Black Mirror 5 – Recensione del primo episodio “Striking Vipers”

Analizziamo il primo episodio della nuova stagione

Black Mirror 5 recensione. Come ogni anno, l’arrivo di una nuova stagione di Black Mirror porta con sé gioie e dolori, esaltati dalla ribalta raggiunta negli ultimi tempi dalla serie di Charlie Brooker. Dopo numerosi episodi e altrettante sorprese, l’idea che lo show possa arrivare a corto di idee non può che essere naturale, specialmente quando vi sono così tante pressioni addosso e l’occhio del fandom è sempre vigile. Dopo il fenomeno Bandersnatch,  che tanto ha fatto parlare senza coinvolgere particolarmente il pubblico, la serie torna così al suo classico modus operandi con tre episodi di oltre un’ora che continuano a esplorare il rapporto uomo-tecnologia sotto una luce sempre diversa.

Nel far ciò, anche questa stagione della serie antologica si arricchisce di nuovi volti noti e grandi star da un lato, mentre mette in mostra le proprie risorse tecniche e di produzione dall’altro. Per un discorso più approfondito su tematiche e sviluppi della serie vi invitiamo a leggere le nostre analisi dei singoli episodi; qui ci occuperemo di “Striking Vipers“, puntata che esplora la deriva dei rapporti umani in un mondo dove reale e virtuale sono sempre più connessi.

Indice

Sinossi – Black Mirror 5 recensione

Il primo episodio della nuova stagione, Striking Vipers, è incentrato sul rapporto fra 3 individui: Danny (Anthony Mackie), Karl (Yahya Abdul-Mateen II) e Theo (Nicole Beharie). La narrazione ha inizio in un passato molto vicino al nostro tempo, ove i tre personaggi vivono insieme. Danny e Theo sono fidanzati, Karl è l’amico di sempre pronto a divertirsi in ogni occasione. I due uomini, in particolare, adorano passare le notti a menar le mani giocando a un famoso videogioco picchiaduro chiamato – per l’appunto – “Striking Vipers”. La visione si sposta poi al presumibile presente della vicenda, a 11 anni di distanza dalla scena precedente; Danny e Theo sono adesso una coppia sposata con tanto di figlio al seguito, mentre Karl è un importante produttore discografico.

In procinto di festeggiare il suo trentottesimo compleanno, Danny viene sorpreso dall’arrivo di Karl, il quale si presenta alla festa con un regalo del tutto inaspettato: il nuovo Striking Vipers X, che punta in maniera innovativa su una realtà virtuale che garantisce un’immersione “mai vista prima”. Dopo l’entusiasmo iniziale e la voglia di rievocare i vecchi tempi, si capisce sin dalla prima partita che il videogioco offre molte più opportunità di quel che potrebbe sembrare; la situazione sfuggirà presto di mano ai personaggi coinvolti, rischiando di cambiare per sempre la prospettiva delle loro vite.

Black Mirror 5 recensione

Striking Vipers – Reale o Virtuale?

Risparmiando spoiler d’ogni sorta, l’elemento preponderante all’interno della puntata è senza dubbio la complessa gestione della sfera relazionale umana. Quando il mondo è pieno di stimoli sempre nuovi e diversi, fin dove è possibile riconoscere la sottile linea che separa il reale dal virtuale? O ancora: in un contesto dove tecnologia e uomo sono totalmente co-dipendenti, sarà ancora possibile separare le sensazioni reali da quelle virtuali? Più che sull’aspetto tecnologico della vicenda, è palese che Brooker abbia puntato il focus sul lato intimo dell’essere umano, rischiando come raramente fatto prima d’ora. A vederla con occhi esterni, sarebbe curioso pensare alle possibilità e alle tentazioni di un mondo digitale in cui tutto è vero, tutto è concesso e non c’è alcuna conseguenza “reale” per le proprie azioni.

