Cloud: recensione del film di Kyoshi Kurosawa – Venezia 81

L'umanità e scomparsa, nascosta dietro il freddo schermo di un computer e oscurata da un'immensa nuvola grigia

Terzo film quest’anno per il maestro del J-horror Kyoshi Kurosawa che presenta, purtroppo Fuori Concorso, Cloud, di cui vi proponiamo la recensione. Cupo e senza speranza è il mondo visto dalla prospettiva del regista, che ragiona sulle terribili derive a cui l’utilizzo di Internet e delle “macchine” tutte possono portare. Il protagonista è infatti un reseller, o bagarino per intenderci, che rivende a prezzi esorbitanti ciò che paga 10 volte meno, pratica ormai fin troppo diffusa. È curioso infatti come Cloud arrivi proprio in concomitanza della Reunion degli Oasis (un attimo che mi spiego), i cui biglietti per il tour sono finiti all’istante per poi ricomparire miracolosamente sul web a cifre che arrivano fino ai 7000€. 

Il discorso economico è infatti tutt’altro che relativo in un mondo (il nostro e quello del film) piagato dal capitalismo e dal morboso desiderio di guadagno. Se hai i soldi puoi fare tutto quello che vuoi dice, parafrasando, uno dei personaggi e seppure l’idea possa sembrare allettante è quanto di più pericoloso si possa immaginare. Un male intangibile eppure concreto, come un’immensa nuvola che oscura il sole e copre il mondo intero.

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Nikkatsu

Indice

Trama: meglio sul web che lavorare in fabbrica – Cloud recensione

Ryosuke Yoshii vive a Tokyo dove lavora da ormai tre anni in una piccola fabbrica in cui sente di essere sprecato. Il tempo che gli resta lo dedica infatti alla sua attività come reseller e sotto lo pseudonimo di “Ratel” rivende oggetti di ogni tipo come attrezzatura medica, action figure o borse. Non importa se i suoi prodotti siano difettosi, falsi o originali, ciò che importa è vendere al rialzo, anche a costo di truffare o commettere illeciti. Quando il suo datore di lavoro, fiducioso nel potenziale del ragazzo, gli offre una promozione e la possibilità di diventare suo partner, Ryosuke rifiuta. 

E lo stesso fa quando Muroaka, compagno del college che gli ha insegnato i trucchi del bagarinaggio, gli propone un investimento potenzialmente redditizio. Ryosuke decide infatti di mollare tutto e trasferirsi in collina, in un luogo isolato dove potrà condurre a tempo pieno l’attività sul web. Qui, insieme alla partner Akiko e all’assistente Sano, riesce ad ottenere i guadagni che sperava, ma quando le cose sembrano finalmente andare per il verso giusto degli strani incidenti iniziano ad accadere. Nel giro di poco la vita del ragazzo sarà sconvolta e incerto di cosa stia davvero accadendo si troverà in grave percolo.

Il mondo delle macchine – Cloud recensione

È un mondo invaso dalle macchine quello ritratto da Kurosawa, di personaggi che lavorano in fabbriche fatte di tubi d’acciaio o davanti al freddo schermo di un computer. Un mondo in cui l’umanità sembra essere scomparsa e le persone sono ridotte ad utenti, dove persino la vendetta viene privata della sua componente più viscerale e diventa virtuale, ludica. Ryosuke rifiuta ogni aiuto umano, dalla proposta di lavoro fatta dal suo capo che li metterebbe alla pari, a quella di Muroaka che tenta di convincerlo con la promessa di un guadagno. Non ha pietà per coloro da cui compra le attrezzature che rivenderà, sbattendogli in faccia la truffa che commette ai loro danni e si allontana progressivamente dalla civiltà ritirandosi in un luogo isolato.

L’unico rapporto che mantiene è quello con l’altro sesso, forse perché carnale e privo di vera interazione. I due non sono infatti una coppia affiatata e lei sembra seguirlo solo per la promessa di un guadagno così alto da poterle permettere di abbandonare il lavoro. Kurosawa ritrae una generazione che ha perso il piacere dell’incontro e persino dello scontro (la vendetta ridotta a gioco) con l’altro, preferendo fuggire dalla realtà per rifugiarsi in un mondo virtuale e simulato. La stessa promessa di guadagno, motore unico delle azioni del protagonista, risulta vuota, non avendo nessun interesse altro se non quello di continuare a guadagnare. Quando se ne rende conto è ormai troppo tardi.

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Nikkatsu

Una nuvola sul mondo intero – Cloud recensione

Le nuvole che ricoprono il mondo ricordano il sole oscurato dalle macchine di Matrix ed è un mondo di macchine quello di Cloud. Il momento in cui l’azione esplode e il protagonista si trova a confrontarsi con i propri nemici (acquisiti virtualmente) è non a caso ambientato all’interno di una fabbrica, in un finale (a livello di setting) di cameroniana memoria. Non ci sono androidi né cyborg eppure l’acciaio ha preso il sopravvento, il cielo è plumbeo e i colori sono smorzati da un grigio totalizzante.

I rapporti umani sono quasi del tutto assenti, dai nemici che si riuniscono attraverso il web all’amore, inespresso e motivato solo dal guadagno. L’unico rapporto sincero di Ryosuke è con il suo assistente, realmente interessato alla sopravvivenza del suo capo ma solo in virtù di una totale accettazione del mondo così com’è, spacciato. Non sembra esserci speranza né redenzione nella visione del regista e a vedere il film sembra davvero così, ma forse non è tanto una dichiarazione di sconfitta quella di Kurosawa, quanto più un monito a fare qualcosa. 

Cloud

Voto - 8

8

Lati positivi

  • La riflessione sulla perdita di contatto umano in un mondo popolato sempre più dalle macchine

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