Boris 4: recensione della serie tv italiana su Disney Plus

Boris è tornato e lo ha fatto nel modo migliore possibile

Da quando la prima stagione di Boris è uscita, nel 2007, si è guadagnata il titolo di serie tv italiana comica più sovversiva nel panorama televisivo nostrano. Basata su un soggetto di Luca Manzi, il tocco dissacrante degli sceneggiatori Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo e Mattia Torre ha colpito nel segno grazie ad una narrazione metacinematografica che svela i retroscena sul set della fiction Gli occhi del cuore.

Le prime tre stagione – a cui segue un film che però non è all’altezza della serie – sono state un grande successo. Dopo quindici anni alla Festa del Cinema di Roma è stata presentata la quarta stagione di Boris, revival composto da 8 episodi che, questa volta, si concentra sulla produzione di una serie sulla vita di Gesù e sul mondo delle piattaforme streaming. Boris 4 è disponibile su Disney Plus dal 26 ottobre.

Indice

Tutto è cambiato, nulla si è evoluto – Boris 4, la recensione

In quindici anni tutto è cambiato, anche il modo in cui vengono fatte le serie tv: mentre le prime tre stagioni dovevano scendere a patti con le produzioni televisive e un target di spettatori che è cambiato e, in parte, non esiste più. Ora le piattaforme streaming, il binge watching e i social media hanno surclassato i mezzi che i protagonisti di Boris conoscevano. Il punto d’arrivo dei personaggi della quarta stagione, come li scopriamo fin dalla prima puntata, mostrano questa dicotomia: molte cose sono cambiate, altre sono sempre le stesse, ma non c’è nessuna aria d’innovazione anche se il mondo attorno a loro si è rivoluzionato, ma solo in apparenza.

Boris 4

Boris 4. The Apartment.

Un cambiamento fasullo che ha colpito Corinna (Carolina Crescentini) e Stanis (Pietro Sermonti), ora sposati e produttori – fondatori di SNIP So Not Italian Production – che cercano di entrare nelle grazie della Piattaforma forzando la mano di Alessandro (Alessandro Tiberi) , ora non più lo stagista sfruttato, ma responsabile della piattaforma.
I due vogliono produrre una serie da vendere alla piattaforma per coprire i debiti del loro ultimo fallimentare lavoro, una serie basata sulla vita di Gesù. La vecchia squadra è così riunita, ma devono cercare di stare al passo delle ultime tendenze e di accontentare l’algoritmo, un’entità matematica che detta quali sono le ultime tendenze, quali prodotti seriali verranno girati, quali vedranno la luce e quali saranno cancellati.

L’algoritmo – Boris 4, la recensione

La troupe si ritrova a dover accontentare l’algoritmo che segue gli ultimi trend e cambia continuamente: quello che era d’interesse per il pubblico qualche mese fa, oggi è già cosa passata. Sebbene sia un concetto che la vecchia guardia fatica a capire, Gli Occhi del Cuore ha seguito regole analoghe: gli spot pubblicitari, le preferenze di uno specifico target (“i vecchi e le casalinghe” erano la punta di diamante degli ascolti, delle tipologie di pubblico che Stanis faceva di tutto pur di accaparrarsene il favore).

Boris 4

Boris 4. The Apartment.

L’algoritmo, e la piattaforma vogliono due cose per accettare di far distribuire la serie: una storyline teen e l’inclusività, quest’ultima doveva essere una prerogativa sia del cast che della troupe. Una linea guida, la prima, che gli sceneggiatori riescono a raffazzonare rubando qua e là le idee; mentre per l’inclusività tutto è in mano a Lopez. Una faccenda che diventa un po’ l’anima della quarta stagione e ne rispecchia le tematiche che Boris ha sempre portato avanti, quel parlare di un’Italia che non vuole cambiare, ancorata a valori desueti e ad una mentalità chiusa, che è la stessa che porta a ritenere soddisfacente avere un attore nero e uno asiatico in una serie tv ambientata nella Palestina degli anni Trenta.

Boris è tornato! – Boris 4, la recensione

Come dicevamo, alcune cose sono rimaste le stesse altre sono invece cambiate.
Boris 4 riesce a combinare le tematiche che accompagnano la serie dal suo debutto con il solito, ma mai noioso, umorismo sottile, sarcastico e dissacrante che ha fatto di Boris una delle serie migliori nel panorama italiano. Le peculiarità delle precedenti stagioni si adattano al nuovo linguaggio cinematografico, un linguaggio sia stilistico, che produttivo che puramente pubblicitario. I vecchi personaggi si ritrovano a scontrarsi con tik tok, a parlare in un inglese stentato, a voler confezionare un bel prodotto che, però, rimane la solita fiction troppo italiana.

Boris 4

Boris 4. The Apartment.

Ma al tempo stesso il taglio adottato per la nuova stagione è più ampio. Una ventata d’aria fresca caratterizzata dal riuscire ad incanalare già dal pilot, una  contemporaneità che ben si amalgama alle peculiarità dei protagonisti. Le vecchie glorie che vengono introdotte puntata dopo puntata scuotendo la nostalgia dei fan, ma anche grazie alle new entries.
Tutti elementi che scongiurano una serie che, se non trattata bene, poteva risultare stantia, vecchia e invece, fortunatamente, brilla ancora del suo antico splendore. Una sfida che gli sceneggiatori vincono fin dalla prima puntata, grazie a un plot twist che commuove e sconvolge, una proclamazione fatta a gran voce: Boris è tornato!

Conclusioni – Boris 4, la recensione

Grazie ad un ritmo incalzante, a personaggi iconici e cinici e a una sceneggiatura che non perde un solo colpo, Boris 4 non scende a compromessi per parlare di una serialità italiana – e non – che rappresenta quello che tutti noi vediamo, la quantità di uscite giornaliere, un mercato saturo di prodotti che finiscono per assomigliarsi l’un con l’altro, per essere innovativi per un mese e poi finire nel dimenticatoio il mese successivo. Tra i vecchi e cari protagonisti, tra i nuovi arrivi e alcune assenze. Questa quarta stagione, infatti, è dedicata alla memoria di Mattia Torre, omaggiato dal personaggio di Valerio Aprea e a Roberta Fiorentini, l’interprete di Itala scomparsa nel 2019.

Boris dipinge una tendenza italiana che non si è mai assopita, non è mai scomparsa ed è rimasta la stessa di quindici anni fa. Quella fatta di stagisti sottopagati, di molestie sul luogo di lavoro, di lavoratori con il posto fisso che non hanno voglia di fare il loro lavoro o non lo sanno proprio fare, di razzisti, di sessisti, di omofobi e di chi inneggia alla vecchia e cara cultura delle armi statunitense, ma Boris è anche speranza, è anche voglia di farcela, di impegnarsi, di riuscire a vedere il bello e di afferrarlo.

 

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Boris 4

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Gli sceneggiatori sono riusciti ben ad amalgamare il vecchio con il nuovo
  • L'arco di non trasformazione dei protagonisti delle precedenti stagioni e le new entries
  • L'umorismo sarcastico e dissacrante con cui la serie riesce a rappresentare l'Italia di oggi

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