Big Mouth 3: recensione della terza stagione della serie Netflix
Torna su Netflix la serie animata più eccessiva e divertente della piattaforma!
In questa recensione di Big Mouth 3 vedremo come l’irriverente serie animata originale Netflix si confermi come uno dei prodotti vincenti del colosso dello streaming. Sappiamo già che Netflix ha siglato un accordo con la compagnia di animazione Brutus Pink e che Big Mouth arriverà fino alla sesta stagione. Nella terza stagione ritroviamo il geniale team creativo al completo: Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett. Anche in questa stagione viviamo le turbolente evoluzioni della pubertà attraverso le vicende di Nick, Andrew e dei loro amici, ritrovando gli ormai celebri Mostri degli Ormoni Maurice e Connie.
Come sempre, è consigliabile guardare Big Mouth in lingua originale per godere in pieno anche delle voci, spesso celebri, dei folli personaggi della serie. Ritroviamo i doppiatori storici della prima e seconda stagione, fra cui lo stesso Nick Kroll e Jordan Peele insieme ad alcune interessanti new entries. Abbiamo così Thandie Newton a dar voce a un nuovo Mostro degli Ormoni, Mona, e Carol Kane che doppia la Strega della Menopausa. La terza stagione di Big Mouth, che comprende My Furry Valentine, l’episodio speciale rilasciato a San Valentino, è composta da 11 puntate..
Indice
Una serie sempre sfrenata – Big Mouth 3 recensione
Irriverente, provocatoria, eccessiva e divertentissima: con la terza stagione di Big Mouth il team creativo ha di nuovo fatto centro. La continuità narrativa con la seconda stagione è da manuale e l’evoluzione dei personaggi ci tiene incollati allo schermo dalla prima all’ultima puntata. I temi affrontati e sviluppati in maniera sempre più sfrenata sono quelli cardine dalla prima stagione e ruotano tutti attorno al mondo della sessualità adolescenziale. La sessualità al primo posto, certo, ma in questa stagione vediamo come l’amicizia tra Nick e Andrew si complichi e come i nostri protagonisti (Jay e Jessi in particolare) debbano fare i conti con dinamiche familiari difficili.
L’asticella della provocazione è sempre più alta e i toni toccano nuove vette di eccesso. Nella storyline di Jay si approfondisce il discorso sulla confusione riguardo le preferenze sessuali.
Jay scopre di essere un bisessuale cisgender poliamoroso dopo un esilarante numero musicale sullo spettro della sessualità con i fantasmi di Freddie Mercury, David Bowie, Prince, Whitney Houston e Duke Ellington. Nella canzone, Gordie, protagonista di una immaginaria serie Netflix e doppiato da Martin Short, illustra insieme ai fantasmi l’enorme panorama dello spettro della sessualità; c’è un posto per tutti e Jay trova il suo. Una soluzione narrativa tanto provocatoria quanto geniale.
Ma le tematiche trattate, dicevamo, sono molte ancora: la dipendenza da cellulare, la condizione femminile, le molestie sessuali, addirittura l’incesto. Quest’ultimo tema è trattato nella storyline di Andrew che, dopo un viaggio in Florida, si invaghisce di sua cugina e arriva a mandarle foto spinte ed esplicite. Anche qui il tono è dissacrante e spiazzante. Si ride (e tanto), ma nello stesso tempo si rimane impressionati; ci si gode uno spettacolo brillantemente irriverente e si riflette. Ed è proprio questo uno dei molti punti di forza di Big Mouth fin dalla prima stagione.
Fra cinema, musical e riferimenti a Netflix – Big Mouth 3 recensione
Big Mouth 3 è un macrospettacolo che racchiude all’interno della narrazione altri microspettacoli che ci catapultano nel mondo del cinema, del musical, di altri programmi della stessa Netflix. Il decimo episodio, “Disclosure The Movie: The Musical!” è un esempio perfetto. Nella puntata i protagonisti sono impegnati nel mettere in scena un musical su Rivelazioni, film con Michael Douglas e Demi Moore. Al centro della pellicola e dello spettacolo, diretto dall’ambiguo professor Lizer, una tematica che nulla dovrebbe avere a che fare con una recita di scuola media: le molestie sessuali.
Mentre Nick veste i panni di Michael Douglas e Missy quelli di Demi Moore, Lizer si comporta in modo viscido con Lola approfittando della cotta che la ragazzina ha per lui. Anche qui abbiamo un tema forte e il solito umorismo provocatorio. Sempre nello stesso episodio compaiono sulla scena i Fab Five del programma Netflix Queer Eye, impegnati in un esilarante makeover di uno dei personaggi più folli della serie, Coach Steve. Nel terzo episodio, invece, Jay scopre che su Netflix c’è una serie tv che sembra fatta apposta per lui: è la storia di Gordie, un mago canadese alle prese con la scoperta della propria identità sessuale.
Politicamente scorretto, ma perfetto per il contesto, il riferimento a serie Netflix come Tredici nel sesto episodio. Maurice crede che Andrew voglia suicidarsi dopo che i suoi genitori lo hanno scoperto a mandare foto spinte a sua cugina. Andre nega l’intenzione e Maurice risponde:
Giusto, gli avvocati di Netflix. Nessun adolescente dovrebbe suicidarsi, anche se renderebbe il tutto più avvincente.
Considerazioni finali – Big Mouth 3 recensione
Anche con questa terza stagione, Big Mouth si conferma come uno dei prodotti meglio riusciti e più interessanti fra quelli originali Netflix. Non sorprende che il colosso dello streaming abbia già firmato per altre tre stagioni. Big Mouth è una serie animata che si rivolge ad un pubblico adulto; un pubblico che sia in grado di capire l’intento dissacratorio di quello che vede. Si va oltre la commedia, per certi aspetti siamo nell’ambito della satira. Ci sono il sarcasmo e la caricatura, l’umorismo nero e le allegorie su situazioni e aspetti tipici della vita quotidiana di un gruppo di adolescenti comuni.
I personaggi sono scritti in maniera impeccabile da un team creativo che si conferma essere una garanzia. Irresistibile il percorso di uno dei personaggi più divertenti e più amati della serie, lo sgangherato Coach Steve. In questa stagione è alle prese col licenziamento dalla scuola media dove ricopre il ruolo di insegnante di ginnastica e educazione sessuale. Lo seguiamo mentre si reinventa in mestieri sempre più strani (come il manichino in un negozio) fin quando dopo varie peripezie viene riassunto dalla preside.
Perfetto anche l’equilibrio fra le varie storyline che si intrecciano nella serie. Ai personaggi principali viene riservato uguale spazio e le figure secondarie non sono mai un semplice contorno; hanno un loro spessore e sono fondamentali per lo sviluppo dei protagonisti. Big Mouth 3, quindi, diverte e sconvolge, coinvolge e intrattiene senza mai deludere le aspettative (alte, dato il successo delle prime due stagioni). Chissà cosa si inventeranno Kroll, Goldberg e gli altri per continuare a tenere gli spettatori incollati allo schermo.
Big Mouth 3
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Folle, geniale, divertentissima
- Continuità narrativa e sviluppo dei personaggi