Dove osano le cicogne: la recensione del film di Fausto Brizzi con Angelo Pintus
Al cinema la nuova commedia di Fausto Brizzi con Angelo Pintus che affronta il tema della gestazione per altri in una chiave comica poco riuscita
La gestazione per altri – la maternità surrogata recentemente diventata reato universale – è il tema al centro del nuovo film di Fausto Brizzi Dove osano le cicogne, con cui il comico Angelo Pintus fa il grande passo dalla tv e il palcoscenico al grande schermo. Un tema attualissimo e davvero scottante, da maneggiare con cura, specie se trattato in chiave comica. Brizzi e Pintus firmano insieme a Herbert Simone Paragnani e Gianluca Belardi soggetto e sceneggiatura del film che arriva in sala a partire dal 1° gennaio con PiperFilm. Se lo spunto di Dove osano le cicogne è coraggioso, il risultato è piuttosto deludente. Sbagliato, verrebbe da dire.
E ancora una volta ci ritroviamo davanti un film che soffre per quelle stesse debolezze che affliggono diverse commedie italiane: superficialità, scarso mordente e sottovalutazione di quel pubblico che si vorrebbe conquistare. Accanto ad Angelo Pintus, protagonista nel ruolo del maestro elementare Angelo, troviamo Marta Zoboli, Beatrice Arnera, Andrea Perroni, Tullio Solenghi, Imma Piro, Maria Amelia Monti e Antonio Catania.
Indice:
- La trama
- Un tema delicato affrontato con troppa superficialità per una commedia che non convince
- Un’occasione sprecata
La trama – Dove osano le cicogne recensione
Angelo (Angelo Pintus) fa il maestro elementare in una scuola privata ed è amato dai suoi alunni per il suo atteggiamento scanzonato e anticonformista. Per le stesse ragioni il preside (Antonio Catania) non lo può vedere e vorrebbe sbarazzarsene. È sposato con Marta (Marta Zoboli) e tra i due fila tutto piuttosto liscio se non fosse per un dettaglio: la cicogna sembra essersi dimenticata di loro. Dopo averle provate tutte, Angelo e Marta chiedono aiuto al loro amico Andrea (Andrea Perroni), un infermiere che consiglia loro di rivolgersi a un luminare di Barcellona per tentare con la maternità surrogata, pratica illegale tanto in Italia quanto in Spagna. Qui stringono un accordo con Luce (Beatrice Arnera): lei porterà avanti la gravidanza per Angelo e Marta e loro, in cambio le offriranno ospitalità in Italia. Ma Luce nasconde un segreto…
Un tema delicato affrontato con troppa superficialità per una commedia che non convince – Dove osano le cicogne recensione
Non c’è nessun argomento (o quasi) che non possa essere messo in scena e indagato, anche in maniera dissacrante, tramite il filtro della commedia. L’importante è avere qualcosa da dire e sapere come farlo. Dove osano le cicogne prende uno spunto interessante e una tematica scottante approcciandosi alla storia con fare superficiale. L’intento è chiaramente quello di far ridere, alleggerire un argomento che tutto è fuor che leggero, ma per una commedia frivola, costruita sulle battute continue e le trovate sopra le righe, forse, sarebbe stato meglio scegliere altro tema. O, quantomeno, approcciarvisi in maniera diversa, affiancando alla legittima scelta del genere comico una riflessione critica, costruendo una storia meno inverosimile e banalizzante e sviluppando personaggi più credibili e realistici.
Invece tutto è costruito attorno alla ricerca della battuta senza soluzione di continuità – il personaggio di Pintus si esprime solo ed esclusivamente a suon di gag -, agli stereotipi che sanno di stantio e a frivolezze continue che mal si adattano alla storia. Ancora una volta, un po’ come accaduto di recente con Io e te dobbiamo parlare di Alessandro Siani, si sottovalutano i gusti del pubblico e si pensa che il tipo di commedia che funzionava trent’anni fa sia ancora proponibile. Se è lecito ridere e voler far ridere punto e basta, non lo è altrettanto decidere di farlo puntando su un tema così importante e delicato svilendolo e banalizzandolo. Il cuore della storia manca completamente e si nota nel team creativo l’assenza di voci femminili che molto probabilmente non avrebbero permesso uno sviluppo simile.
Un’occasione sprecata – Dove osano le cicogne recensione
Gli attori fanno quel che possono con quello che hanno in mano e se il risultato lascia a desiderare non è tanto colpa delle interpretazioni quanto (e ancora una volta) della scrittura. Angelo Pintus è un comico apprezzato e Dove osano le cicogne è né più né meno un palcoscenico sul quale esibire la sua usuale gamma di trovate. Marta Zoboli e Beatrice Arnera ce la mettono tutta ma i loro rispettivi personaggi mancano di spessore e credibilità (e qui tocca ancora sottolineare l’assenza di uno sguardo femminile) e nel complesso l’arco narrativo tra Marta, Angelo e Luce, che avrebbe dovuto essere il centro della storia, manca del tutto di incisività e approfondimento.
Seguendo una tendenza comune nell’odierno panorama comico nostrano, ovvero quella di mescolare i generi, Dove osano le cicogne infila una deriva thriller sul finale che altro non fa se non sfilacciare ulteriormente la trama e dare al film una patina di surreale francamente incredibile. Il film di Fausto Brizzi è più di un’occasione sprecata, è una commedia fuori dal suo tempo e che forse, anche se fosse uscita trent’anni fa avrebbe destato qualche perplessità anche in quella parte di pubblico in cerca solo di una semplice risata. Al cinema dal 1° gennaio, qui il trailer.
Dove osano le cicogne
Voto - 4
4
Lati positivi
- Antonio Catania e Maria Amelia Monti
- La naturalezza di Beatrice Arnera nonostante la scrittura sommaria del suo personaggio
Lati negativi
- Una tematica troppo delicata e difficile trattata con superficialità
- Quella di Fausto Brizzi è una commedia fuori dal suo tempo, una grossa occasione sprecata