Cento domeniche: recensione del film di Antonio Albanese
Diretto e interpretato da Antonio Albanese, e scritto dallo stesso Albanese insieme a Pietro Guerrera, Cento domeniche è la sesta prova da regista per Albanese che si rivela sempre più abile dietro la macchina da presa e in ruoli tormentati e drammatici. Cento domeniche (qui il trailer) presentato alla 18ª Festa del Cinema di Roma e trasmesso su Sky il 15 aprile 2024, racconta una tragica e attuale realtà, senza però riuscire ad arrivare al cuore del pubblico.
Indice
Trama – Cento domeniche, la recensione
Ex tornitore stimato e ben voluto, Antonio riceve con felicità la notizia del matrimonio della figlia Emilia con lo storico fidanzato. Come da tradizione vuole essere Antonio a pagare ricevimento e cerimonia. Facendosi consigliare dagli amici di sempre, la cifra di 30.000 euro non rappresentano un problema: è un’occasione che aspettava da tanto e i suoi risparmi dovevano servire anche a questo. In banca gli viene offerta una possibilità che appare vantaggiosa, anche se fin troppo particolare. Ma Antonio si lascia convincere e da quel momento tutto cambia.
La banca è sull’orlo del tracollo e il prestito che gli è stato fatto va restituito; le azioni sulle quali ha investito si rivelano un fallimento e, come lui, tanti altri rischiano di perdere tutto. Con un matrimonio da organizzare, amici e parenti che cercano di stargli vicino, ma sembrano non capire cosa stia lentamente distruggendo Antonio, la soluzione per lui non esiste. Ha paura di pesare sulla figlia, di non poter realizzare le nozze che tutti aspettavano, di non potersi occupare come vorrebbe della madre e di aver sbagliato nonostante abbia cercato di fare sempre e tutto secondo le regole. Da mite, comprensivo e altruista, Antonio si trasforma agli occhi di tutti, anche nei confronti di se stesso.
Pregi e difetti – Cento domeniche, la recensione
Il nuovo lungometraggio di Antonio Albanese, il sesto da lui anche diretto, torna, dopo Grazie ragazzi, che era però diretto da Riccardo Milani, sul versante drammatico. Cento domeniche narra una triste realtà ambientando la vicenda in un piccolo paese del Nord Italia, una località mite, verde e colorata, una comunità unita, vivace e solidale. Condividendo gioie, novità e problemi quotidiani, si ritrovano tutti quanti legati da un tragico destino. Cento domeniche non giudica o denuncia, non identificando quindi un unico capro espiatorio, ma si limita a prendere in considerazione l’immagine dell’uomo comune: grande lavoratore, figlio che si prende cura di sua madre e vorrebbe la felicità della figlia e che si ritrova più di una volta vittima senza spiegazioni. Quando però il suo equilibrio si spezza, il film cambia volto, iniziando a identificare protagonisti e antagonisti, dando inizio a uno svolgimento degli eventi che aumenta, anche se troppo lentamente, d’intensità, fino a esplodere nell’ultima parte.
C’è qualcosa che non funziona in Cento domeniche, a partire da quella miriade di luoghi comuni che conferiscono attinenza alla realtà, ma che lasciano l’intero assetto narrativo fin troppo in superficie. Più che un messaggio o un finale, tragico o positivo, che si potesse dare alla storia, Cento domeniche è più la rappresentazione di una condizione, un disagio comune a seguito di un’ingenuità, un’eccessiva fiducia, un’inconsapevolezza della quale non si ha colpe né responsabilità. Interessante anche la tematica del senso di colpa che uccide o, per quanto riguarda la figura del protagonista, di questo ruolo e senso genitoriale, di aiutare e far felice, e di non dover pesare, sui propri figli. Quello del matrimonio, della spesa per le nozze diventa per Antonio Riva un’ossessione, un’impossibilità che non poteva prevedere e che lo fa sentire inadeguato, sventato e incosciente, preda di chi tra egoismo, furbizia e astuzia, lo ha ingannato.
Ottima interpretazione – Cento domeniche, la recensione
Ma anche questa considerazione non sta del tutto in piedi, soprattutto perché non è figlia solo della mente di Riva, provata e schiacciata da quanto accaduto, ma perché anche sul finale e nella conclusione del film, sembra restare su questo punto. Su una netta divisione tra buoni e cattivi e che lascia da parte quanto accaduto all’interno di quella istituzione come una banca che sembrava avere delle basi più che solide.
Cento domeniche si riduce così a una grande prova di recitazione di Antonio Albanese che continua a confermare di essere un ottimo attore drammatico, capace tanto di far ridere ricordando spettacoli teatrali e sketch, quanto di coinvolgere negli ostacoli, nelle difficoltà e in quei problemi insormontabili che il suo personaggio si trova ad affrontare. La stessa regia non delude nello svolgimento degli eventi, così come la sceneggiatura, ma è la scelta di alcuni cliché e situazioni abituali che nella costruzione del racconto stonano e non aggiungono contenuto.
Cento domeniche
Voto - 6
6
Lati positivi
- Buon interpretazione del protagonista
- Tematica appassionante
Lati negativi
- Troppi luoghi comuni
- Messaggio finale poco chiaro