia sulla destra e senza freccia. Questo trasforma una pellicola come questa in una brillante rappresentazione della contemporaneità ma che lascia la sensazione di averne solo replicato le componenti più improbabili e sotto gli occhi di tutti.
Al di fuori di questo dettaglio, però, la strepitosa cura e l’inventiva di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana fanno decollare il film, regalando alcune sequenze seriamente memorabili e dimostrando che si può fare Cinema mainstream senza rinunciare ai propri tratti peculiari. Da questo punto di vista, il film con Claudio Bisio è assolutamente consigliato.
Bentornato Presidente
Voto - 7
7
Lati positivi
- Un cast ben scelto che lavora in perfetta sintonia
- Regia e Montaggio strepitosi, caratteristici e capaci di rendere unico l'aspetto del film
Lati negativi
- L'alternanza di generi e registri non sempre funziona alla perfezione e può disorientare
- Seppur centrata, la satira del film graffia poco perché (sfortunatamente) troppo vicina alla realtà