Ma proprio quando ci poniamo questo quesito, lo showrunner torna a giocare con le nostre percezioni: siamo davvero sicuri che le conseguenze non ci siano? Molto spesso, ed è una cosa già evidente nel nostro mondo, situazioni virtuali portano a conseguenze sociali reali. Gran parte dell’episodio insiste proprio in questo, assottigliando l’equilibrio tra reale e virtuale in un costante turbinio di emozioni che si abbattono sui protagonisti; lo spettatore viene così trascinato dentro a un vortice di dubbi e reazioni incontrollate molto simili a quelle vissute dai protagonisti. All’ottima scrittura, che inserisce perfettamente Striking Vipers nel macrocosmo di Black Mirror, va menzionata anche una resa tecnica fenomenale in cui spicca la regia di Owen Harris, già dietro la macchina da presa nell’acclamato San Junipero.

Black Mirror 5 recensione

Essenza e Coscienza – Black Mirror 5 recensione

Dalla tematica generale – Uomo vs Tecnologia – Brooker passa in maniera sorprendente al particolare. I dubbi e le sensazioni provate dai protagonisti delle vicende sono perfettamente inclini a diversi problemi di accettazione sociale che viviamo costantemente nel nostro mondo. Pur rendendo la soluzione del problema un compromesso socialmente discutibile, Striking Vipers ottiene molta presa sullo spettatore perché riesce a porre dubbi reali e dilemmi profondi ai quali pochi saprebbero dare risposte certe. Il dialogo di Brooker passa così dal conflitto sociale a quello umano, portando a galla l’eterno contrasto tra essenza e coscienza.

Ogni passo nello sviluppo della tensione narrativa è volto ad assottigliare il confine fra ciò che è vero (le emozioni) e ciò che non lo è del tutto (la sensazioni), giungendo a un climax nel quale è impossibile separare le due cose. Si finisce per non accettarsi, per rinnegare il contesto sociale di appartenenza o per sdoganare i canoni stabiliti; o ancora, per giungere a compromessi all’apparenza inammissibili in un mondo attuale. Dinanzi a una costruzione così ben congegnata, si finisce inevitabilmente col rimanere turbati dalle potenziali conseguenze di una normalizzazione sociale di questo genere; una situazione che si evolve silenziosamente e modifica la percezione di esperienze definite “intime” fino a pochi istanti prima.

Black Mirror 5 recensione

Conclusioni – Black Mirror 5 recensione

Fra i tre episodi, Striking Vipers è quello che più rimane fedele alla serie antologica, pur esaltando il cambiamento come tematica principale. Il percorso intrapreso da Brooker si trova a un potenziale punto di svolta, e i punti di vista possibili possono essere riassunti in due correnti di pensiero. La prima parrebbe la più logica: sfruttare il “contesto” Black Mirror per raccontare storie nuove è la via migliore. Nulla di più naturale per evitare di non aver più nulla da dire. La seconda, invece, appare ben più complessa: l’autore comprende che il dialogo sulla tecnologia pare aver passato la sua fase critica; vivendo in una realtà in cui abbiamo già accettato passivamente numerosi compromessi, l’unica soluzione è analizzare fin dove potrà spingersi l’impatto sociale che queste scelte avranno sulle nostre vite.

Se c’è una cosa che questa nuova stagione sta cercando di dirci, è che forse il dilemma della tecnologia sta venendo superato e non ci resta altro che osservare attentamente il grado di accettazione di certe dinamiche. Se l’identità di un uomo consiste nel mantenere la coerenza fra ciò che fa e ciò che pensa, saremo in grado di sopportarci e riconoscerci ancora in un mondo privo di vincoli? A ogni spettatore l’ardua sentenza.

Black Mirror 5x01 - Striking Vipers

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Regia e fotografia: resa scenica e atmosferica di grande impatto
  • Un cast ricco e ben assortito in grado di mantenere alte tensione e intensità

Lati negativi

  • Meno impattante e coinvolgente rispetto a passati episodi

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