Cats: recensione del musical felino con Taylor Swift e Idris Elba
Un adattamento cinematografico che non funziona per poca cura dei dettagli e per una trama poco funzionale al mezzo
Victoria è una gatta che viene abbandonata per strada, tutta sola e impaurita dal mondo esterno scopre presto la comunità dei Jellicle. Questi le offrono compagnia e amicizia. Victoria inizia così un viaggio alla scoperta di tutti i gatti del quartiere. Cats, di cui vi presentiamo la recensione, è un film musicale del 2019 diretto da Tom Hooper (Les Misérables, The Danish Girl), e basato sull’omonimo musical e sull raccolta Il libro dei gatti tuttofare di T. S. Eliot. Il cast principale è composto da James Corden (One Chance, Into the Woods), Judi Dench (Vittoria e Abdul, Assassinio sull’Orient Express), Idris Elba (Avengers: Infinity War, La Torre Nera), Ian McKellen (Il Signore degli Anelli, X-Men) e Rebel Wilson (Jojo Rabbit, Attenti a quelle due).
Sono anche presenti la ballerina professionista Francesca Hayward e i cantanti Jennifer Hudson, Jason Derulo e Taylor Swift. La pellicola non ha ricevuto critiche molto positive, anche a causa delle dichiarazioni del regista alla première del film. Intervistato, ha confessato di aver terminato il montaggio proprio qualche ora prima, e in effetti molti errori grossolani sono stati notati dai telespettatori. Per questa ragione, il materiale post-produzione è stato ripreso in mano e migliorato durante il periodo di permanenza al cinema..
Con i gatti, alcuni dicono che sia vera una regola: non parlano, finché tu non parli. (Deuteronomy)
Indice
La trama – Cats recensione
È arrivata una notte speciale: la vecchia gatta Deuteronomy, rispettata da tutta la tribù, sceglierà il gatto che avrà l’onore di ascendere al paradiso, l’Heaviside Layer, per iniziare una nuova vita. Così tutti i felini del quartiere di Jellicle sono in fermento: sanno che la decisione verrà presa durante il ballo annuale. Ognuno dovrà mostrare le proprie doti artistiche e raccontare la propria storia, e la gatta premierà il migliore.
La festa è però turbata da alcuni avvenimenti. L’arrivo di Victoria, gatta appena abbandonata che si sente impaurita e incapace di affrontare le strade pericolose da sola, ma subito accolta dal gruppo e presentata a tutte le eccentriche personalità feline della notte. Il ritorno di Grizabella, un tempo affascinante e amata, ma dopo il suo abbandono volontario dal gruppo, disprezzata dai Jellicle. Le apparizioni improvvise del malvagio Macavity, dotato di poteri telecinetici e intenzionato a raggiungere l’Heaviside Layer, anche a costo di rapire Deuteronomy e forzarla nella scelta.
Inclusione e redenzione – Cats recensione
Questo musical vuole lanciare un messaggio di inclusione, rappresentato dall’arrivo improvviso di Victoria nella banda dei Jellicle. Tutti decidono subito di accoglierla e farle conoscere la vita di strada e i ruoli di ognuno di loro. Ciò non accade però con Grizabella, la gatta che tempo prima aveva deciso di andarsene dal gruppo. Ora è punita con indifferenza e disprezzo da parte degli altri felini, ma lo stato di miseria in cui versa la rende sola e malinconica. Solo la nuova arrivata sembra avere pietà di lei, e cerca in tutti i modi di reinserirla nella tribù, capendo la sua storia e perdonandola per conto degli altri gatti. Diverse sono le scene che vedono un’interazione intima tra Victoria e Grizabella; le gatte si raccontano, si comprendono e capiscono di essere simili.
Entrambe vorrebbero semplicemente essere amate e accettate. Cats parla anche di redenzione, in quanto il premio finale per il miglior gatto al ballo annuale sarà andare in questo spazio ignoto nel cielo; ovvero, morire e rinascere in un altro corpo. Si dice che i gatti abbiano 7 vite, e l’occasione di ripartire da zero cancellando i propri errori equivale ad essere perdonato, a poter migliorare. Anche se ci sembra un po’ macabro, che i protagonisti lottino per vincere un incontro con la morte, in questo caso è simbolico. Il felino che vincerà si potrà lasciare i dispiaceri e gli errori del passato alle spalle. Così come lo vorrebbero Macavity (anche se non è spiegato il perché) e Grizabella.
