Criminal Record: recensione dell’avvincente serie crime su AppleTV+ con Peter Capaldi
Due casi giudiziari si intrecciano a distanza di anni con l'obiettivo di svelare la verità
Criminal Record è disponibile dallo scorso 10 gennaio sulla piattaforma AppleTV+. Un crime-thriller dal ritmo serrato e avvincente che coinvolge lo spettatore fin dalle prime puntate. Il solo nome del co-protagonista, Peter Capaldi, poteva essere sufficiente come garanzia del prodotto, ma una solida sceneggiatura e le performance degli attori contribuiscono a consolidare la qualità della serie.
Creata da Paul Rutman, Criminal record recensione, nel corso di otto intensi episodi riesce ad intrecciare tematiche moderne che toccano ogni aspetto della società inglese, e non solo. Accanto a Peter Capaldi – il Dodicesimo Dottore in Doctor Who – c’è Cush Jumbo che regala a sua volta un’ottima performance incarnando un personaggio caparbio e resiliente. Scopriamo di più sulla serie, pregi e difetti in Criminal Record recensione.
Indice:
La Trama – Criminal Record recensione
La polizia di East London riceve una telefonata anonima da una donna. Questa, oltre a denunciare il compagno violento, confessa che l’uomo ha ucciso una donna prima di lei e che un innocente è in carcere a scontare la pena per questo omicidio. Il caso viene affidato a June Lenker che ha già lavorato in centri antiviolenza. L’affermazione della donna viene presa sul serio dalla giovane detective che inizia quindi a scavare nel passato. Scopre che la vittima si chiamava Adelaide Burrows e che per il suo omicidio il compagno Errol Mathis sta scontando una pena di 24 anni.
Per far luce sulla situazione contatta il detective responsabile di quelle indagini: Daniel Hegarty. Questo inizialmente è propenso a liquidare il tutto come uno scherzo ma ben presto si rende conto che June non è disposta ad arrendersi. Collaborando con l’avvocata di Errol – senza informare il detective – inizia a ricostruire il caso e le indagini condotte a quel tempo, rendendosi conto sempre di più che c’è qualcosa che non va…
Dualismo – Criminal Record recensione
Tutta la serie è imperniata su un dualismo che si ripete in varie declinazioni, in primis come un’opposizione tra due detective: un uomo con anni di esperienza e un maggiore peso per la sua posizione e una giovane donna nera guidata da caparbietà e senso di giustizia. Ancora temi come la violenza domestica, il razzismo e i pregiudizi, la periferia, la polizia. Il tutto è sapientemente intrecciato e trova un’ottima collocazione nel puzzle più grande della serie. Daniel Hegarty rappresenta il potere della polizia, una declinazione – forse – meno estrema, ma che diverse volte abusa del potere che deriva dalla sua posizione. June Lenker ha un ruolo fondamentale non solo come poliziotto buono, ma anche in quanto donna, nera e con senso d’integrità, opposta appunto ad Hegarty.
Narrativamente parlando June incarna quindi l’eroina che – proprio come tale – deve fronteggiare i suoi nemici, in primis coloro che credeva amici. Una poliziotta che si trova a doversi difendere da chi invece doveva farlo e sola nella sua battaglia verso la verità, con terra bruciata intorno. Il detective e i suoi colleghi rappresentano invece il nemico esterno, i poliziotti che abusano del loro potere e della loro posizione. Il loro comportamento trova terreno fertile nel caso che si trovano a dover risolvere: un uomo nero, abitante della periferia – luogo di gang che osteggiano apertamente il potere delle forze dell’ordine – e con precedenti per furto, che ai loro occhi è già colpevole anche senza un equo processo.
L’importanza di un personaggio – Criminal Record recensione
Altro grande pregio della serie – oltre la sua struttura complessa – è Dan Hegarty. Un personaggio difficile da collocare e soprattutto da comprendere. Comportamenti furtivi, sempre distaccato e granitico. Sul luogo di lavoro emerge la sua competenza e la sua esperienza nel condurre le indagini e gestire casi complessi; scrupoloso e preciso fa il suo lavoro nel modo migliore, ma i suoi silenzi, il suo fare spesso sospettoso restituiscono un’immagine non lusinghiera e soprattutto grigia. Almeno per la prima metà della serie allo spettatore non è data la possibilità di farsi un’idea concreta di chi sia davvero: è solo il poliziotto cattivo? Ha un lato umano con cui è possibile empatizzare? Anche in questo caso i fatti e le prove forniscono l’unica risposta.
La sua costruzione con molte zone oscure è un grande punto di forza veicolato anche dall’ottima performance di Peter Capaldi. Come già detto June invece è il suo opposto, anche lei non priva di zone grigie, ma comunque più limpida del suo collega. Il fatto di essere una donna nera a guidare le indagini ha un grande peso; così come il suo lavoro in polizia, luogo prevalentemente maschile. Una donna la cui condotta – sul filo del rasoio – innesca indagini interne alla polizia stessa, rischiando in prima persona. Una madre che si trova anche a dover istruire il figlio su come comportarsi davanti agli insulti di razzismo e le accuse ne ne possono derivare. La serie restituisce delle immagini che purtroppo non rimangono solo nella cornice dello schermo.
Conclusione – Criminal Record recensione
Al termine di Criminal Record recensione non possiamo ovviamente far altro che raccomandarvi la visione della serie. Oltre tutte queste tematiche moderne che è possibile cogliere nei suoi personaggi e nelle loro azioni, è una serie di ottima qualità che riesce ad intrattenere. Ottime la regia di Jim Loach e anche la fotografia che restituisce una Londra uggiosa, fredda e oscura come la storia per cui si presta a palcoscenico.
Il racconto non si perde nell’intricata rete delle indagini – forse solo la puntata finale può avere qualche inciampo – e riesce a costruire un ritmo narrativo serrato senza alti e bassi, rimanendo sempre costante. Ottima anche l’intesa tra i due attori protagonisti che riescono a mettere in atto uno scontro di idee e principi, entrambi determinati sebben guidati motivi diversi. In attesa della seconda stagione – già annunciata – non perdete la possibilità offerta da un prodotto completo che intrattiene e – oggi più che mai – fa riflettere.
Criminal Record
Voto - 7.5
7.5
Voto
Lati positivi
- Ottima interpretazione di Peter Capaldi
- Sceneggiatura solida
- Tematiche interessanti e attuali
Lati negativi
- I temi trattati potevano essere ulteriormente approfonditi
- Qualche svista nell'episodio finale