Burraco fatale: recensione del film con Claudia Gerini su Prime Video

Una commedia leggera tra risate e amori riscoperti che però non convince del tutto

Le dinamiche che guidano Burraco fatale, di cui vi parliamo in questa recensione, mancano decisamente di originalità. La storia delle amiche che si supportano e sopportano – che condividono un interesse che le riunisce tutti i giorni – regala dinamiche comiche che non sempre sortiscono l’effetto desiderato. La pellicola nasce da un’idea di Giuliana Gamba che ne ha scritto la sceneggiatura in collaborazione con Francesco Ranieri Martinotti; Gamba è anche regista del film. E la sua sceneggiatura rimane, così come la storia che racconta, un po’ troppo flebile, annacquata e spenta.

L’unico punto che può aiutare il film è il cast stellare che lo guida: Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Angela Finocchiaro e Loretta Goggi. Cinque donne che condividono gioie, dolori e passioni e che, con le loro interazioni, riabilitano leggermente la pellicola, senza purtroppo riuscire a fare miracoli. Una storia che intreccia amore, amicizia, cliché e un tentativo di fusione culturale che lascia dietro degli strascichi. Analizziamo meglio, nella nostra recensione, in cosa il film ha funzionato e in cosa invece no.

Indice:

La trama – Burraco fatale recensione

Nella città di Anzio, Irma è sposata con Mario, uomo superficiale e disinteressato che la tradisce. Intrappolata in un matrimonio spento da vent’anni, Irma divide la sua vita tra le lezioni di violoncello alla sua scuola e le partite di burraco con le sue amiche del cuore. In occasione di un concerto in riva al mare fa un’incontro che le stravolge la vita. Incontra Nabil, un pescatore marocchino rimasto a sua volta folgorato da lei e dalla sua musica. Tra i due nasce un’intesa reciproca e sincera. Le partire che Imma gioca con Miranda, Rina e Eugenia servono a prepararle al meglio per i campionati nazionali di burraco. Poco prima di partire per la competizione Imma decide di seguire il suo cuore e questo sentimento nuovo. Ma le cose non saranno così facili e dovrà districarsi tra il gioco e la vita vera.

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Di tutto un po’

Uno dei problemi che caratterizza Burraco fatale di cui vi proponiamo la recensione, è la scelta di trattare diverse tematiche senza approfondirle. A partire dalla configurazione dei personaggi femminili. Irma è intrappolata nel matrimonio tipicamente stantio e macchiato dal tradimento, mentre con Nabil riscopre sia la leggerezza che la profondità dell’amore. Rina è l’esempio dell’assenteista, ludopatica e materialista. Miranda si crogiola nella sua ricca villa circondata da agi e da una suocera asfissiante; Eugenia è invece la classica casalinga che sembra essersi annullata in questa sua funzione. Tutte più o meno intrappolate in stereotipi, si ritrovano nel gioco del burraco che diventa, in qualche modo, la loro ribalta. Queste situazioni creano dinamiche che nella maggior parte dei casi fanno sì ridere, ma è una ristata appena accennata. Con l’introduzione del personaggio di Nabil si affronta poi una cultura diversa da quella italiana e il film si addentra nella sua rappresentazione.

Stereotipi e commenti prevedibili si materializzano in siparietti e scene suscitando risate dolci  e amare insieme, specchio di una realtà odierna. Una rappresentazione culturale sterile e priva di qualunque carica emotiva, ma solo scolastica e didascalica. Altro difetto purtroppo è la superficialità dei personaggi. La grande amicizia rappresentata dalle quattro funziona a tratti e laddove si cerchi uno spessore questo è assente. La maggiore introspezione è quella della protagonista che in età matura si trova alle prese con questo nuovo e inaspettato sentimento. Sentimento che a volte la trasforma da bambina incapace di decidere a donna in crisi. Sentimenti che contrasteranno inoltre con una limitazione culturale. La gestione di questo tema voleva chiaramente essere inclusiva, e quindi volta ad annullare le differenze, ma il risultato è anch’esso velato da una patina di perbenismo e superficialità che non comunica granché.