Musical vs cinema – Cats recensione
Cats ha dovuto far fronte alla complessità di trasporre sul grande schermo un soggetto e delle scenografie pensati per il teatro. Un trucco enfatizzato e pesante che funziona dal palco alle poltrone degli spettatori, con oggetti di scena abbozzati e sporadici, devono essere modificati per il cinema. Questo richiede inquadrature da vicino e da tutte le angolazioni: il trucco, o nel caso di Cats gli effetti della CGI, devono essere il più verosimili e completi possibile. Anche gli spazi nei quali si muovono gli attori sono tridimensionali e più ampi di un palco, ed è bene che richiamino la realtà. Se questo ha funzionato per film come Il Fantasma dell’Opera (musiche di Andrew Lloyd Webber) e Les Misérables (dello stesso Hooper), nell’adattamento di Cats non avviene. Perché? Ecco degli esempi: la mano umana di Dench, la parte inferiore del volto di Swift e la scarsa definizione dei volti dei topi.
Le proporzioni sono sbagliate e vengono modificate continuamente. In alcune scene i gatti tengono tra le zampe pezzi di carne enormi e abitano cucine giganti; in altre sono abbastanza grandi da riempire un bidone di spazzatura e occupare la maggior parte di un palcoscenico. Questi continui cambi di proporzione disturbano lo spettatore e lo allontanano dal processo di “immersione nella finzione” che il cinema di solito attua. Non solo. Per un musical la trama può essere messa in secondo piano rispetto alla bellezza dei numeri canori e di ballo, e della particolarità delle “maschere”. Per un film però la trama non solo è la colonna portante, ma se è debole rischia di annoiare o confondere chi guarda. È proprio quello che succede qui: un accenno di trama iniziale e poi una sciorinata di storie di gatti, acrobazie e gorgheggi, slegati tra loro.
Non dire CGI se non ce l’hai nel sacco
Come accennato precedentemente nella recensione di Cats, il regista ha dichiarato di aver concluso il film a ridosso della prima cinematografica, e si nota. A partire dalla qualità degli effetti speciali. Gli edifici e le stanze con i quali i protagonisti interagiscono non sembrano mai del tutto reali e le insegne al neon, i lampioni e la definizione degli oggetti in generale è troppo definita e “perfetta” per poter assomigliare alla realtà. Inoltre, la pelliccia dei gatti non li ricopre completamente, e questo si nota sulle mani e sui piedi degli attori, e sui loro volti, ai quali sono stati lasciati tratti umani. Senza contare le stranezze fisiche. Macavity resta per gran parte del film con una pelliccia indosso, così come Deuteronomy e Grizabella, anche se un felino dovrebbe già avere la propria pelliccia.
Durante il ballo, alcuni si muovono a suon di hip hop indossando scarpe da ginnastica. Anche dal punto di vista della trama mancano dei passaggi: cosa significa davvero il termine Jellicle? Cosa aspetta il gatto che andrà nell’Heaviside Layer? Se non ne conosciamo il destino, non potremmo nemmeno sentirci coinvolti. Perché poi alcuni felini hanno poteri magici? E infine, perché Deuteronomy rompe la quarta parete e si rivolge direttamente agli spettatori, con una canzone che in ogni caso non è inerente alla storia di per sé?
Tutto considerato, questo musical aveva dalla sua il fascino di tutti gli amanti della storia che da Broadway potevano immergersi di nuovo nelle atmosfere frizzanti e colorate dei vicoli popolati dai gatti. Tuttavia, la piattezza dei personaggi e la quasi assenza di trama non funzionano nel passaggio al grande schermo. I personaggi più riusciti sono senza dubbio di Dench e McKellen, ma non bastano a tirare su le sorti di un film che sembra frettoloso e confusionario.
Cats
Voto - 2
2
Lati positivi
- Messaggio di redenzione e inclusione
- Atmosfera frizzante e storia per tutta la famiglia
Lati negativi
- Quasi assenza di trama
- Pessimo utilizzo della CGI
- Personaggi poco approfonditi