Benvenuti a Zombieland: recensione del film con Woody Harrelson

Tra le novità che Netflix ha portato sui nostri schermi c’è Benvenuti a Zombieland, irriverente pellicola con Woody Harrelson ed Emma Stone

Netflix non manca mai di stupirci quando si tratta di nuove aggiunte al catalogo. Tra le innumerevoli uscite che hanno esordito nel nuovo anno c’è anche Benvenuti a Zombieland, film del 2009 diretto da Ruben Fleischer. Il film conta nel suo cast, scarno ma brillante, attori come Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Emma Stone Abigail Breslin. Pur essendo un film a tema apocalisse zombie, Benvenuti a Zombieland non è la classica pellicola che ci viene in mente pensando a quelle tipiche del tema. Grazie all’umorismo macabro e al ritmo accattivante è senza dubbio un’alternativa allettante ai soliti horror che puntano tutto sull’adrenalina.

La visione che ci viene data della fine del mondo ha ben poco di filosofico; e ci racconta con divertente cinismo la quotidianità di chi è rimasto in vita e che si ritrova, da un giorno all’altro, a fare a meno di tutte le convenzioni e i fronzoli che la vita di prima richiedeva. Nel nuovo mondo i sopravvissuti cercano di rimanere vivi e di adattarsi come possono. Magari concedendosi qualche piccolo piacere ogni tanto; come uno snack trovato in qualche supermarket abbandonato.

La trama – Benvenuti a Zombieland, la recensione

Attraverso il consumo di carne contaminata dal virus della mucca pazza l’umanità viene distrutta da un’epidemia che trasforma gli individui infetti in zombie cannibali. Il nostro protagonista è riuscito a scamparla non grazie ad un fisico prestante o a spiccate doti da killer, ma per via di una serie di semplici regole che lui stesso si è dato. Pur essendo sempre stato un tipo piuttosto solitario, Columbus sente la mancanza delle altre persone ora che si ritrova quasi completamente solo al mondo. Per questo motivo decide di andare alla ricerca dei suoi genitori in Ohio per scoprire se sono sopravvissuti all’apocalisse.

Durante questo viaggio incontrerà Tallhassee. Si tratta di un uomo d’azione e senza paura che nasconde un lato tenero. Successivamente, incontrerà anche le sorelle Little Rock e Wichita, che cercano anche loro di sopravvivere agli zombie, senza rinunciare però al loro passato da truffatrici. I quattro sono destinati a vivere insieme esperienze tutt’altro che semplici e, ognuno a modo suo, a rivalutare la propria filosofia di vita.benvenuti a zombieland recensione

Un umorismo cinico e travolgente

Benvenuti a Zombieland è un film dall’essenza cinica e dall’umorismo tagliente. Adatto a chi riesce a guardare con leggerezza le tragedie della vita. Il senso dell’ilarità ci viene restituito dal vedere persone come noi, come Columbus, avere a che fare con situazioni estremamente tragiche e lontane dalla nostra quotidianità. Ed è proprio come le affronteremmo noi che i protagonisti le fronteggiano: alla bella e meglio, lasciandosi alle spalle tutte le convenzioni sociali del vecchio mondo. Se già nella società a cui siamo abituati i fronzoli sociali risultano una forzatura per molti, in una realtà dove la sopravvivenza è l’interesse primario questi sono davvero fuori contesto.

Questo fa riferimento non solo ai convenevoli di contorno, come le strette di mano o i per favore, ma anche a cose meno scontate come i nomi propri di persona. Durante tutto il film, infatti, l’unica persona di cui conosciamo il vero nome è l’attore Bill Murray. L’attore interpreta se stesso, sopravvissuto nella sua villa a Los Angeles, in una scena esilarante al limite del tragicomico. I nomi del resto dei personaggi sono i luoghi dove loro si stanno dirigendo oppure soprannomi inventati, a promemoria del fatto che non c’è spazio nella nuova vita per cose che non siano essenziali.

Struttura del film – Benvenuti a Zombieland, la recensione

Le quattro regole di Columbus ci guidano attraverso tutto il film; compaiono più volte nel percorso costellato di zombie che i protagonisti percorrono, ricordandoci ogni volta l’importanza di allacciare la cintura o mantenersi in buona forma fisica. Questo filo rosso diventa una struttura brillante e spiritosa per la pellicola, che anche nei momenti di maggior pathos e adrenalina ci mostra la sua identità impudente. Quasi sfiorando la satira nei confronti dei classici film zombie.

Infatti, Benvenuti a Zombieland condivide ben poco con il resto del genere zombie apocalittico. Non troverete strazianti momenti in cui i veri mostri sono gli esseri umani vivi e vegeti come in The Walking Dead; o scene strappalacrime in cui l’eroe trova la cura magica per salvare l’umanità in stile World War Z. Questo è un film su come persone (a grandi linee) normali, affrontano una situazione che si allontana molto dal quotidiano e, dopo aver vissuto una prima fase di disumanizzazione, riscoprono l’uno attraverso l’altro il piacere dell’avere una famiglia. Il tutto condito con dell’ironia un po’ dark.

Conclusione – Benvenuti a Zombieland, la recensione

L’idea di una commedia zombie distacca senza dubbio Benvenuti a Zombieland dal resto dei film del genere morti viventi. Oltretutto, lo rende un prodotto interessante da guardare per lo spettatore, al quale si rivolge sempre con estrema onestà. Il ritmo è incalzante, e dal primo minuto ci lasciamo condurre dalla voce narrante di Columbus attraverso la sua avventura, senza allontanare mai l’attenzione dallo schermo.

Tra i suoi punti di forza non ci sono sicuramente una sceneggiatura complessa e sorprendentemente elaborata, come neanche una struttura psicologica dei personaggi proveniente da un romanzo russo del primo Novecento… Ma per come il film ci viene proposto questi criteri non sono tra le nostre aspettative, e di conseguenza non sono neanche motivo di delusione. Benvenuti a Zombieland è un film che si guarda con piacere e senza impegno. Soprattutto se si è alla ricerca di risate non convenzionali per passare una serata in leggerezza. Magari mangiando un paio di Twinkie in compagnia.

Benventi a Zombieland

voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Umorismo fuori dal comune
  • Ritmo coinvolgente

Lati negativi

  • Trama superficiale
  • Personaggi poco approfonditi

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