Cam: recensione del nuovo film di Netflix
Di seguito vi proponiamo la nostra recensione di "Cam", il nuovo film di Netflix
Cam è uno dei lungometraggi più interessanti di Netflix dell’ultimo periodo. Il film di Daniel Goldhaber, nato dalla prima collaborazione tra Blumhouse e Netflix, tratta sicuramente di temi molto attuali, Internet in primis, scegliendo di seguire la via del thriller.
A vestire i panni della protagonista, Alice Ackerman, troviamo la bravissima Madeline Brewer, volto noto al pubblico grazie a serie tv tra cui The Handmaid’s Tale e Orange is the New Black. Il film tratta la storia di Alice, o, per utilizzare il suo pseudonimo, Lola, una giovane cam-girl che si esibisce in performance e spettacoli di fronte ad un’audience che interagisce con lei. Cam è un film che funziona principalmente grazie alla sceneggiatura di Isa Mazzei, ex cam-girl lei stessa, e alle atmosfere che l’opera riesce ad evocare. La pellicola, però, ha anche diversi difetti che tratteremo in separata sede. Ecco a voi la recensione di Cam.
Cam: la recensione del film con Madeline Brewer
Ma prima di analizzare il film di Goldhaber, partiamo dal riportare la trama di Cam. Alice Ackerman è una ragazza che si esibisce in spettacoli, che alludono al pornografico, di fronte ad un pubblico che interagisce in diretta con lei. In effetti, gli spettatori sembrano realmente influenzare, se non addirittura stabilire, la sorte della giovane cam-girl attraverso messaggi e trasferimenti di una somma di denaro a seconda dell’indice di gradimento della performance. Quando Alice riesce finalmente ad entrare nella top 50, (obiettivo tanto desiderato) succede qualcosa di inaspettato. Il suo account viene improvvisamente bloccato e sul suo profilo compare una Lola (suo pseudonimo) identica a lei. Alice si impegnerà con tutte le sue forze per capire chi ha rubato la sua identità.
L’opera di Goldhaber riesce ad incentrare la storia su un tema attuale e spesso discusso in tempi odierni e lo fa mescolando la trama per certi versi “sociale” con il thriller. Per le atmosfere cupe e gli argomenti trattati, che sembrano alludere ad un futuro distopico, Cam potrebbe essere un episodio a sé stante della serie che di questi temi ne ha fatto un marchio di fabbrica: Black Mirror. Successivamente ci soffermeremo su alcuni aspetti che vale la pena sottolineare.
Cam: furto d’identità
Internet, cam-girls, materiale pornografico, violenza, successo, fame di potere, soldi. Stiamo parlando di elementi mostrati in Cam, ma che possono descrivere tranquillamente la società in cui viviamo. La realtà descritta nel film di Goldhaber sembra far riferimento ad un mondo parallelo quando, al contrario, eventi del genere succedono continuamente.
Il furto dell’identità è al centro di vari film recenti, ma, per diversi motivi, l’autenticità con cui viene riportata la storia sullo schermo dona, in questo caso, un tocco innovativo al film. Forse, però, la vera protagonista del film è la fame di successo che sta divorando sempre di più gli individui. La critica alla società è evidente, ma quella ad Internet non così tanto. In effetti, il regista stesso afferma di non voler esorcizzare il medium:
È uno spazio divertente, elettrizzante, esilarante, che ci consente di fare molto di più perché siamo tutti collegati l’uno con l’altro.
Cam recensione: la violenza
Già dall’inizio, il film si apre con una scena di per sé violenta. Senza fare troppi spoiler, ciò che viene mostrato da qui fino alla fine del film è la storia di una ragazza che vuole “riuscire a farcela” a qualsiasi costo, arrivando ad utilizzare “stratagemmi” non del tutto innocenti.
La violenza torna ripetutamente nel film, a volte camuffata, altre volte esplicitata. In ogni caso, la violenza è uno di quegli aspetti che manifestano, in modo più evidente, la volontà di una persona di spingersi oltre ogni limite per riuscire ad arrivare al proprio obiettivo. Questo film non è sicuramente un’eccezione. L’elemento violento in Cam, però, non viene rappresentato come esaltazione fine a sé stessa ma viene, in qualche modo, “motivato”. Ci sono sempre delle ragioni dietro la scelta di mostrare o meno atti di violenza, rendendoli, in questo modo, più incisivi, o meglio decisivi, all’interno del film.
Cam: aspetti positivi e negativi del film
La sceneggiatura, come già detto, è uno degli elementi di forza del film, probabilmente proprio perché Isa Mazzei riesce a riportare su carta ciò che ha vissuto in prima persona. Descrive l’atmosfera di quell’ambiente attraverso l’utilizzo di dettagli e abitudini che conosce bene. La resa sullo schermo della storia non è eccellente ma ha comunque i suoi pregi. Alcune trovate registiche sono sicuramente vincenti, tra cui l’utilizzo costante del rosa shocking che sembra fare da contrasto con l’oscurità della stanza.
Ma a fare la differenza in Cam è senza dubbio Madeline Brewer. L’attrice di The Handmaid’s Tale fornisce una delle sue performance migliori. Veste i panni di un personaggio complesso, ambizioso e ambiguo e lo fa con lo stile che la contraddistingue. Probabilmente il film non avrebbe funzionato così bene con un’attrice diversa.
Passiamo ai lati negativi. La storia di Cam è sicuramente efficace e di grande impatto, ma sembra quasi incompleta. Alla fine della visione, si rimane un po’ interdetti, come se veramente mancasse qualcosa al film. Il finale di per sé, però, funziona, quindi cos’è? Forse il pezzo mancante è proprio quell’impronta di regia che avrebbe potuto rendere Cam un vero e proprio gioiellino. Un altro fattore a sfavore della pellicola è la presenza di personaggi che non hanno un ruolo decisivo ai fini della storia, primo fra tutti quello di Katie.
Nel complesso, la storia scorre in modo omogeneo e intrattiene lo spettatore senza fargli perdere l’attenzione, nonostante alcune lacune. Il messaggio, ad ogni modo, è forte e potente. Per concludere, Cam è uno di quei prodotti che veramente sarebbe potuto essere eccezionale e, invece, rimane nel cassetto insieme a quei film che prima o poi si dimenticano.
Cam
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Sceneggiatura solida
- Performance di Madeline Brewer
- Messaggio forte
Lati negativi
- Lacune di regia
- Personaggi non decisivi ai fini della storia