Aspetti tecnici  – Burraco fatale recensione 

Proseguendo con la nostra recensione di Burraco fatale, spostiamo la nostra attenzione sulla struttura del film e gli aspetti tecnici. Come già anticipato in precedenza, la sceneggiatura partiva con buone premesse per presentare un film comico e divertente, obiettivo che non è stato però raggiunto. Il film crea delle situazioni che vedono le quattro protagoniste vivere dei momenti comici, ma senza coinvolgere particolarmente. Il lato positivo, su questo fronte, sono sicuramente da una parte, l’interpretazione ironica e spigliata della Guzzanti, e dall’altra, quella della Gerini che si cala nel ruolo della donna in crisi d’amore. Buona anche l’interpretazione di Loretta Goggi che risulta credibile nel suo personaggio e che con la Guzzanti regala momenti ironici. Altra incongruenza è legata al personaggio di Nabil e alla sua storia: espediente narrativo che pecca di coerenza ma che è stato introdotto per creare il motore dell’azione del film.

Da un punto di vista prettamente tecnico il film ha una discreta fotografia, se si escludono scene in cui si evince chiaramente l’utilizzo di una tecnologia non all’altezza della scene rappresentate. Nel complesso la regia regala panoramiche sul mare di Anzio e molte inquadrature dall’alto che abbracciano la città e il deserto. La pellicola alterna poi dei filtri cromatici, dal blu al giallo. Il primo predomina nella città e negli ambienti interni mentre il secondo è più evidente nella seconda parte del film. Un plauso anche alla colonna sonora curata da Paolo Buonvino e Valerio Carboni. Melodie che variano da musiche caratterizzate da ritmi più dinamici che supportano le scene comiche, ad alcune più melanconiche e dai toni più delicati. La durata del film è di circa un’ora e mezza, con una prima mezz’ora leggermente più lenta e una seconda velocizzata dagli eventi e dalle dinamiche narrative.

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Considerazioni finali 

Giunti alla conclusione de la recensione di Burraco fatale, purtroppo dobbiamo riconoscere che il film non raggiunge il suo obiettivo. La sceneggiatura non è ben strutturata e i dialoghi risultano non particolarmente brillanti; il film crea situazioni divertenti che suscitano ilarità, ma è assente l’espediente comico davvero efficace. La storia della donna che si innamora superati i quarant’anni è il cuore del film, teso a dimostrare che l’amore non ha età o confini geografici. Il film però inserisce tutti questi elementi senza bilanciarli adeguatamente e senza approfondirli nel dettaglio. Ciò che invece funziona di più sono le performance di alcune protagoniste che risultano ben calate nei personaggi. Discreta, come già detto, la fotografia e adeguata la musica che si sposa bene per le scene che va ad accompagnare.

Per il resto il film rimane purtroppo in superficie e senza uno spessore concreto che possa coinvolgere in qualche modo lo spettatore. Lo scopo era quello di far divertire ma è raggiunto solo a metà, regalando solo pochissime scene davvero divertenti. Superficialità nella caratterizzazione delle protagoniste che resta solo accennata, e a cui poteva essere dedicato più spazio. Burraco fatale è una commedia che sicuramente fa riflettere su come la vita possa sorprendere con un nuovo amore e con il caso, ma è allo stesso tempo un’occasione mancata per sviluppare una commedia davvero esilarante e genuinamente divertente, degna del cast che la compone.

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Burraco fatale

Voto - 4.5

4.5

Lati positivi

  • Buone interpretazioni di Caterina Guzzanti e Claudia Gerini
  • Discreta fotografia e colonna sonora adeguata

Lati negativi

  • Sceneggiatura flebile
  • Situazioni comiche che però non coinvolgono come ci si aspetterebbe
  • Tematica della differenza culturale trattata in maniera didascalica e senza particolare coinvolgimento emotivo
  • Mancato approfondimento dei personaggi che avevano del potenziale

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