Chiara Ferragni – Unposted: recensione del documentario di Elisa Amoruso
Il documentario dedicato all'influencer disponibile su Amazon Prime Video
È arrivato su Amazon Prime Video il film documentario oggetto della nostra recensione, Chiara Ferragni Unposted, diretto da Elisa Amoruso. Presentato nella sezione Sconfini a Venezia 76, il documentario è stato nelle sale italiane per soli tre giorni, il 17, 18 e 19 settembre. La decisione di dedicare spazio a Chiara Ferragni alla Mostra del Cinema, pur in una sezione minore, ha destato una certa indignazione, mista a stupore e sarcasmo. C’è poco da stupirsi, in realtà, perché (piaccia o no), Chiara Ferragni è senza dubbio una figura specchio dei nostri tempi; un’icona con un grande impatto sociale e mediatico.
Sappiamo che è l’influencer di moda più seguita al mondo, che è un’imprenditrice digitale e non, che è sposata con Fedez, con il quale ha un figlio. Sappiamo che la sua scalata è cominciata con un blog e che, approdata su Instagram, non ha mai smesso di documentare la sua vita. Quello che non conosciamo è tutto ciò che rimane unposted, non di dominio pubblico ed è questo ciò che il documentario vorrebbe farci conoscere. Nella nostra analisi vedremo se, col suo documentario, Elisa Amoruso è riuscita nel suo intento, espresso chiaramente fin dal titolo.
Indice
Da The Blonde Salad alla fama mondiale
Chiara Ferragni nasce a Cremona il 7 maggio del 1987. È una bambina come tutte le altre, vivace e intelligente, che cresce con i genitori e le due sorelle. Dalla madre Marina eredita la passione per la fotografia e fin da piccola, nei suoi viaggi, ama documentare tutto ciò che vede. Fin da giovanissima subisce il fascino del mondo dell’alta moda, sente di aver qualcosa da dire e inizia a postare foto dei suoi outfit su varie piattaforme social. Visto il successo ottenuto dai suoi post decide, nel 2009, con l’allora fidanzato Riccardo Pozzoli, di aprire un blog, The Blonde Salad; grazie alla passione di Chiara per moda e fotografia e al fiuto di Pozzoli per il business, il blog ottiene un grande successo.
Anno dopo anno, grazie all’uso sapiente dei social media, Instagram in particolare, la popolarità di Chiara Ferragni aumenta vertiginosamente. L’abilità di Chiara e il lavoro della società da lei fondata con Pozzoli, la TBS Crew, portano in breve tempo milioni di follower, collaborazioni di alto livello coi grandi nomi della moda e introiti notevoli. Nel 2017 la rivista Forbes la nomina influencer di moda più importante al mondo. La ragazza di Cremona è sulle copertine delle più importanti riviste di moda, è diventata una vera e propria icona con un seguito internazionale.
Nel 2018 sposa il rapper Fedez in un matrimonio che ha suscitato più curiosità del Royal Wedding e la coppia ha un figlio, Leone. Dal punto di vista degli affari, Chiara diventa unico CEO di entrambe le società che ha fondato, la TBS Crew e Chiara Ferragni Collection. Il documentario di Elisa Amoruso ripercorre, tappa per tappa, il percorso di crescita dell’influencer, dal punto di vista personale e professionale.
Unposted – Chiara Ferragni Unposted recensione
Il titolo del documentario di Elisa Amoruso contiene una parola fondamentale che dovrebbe far comprendere il focus della pellicola: unposted. Nel film ci aspettiamo di vedere quello che nei post e nelle storie di Instagram della Ferragni non abbiamo visto: la dimensione privata, insomma. Ciò che vediamo, invece, è Chiara che sceglie outfit firmati, che fa programmi col suo staff, che prova con Fedez come muoversi e cosa dire il giorno del matrimonio.
