Billy Elliot: recensione del film con Jamie Bell

Diretto da Stephen Daldry ed interpretato da Jamie Bell, Billy Elliot narra il trionfo delle passioni

Billy Elliot: la recensione

Nello stesso anno (2000) in cui Darren Aronofsky e Ron Howard regalano al mondo cinematografico pellicole come Requiem for a Dream e The Grinch, che in seguito diventeranno pietre miliari del cinema, Stephen Daldry realizza il lungometraggio Billy Elliott. Il cineasta britannico, che vanta la regia di The Hours, The Reader e Molto forte incredibilmente vicino tratto dall’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, si serve stavolta della sapiente sceneggiatura di Lee Hall.

Il film è quasi interamente ambientato nella contea inglese di Durham mentre gli eventi narrati risalgono al 1984. Billy Elliot è un ragazzino che scopre di provare una sconveniente passione per la danza classica che deve difendere dai pregiudizi della società, ma soprattutto da quelli del padre (Gary Lewis) e del fratello.  

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Fanno da cornice, poi, i violenti scontri tra il sindacato dei minatori, del quale fanno parte anche il padre ed il fratello di Billy, ed la politica economica thatcheriana. A questo proposito, nel 2012 Phyllida Llyod sceglie Meryl Streep per interpretare il primo ministro Margaret Tatcher in The Iron Lady. Grazie a questo ruolo l’attrice vince il suo terzo premio Oscar.

Dal film diretto da Stephen Daldry, che è stato un vero e proprio successo, ne è stato tratto un musical omonimo scritto, ancora una volta, da Lee Hall e prodotto dal cantante Elton John.

Billy Elliot: la trama

La scena di apertura vede Billy Elliot, interpretato da un giovane Jamie Bell, saltare giocosamente sul letto sulle appropriate note di Cosmic Dancer dei T REX che recita “I was dancing when I was twelve […] I danced myself right out the womb”.

Il padre gli regala dei vecchi guantoni da boxe, un tempo appartenuti al nonno di Billy, e lo spinge a prendere lezioni di pugilato. Il destino vuole che la palestra venga condivisa con il corpo di ballo della signora Wilkinson (Julie Walters). Billy, che si rivela essere impedito nella boxe, viene subito irretito dalla purezza e dall’eleganza che le movenze di quella disciplina trasudano. Quasi immediatamente sostituisce i vecchi guantoni da boxe con le scarpette da ballo, incoraggiato dalla signora Wilkinson.

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Confida la sua nuova passione solo all’amico Michael e, nonostante Billy non creda affatto che il praticare la danza classica possa traghettarlo verso l’omosessualità, sa che il padre ed il fratello Tony non sarebbero d’accordo. Finge quindi di frequentare le lezioni di pugilato mentre la signora Wilkinson, che riscontra in lui del potenziale, continuare ad insegnargli i fondamentali del balletto. Ma in una piccola realtà come quella in cui vive Billy la verità sul suo conto non tarderà a venire a galla.

Billy Elliot: Il personaggio di Billy

Il cinema di Stephen Daldry attinge a immagini quotidiane e familiari. Aiutato da una trama essenzialmente semplice riesce a sviluppare magistralmente il personaggio di Billy. Questo a partire dalla sua infanzia che viene scossa dall’improvvisa morte della madre. Quindi ad eccezione della nonna, fonte di preoccupazione anziché di conforto, la vita di Billy viene privata della presenza di una figura femminile.

Crescendo impara ad accettare la mentalità ristretta e retrograda, pur senza esserne influenzato, non solo del padre e del fratello ma dell’intera comunità. Un padre, interpretato dallo scozzese Gary Lewis, che non si abbandona mai allo sfogo del pianto che considera una mera debolezza e che per lo stesso motivo non concede ai suoi figli il calore di un abbraccio. Spetterà proprio a Billy l’arduo compito di insegnargli ad accettare i propri sentimenti invece di temerli.

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Ma il ragazzo, dopo aver superato l’iniziale diffidenza verso quell’arte allora quasi prettamente femminile, non riesce a smettere di ballare, arrivando anche al punto di esercitarsi in bagno e di dover rubare libri sulla danza. Il suo conflitto interiore deriva dalla consapevolezza che prima o poi il padre scoprirà le sue menzogne e Billy esprime questo timore assumendo una buffa espressione contrita e frustata.  Sì perché, nonostante la drammaticità di alcuni momenti narrativi, il lungometraggio ha un’indole comica. Questa si evince non solo dalle frizzanti colonne sonore che smorzano spesso i toni ma anche dalle battute di Billy, alle volte ingenuo ed altre volte sboccato.

Il punto forte del suo personaggio resta però la sua genuinità facilitata da un calzante Jamie Bell, allora alla sua prima esperienza attoriale, e la sua intelligenza sentimentale. Ma l’ispirazione da dove arriva? Billy Elliot è la sintesi di più personaggi dai quali Lee Hall ha preso spunto. In particolare Hall attinge al percorso di ascesa di Philip Mosley, il primo ballerino de la Royal Ballet School nel 1993. Non mancano, poi, riferimenti anche al il baritono Sir Thomas Allen, il cui background coincide con quello di Billy.

Billy Elliot: la complicità di Mrs Wilkinson

Nonostante il duo creativo formato da Daldry e Hall si concentri sul percorso di crescita del piccolo Billy i due non lasciano al caso un ulteriore approfondimento caratteriale dei personaggi complementari. La signora Wilkinson, ad esempio, svolge la funzione di guida traghettatrice di Billy verso l’accettazione e compimento di sé. L’interprete di tale ruolo è Julie Walters , l’amata mamma Weasley divenuta nota per il ruolo da protagonista in Educating Rita accanto a Michael Caine.

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Il suo cinismo ed apparente distacco sono ciò che serve a Billy per rimanere con i piedi per terra e non lasciarsi incantare da ciò che la danza potrebbe offrirgli. Il rapporto tra Billy e la signora Wilkinson è un rapporto basato sul rispetto reciproco, spesso mitigato da momenti sarcastici e divertenti. 

Billy Elliot: Conclusioni

Quella di Billy Elliot è una bella storia, di quelle che ci scaldano il cuore e che rivedremmo con piacere. La danza rappresenta la perfetta occasione di evasione da un realtà grigia e monotona alla quale Billy sente di non appartenere. La storia è estremamente realistica ma è anche caratterizzata da toni favolistici. Questi sono tipici del cinema creato su misura per compiacere il proprio pubblico. 

Stephen Daldry e Lee Hall sono consapevoli dei punti di forza del proprio film e li sfruttano. Il lungometraggio Billy Elliot non cade mai in superficiali sentimentalismi. Ozia, invece, in perfetto equilibrio tra le sequenze spassose e quelle leggermente più serie, nascondendo una forte carica emotiva. Il tutto è coronato dalle brillanti performance degli attori principali del lungometraggio, ovvero una severa e sarcastica Julie Walters ed un sorprendente Jamie Bell.

In sintesi, Billy Elliot è uno di quei film che vi rimarranno nel cuore e che, in caso non aveste ancora visto, vi consigliamo caldamente di recuperare. 

Billy Elliot

Voto - 8

8

Lati positivi

  • bravura degli interpreti principali
  • indole comica del film

Lati negativi

  • non pervenuti

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