Big Bug: recensione della commedia di fantascienza Netflix
Una brillante commedia fantascientifica dal regista di Il Favoloso Mondo di Amélie: la nostra recensione di Big Bug, su Netflix
Big Bug, di cui vi presentiamo la recensione, è disponibile su Netflix dallo scorso 11 febbraio. Si tratta di una commedia di fantascienza distopica, diretta dal regista e sceneggiatore francese Jean-Pierre Jaunet, già autore di Il Favoloso Mondo di Amélie. Si tratta di una pellicola arguta, divertente, sorretta da un’ottima sceneggiatura. Ciò che la contraddistingue è senza dubbio un’ironia raffinata, mai grottesca, seppure il regista giochi molto con la fantascienza e con il paradosso. È un divertissement che non è però fine a se stesso, ma riflette in modo intelligente sul rapporto tra uomo macchina e sul mondo virtuale, ormai ampiamente presente nelle nostre vite, di cui la versione futuristica descritta dal regista appare verosimile. Si tratta inoltre di un film dall’impianto teatrale. Big Bug è ambientato in un’unica location: una casa ipertecnologica governata da IA “buone” che cercano di interpretare e di rispondere ai bisogni degli esseri umani, al punto da essere disposte a sequestrarli in casa e impedire loro di uscire, pur di proteggerli.
Nel mondo descritto dal regista vi sono dunque due tipi di IA. Le prime, più vetuste, seguono pedissequamente le tre tre leggi della robotica teorizzate da Asimov. Così secondo la prima legge: “non possono arrecare danno a un essere umano né permettere che, a causa del loro mancato intervento, un essere umano riceva danno”. Per la seconda “devono obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge”. Per la terza: “devono proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge”. Oltre a tali tali robot e androidi amici dell’uomo, come Monique (Claude Perron), però, in Big Bug emergerà presto la minaccia di IA “ostili” all’umanità: gli Yonyx, macchine che addirittura sono xenofobe nei confronti degli umani. Se siete curiosi di conoscere il nostro parere, proseguite nella lettura della recensione di Big Bug.
Indice:
Trama e parallelismo con L’Angelo Sterminatore – Big Bug recensione
Come si diceva all’inizio della recensione, Big Bug inizia con un “sequestro protettivo” da parte dei robot della casa iper-tecnologica. Essi, infatti, a causa della rivolta degli Yonyx , decidono di tenere rinchiusi gli umani per proteggerli dagli androidi ribelli. La loro corretta previsione mal si concilia però con gli ospiti i quali, in realtà, non sono affatto a loro agio in questa convivenza. La padrona di casa Alice (Elsa Zylberstein) e il suo spasimante (Stéphane De Groodt), che ha portato con sé il riluttante figlio (Helie Thonnat) si troveranno infatti a dover convivere con l’ex marito di Alice (Youssef Hajdi), la sua nuova compagna (Claire Chust), la figlia di Alice e del suo ex marito (Marysole Fertard) e…la vicina ficcanaso (Isabelle Nanty). Fin da subito la convivenza forzata non sarà delle migliori. Gli sforzi degli umani per liberarsi dalla “segregazione” non faranno altro che peggiorare la situazione.
La situazione paradossale in cui si trovano i protagonisti rievoca il paradosso creato da un altro regista, Luis Buñuel nel memorabile L’Angelo Sterminatore. Lì dei membri dell’alta borghesia, rimangono inspiegabilmente bloccati in una stupenda villa, senza poter varcare la soglia che li porterebbe fuori. Allo stesso modo in Big Bug di Jean-Pierre Jaunet alcuniumani dalla condizione economica piuttosto agiata, al punto da potersi permettere una casa iper-tecnologica, rimangono loro malgrado trincerati nella struttura. Pur avendo tutti i confort possibili vorrebbero fuggire, ma non riescono a farlo. In parte, per la loro inettitudine ad essere attivi, visto che ormai ogni cosa, perfino aprire una porta è subordinata alla valutazione di una IA. La situazione di prigionia costringe gli umani a non essere più passivi, ma la loro azione genera per lo più disastri. Con grande e sottile ironia il regista ci mostra un’umanità dipendente dalle tecnologie e piuttosto pigra.
Dialoghi brillanti, IA e umani a teatro – Big Bug recensione
In Big Bug si racconta di un’umanità annoiata, che non sa bene come occupare il proprio tempo e che non ha particolari talenti. Al contrario i robot amici dell’uomo sono incredibilmente creativi ed ingegnosi e studiano gli umani per aiutarli ad essere migliori. Vi sono poi le IA malvagie (tutte con il volto di François Levantal), che sono metafora della tecnologia utilizzata per influenzare, manipolare al punto da umiliare gli esseri umani. Si tratta di una metafora non così lontana dalla realtà, considerato l’utilizzo invasivo dei media e dalla tecnologia, che possono svalutare, violare e alterare l’identità dei singoli. Come si diceva sopra siamo dinanzi a un film Netflix che porta umani e IA a teatro. La commedia è innescata dall’interazione tra gli esseri umani e i robot androidi. Il tutto funziona piuttosto bene. I dialoghi e le interazioni tra i diversi personaggi (umani e non) sono davvero brillanti e divertenti.
Gli esseri umani ne escono bonariamente ridicolizzati, rispetto a IA che sono costrette ad abbassare il loro livello di intelligenza per farsi capire. Ottima la prova degli attori. L’idea di gestire una commedia di interni tra robot e umani, non era per niente facile da realizzare. Il regista Jean-Pierre Jaunet, mostra di essere perfettamente all’altezza del compito con Big Bug, che brilla per estro, personalità, acume ed equilibrio. Dal punto di vista tecnico e visivo il film è colorato e dal cromatismo raffinato. La fotografia rievoca chiaramente quella di Il Favoloso Mondo di Amèlie. La scenografia della casa iper-tecnologica e le brillanti capacità dei robot divertono e stupiscono per resa visiva e ingegnosità. Gli “effetti speciali” utilizzati hanno un gusto un po’ vintage se vogliamo, che rievoca un po’ la fantascienza steam punk, anche se non vi è traccia di macchine a vapore. Utilissimo lo scanner per trovare gli oggetti smarriti: chiunque lo vorrebbe a casa.
Big Bug
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Commedia fantascientifica brillante, con ottimi dialoghi e sceneggiatura forte
- Scenografia e fotografia dal cromatismo intrigante
- Originale l’idea di portare IA ed esseri umani in una commedia di interni
Lati negativi
- La rivolta delle IA non è in fondo un tema così nuovo
Mai vista una cosa così brutta, può piacere solo a chi suona l’ukulele bevendo il tè arancia e cannella appoggiato al davanzale della finestra in un giorno di pioggia.