Come se fossimo dietro le quinte, Elisa Amoruso ci mostra quello che c’è alla base di quanto è posted. Ovviamente, come vedremo poco più avanti nella nostra recensione di Chiara Ferragni Unposted, non c’è solo questo, ma la parte che riguarda il lavoro dietro i contenuti social dell’influencer risulta in buona parte dominante. Ecco, allora, che il termine unposted acquisisce un altro significato; non tanto, come ci si sarebbe potuti aspettare, la persona dietro il personaggio Chiara Ferragni, piuttosto il lavoro accurato dietro tutto ciò che viene reso pubblico.
Alla fine del documentario riusciamo ad entrare nel meccanismo alla base del lavoro di Chiara Ferragni; comprendiamo piuttosto bene quali sono state le tappe della sua scalata e quali le sue strategie imprenditoriali. Quello che sfugge, e che sarebbe stato interessante conoscere, è la parte più personale e autentica della Ferragni: quello che rimane unposted ma in una dimensione più intima e profonda.
Considerazioni tecniche – Chiara Ferragni Unposted recensione
Il documentario di Elisa Amoruso scorre senza grossi intoppi per tutta la sua ora e mezza di durata. Nello storytelling si alternano diversi piani narrativi: abbiamo le parole in prima persona dell’influencer, i filmati di Chiara bambina con la famiglia, le interviste a stilisti, giornalisti, sociologi e docenti che si sono occupati del fenomeno Ferragni. L’equilibrio nell’alternare i diversi contributi al racconto risulta nel complesso apprezzabile e il montaggio è lineare e semplice.
La regia della Amoruso ci accompagna dall’inizio alla fine del documentario come una presenza volta ad esaltare la protagonista, con un’estetica ricercata, glamour, patinata. Tutto è controllato, studiato nei minimi dettagli, esattamente come quello che Chiara Ferragni pubblica su Instagram. Elisa Amoruso ha dichiarato più volte di aver instaurato con la giovane imprenditrice un rapporto di fiducia e confidenza. Uno degli scopi del documentario avrebbe dovuto essere quello di mostrare la Chiara Ferragni più autentica e vera; obiettivo, questo, non del tutto centrato.
Non riusciamo ad oltrepassare il filtro calcolato di una narrazione che sembra propagandistica, di una superficie troppo asettica e perfetta. Manca, in poche parole, quella che in fondo è la parte più interessante e stimolante di un documentario: l’analisi dei lati nascosti di un personaggio, le imperfezioni che lo rendono umano, le “zone d’ombra”. Non basta mostrare qualche lacrima (anche qui, elegantemente ripresa) per muovere lo spettatore all’empatia; non bastano i filmini di famiglia per scavare sotto la superficie.
Considerazioni finali
Chiara Ferragni Unposted può funzionare per quella parte di pubblico composta dai follower dell’influencer: un documentario che è una celebrazione del loro idolo, con un’estetica accattivante e un solo punto di vista, quello di Chiara. Delude invece chi, magari seguendo poco la giovane imprenditrice, avrebbe voluto, legittimamente, scoprire qualcosa di più. Funziona la parte che riguarda il meccanismo dietro il mezzo Ferragni, non è centrato invece l’obiettivo di conoscere Chiara in quanto persona.
Non c’è contraddittorio, non c’è conflitto, ma è difficile credere che dietro la luminosa ascesa di Chiara Ferragni non ci sia stato mai un ostacolo, mai una zona d’ombra. Viene da pensare (sperando di sbagliarsi) che non ci sia molto altro da scoprire sotto la superficie perfetta di colei che è stata definita dal direttore di Vanity Fair “il mezzo di se stessa”.
Il film, insomma, è una sorta di continuazione con altri mezzi del racconto che Chiara Ferragni fa di sé tramite Instagram. Nulla sfugge al controllo: tutto è mostrato e raccontato con calcolo e accuratezza. Colpisce che, alla fine, la figura che emerge in modo più interessante sia quella di Fedez, con tutto il suo portato più verace e credibile. Nel complesso, possiamo parlare di questo documentario come di un prodotto con una buona idea in teoria ma poco efficace nel risultato pratico.
Chiara Ferragni - Unposted
Voto - 5.5
5.5
Lati positivi
- Equilibrio fra le parti del racconto
Lati negativi
- Propagandistico, poco approfondito
- Scarso coinvolgimento