Dobbiamo stare vicini: recensione di una commedia che non funziona
La nostra recensione di Dobbiamo stare vicini, il film con Biagio Izzo e Francesco Paolantoni in streaming su Prime Video.
Dobbiamo stare vicini, per la doppia regia di Gianluca Mattei e Mario Sanzullo, si aggiunge al catalogo Prime Video a partire dal 10 gennaio 2024; una commedia fatta di sketch e gag verbali, che non sempre producono il risultato sperato. Con volti noti del panorama italiano, tra cui Francesco Paolantoni, Biagio Izzo e Paolo Conticini, i tre interpreti formano un trio comico abbastanza affiato. Dobbiamo stare vicini presenta un microcosmo interessante, anche se non sviluppato al meglio.
Indice
Trama – Dobbiamo stare vicini recensione
In un palazzo di Napoli, Biagio e Francesco sono vicini di casa e sono l’uno l’opposto dell’altro. In più sono anni che non vanno d’accordo e tra loro non c’è mai tregua. Tra dispetti e diversi modi di vivere, entrambi sono sempre infastiditi dal comportamento dell’altro. Biagio è un imprenditore che ama fare festa in compagnia di giovani donne, tra alcool a volontà e musica a tutto volume; Francesco è ormai in pensione dopo un impiego alle poste, ha perso la moglie e vive insieme alla giovane figlia che lavora in un pub e rientra spesso molto tardi a casa.
L’intero condominio è a conoscenza dei continui battibecchi dei due vicini, senza però curarsene. Almeno fino a quando entrambi, insieme all’amministratore Paolo, uomo affascinante e del quale tutte le donne del palazzo sono invaghite, non scoprono che i loro appartamenti sono collegati da un vano segreto all’interno del quale vi è una cassaforte. Biagio, Francesco, Paolo e, successivamente anche la figlia di Francesco, Monica, cercano un modo per aprire la cassaforte, scoprire cosa contiene, certi che si tratti di un tesoro inestimabile. Tutti i condomini sono interessati a sapere come si risolverà la questione, soprattutto considerando che qualsiasi cosa sia contenuta all’interno della cassaforte, non sarà facile stabilire a chi dei due appartenga realmente.
Location e intreccio vincenti – Dobbiamo stare vicini recensione
La trama alla base di Dobbiamo stare vicini è di per sé simpatica e intrigante. Seppure non si tratti del primo prodotto che si svolge all’interno di un condominio, è sempre una location piena di spunti, che possono essere divertenti quanto tragici. È una realtà molto vicina all’Italia e numerosi Paesi europei e, nel cinema, dà possibilità di costruire una storia corale, presentando con poche specifiche non solo un microcosmo, ma i personaggi più disparati.
È infatti questo che Dobbiamo stare vicini cerca di fare, concentrandosi su Biagio e Francesco, ma non è un tentativo del tutto riuscito. Una comicità spicciola, di stampo teatrale, che sostanzialmente non provoca nessuna ilarità, e si basa su gag verbali che puntano fin troppo alle differenze tra i due personaggi, rendendo l’intero assetto narrativo e tecnico incerto e anche poco credibile.
Le figure, tutte giustamente stravaganti, che abitano il condominio, non sono assolutamente approfondite, vengono mostrate solo nel loro lato più assurdo e macchiettistico, senza però mai entrare nelle case e nella loro vita di tutti i giorni. Si tratta inoltre di personalità legate a tematiche sociali attuali, che avevano tutto il tempo e il diritto di essere sviluppate. Ma fin troppi personaggi rimangono a margine, senza avere così alcuna funzionalità rispetto alla narrazione.
Tutti gli stereotipi e quelle situazioni già viste vengono trattate con poca originalità: scontro tra antico e moderno, tra case e oggetti d’altri tempi e dispositivi tecnologici per abitazioni intelligenti, la burocrazia italiana che spesso scoraggia e allontana, e figure come amministratori e notai che sono sempre annoiati e diversi da tutti i condomini, lontani e disinteressati, mossi solo dal guadagnarci qualcosa. Tra suggestive riprese dall’alto che mostrano la sempre incantevole Napoli, la città partenopea risulta una delle migliori scelte del film.
Un prodotto che non ingrana mai – Dobbiamo stare vicini recensione
I difetti, evidenti già dall’inizio di Dobbiamo stare vicini, sono da ricercarsi nella sceneggiatura, che si divide in piccole storie che non vengono poi concluse e che si avvale di dialoghi che non funzionano e non sono riconducibili né alla commedia né al dramma. Sono spesso botta e risposta fini a loro stessi, che risultano ripetitivi e non portano avanti la storia. Un peccato considerando gli ottimi attori, come Francesco Paolantoni, Biagio Izzo e Paolo Conticini, seguiti da Herbert Ballerina, Mario Porfito, Patrizio Rispo e Valeria Fabrizi.
I più solidi e indovinati risultano i due protagonisti che forse, nella seconda parte, subiscono un arco di trasformazione che li rende un po’ meno scontati e con qualche scatto maggiormente divertente. A parte il finale, un po’ più dinamico e appassionante, anche il ritmo di Dobbiamo stare vicini non coinvolge quanto dovrebbe, lasciando da parte dei presupposti che potevano essere sfruttati meglio.
Dobbiamo stare vicini
Voto - 5
5
Lati positivi
- Una trama simpatica e intrigante
Lati negativi
- Sceneggiatura povera di ritmo e comicità
- Personaggi secondari poco caratterizzati