Dune: recensione dell’epopea fantascientifica di Denis Villeneuve
Dopo anni di attesa ecco finalmente arrivare al cinema l'epopea fantascientifica firmata da Denis Villeneuve
Considerato per anni un romanzo “infilmabile” e a buona ragione visti i tentativi falliti di maestri come Lynch e Jodorowsky, finalmente il capolavoro di Frank Herbert ritorna al cinema. Dune, di cui vi proponiamo la recensione, diretto da Denis Villeneuve, è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo che ha fatto scuola per quanto riguarda il genere fantascientifico. La Warner Bros ha deciso di rischiare finanziando un progetto difficile e costoso e affidandolo nelle mani di un autore che in passato ha già floppato. Il Blade Runner 2049 del regista canadese ha infatti convinto unanimemente la critica senza trovare il riscontro del pubblico. A quanto pare, però, i capoccia Warner hanno deciso di dare nuovamente fiducia a Villeneuve e dopo una lunga attesa, anche a causa della pandemia, siamo pronti a gustarci questa epopea.
Presentato fuori concorso alla 78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Dune mette insieme un cast stellare a dir poco. Timothee Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Javier Bardem, Dave Bautista, Oscar Isaac, Stellan Skaarsgard; erano anni che non si vedeva un film con tanti nomi altisonanti. C’è da dire, però, che nonostante non sia mai stato pubblicizzato così, il titolo che appare sullo schermo ad inizio film è Dune: Part One. Un segreto di Pulcinella direbbe qualcuno ed in fondo è così. Sapevamo tutti che trasporre l’intero romanzo in un singolo film sarebbe stato impossibile ed il film di David Lynch ce lo dimostra. Nonostante il carattere estremamente introduttivo, la pellicola si presenta come un’esperienza incredibile e maestosa che va necessariamente vissuta all’interno di una sala cinematografica.
Indice
- Trama: l’incerto futuro di un popolo
- Chi va piano va sano e va lontano
- Sacrifici per un bene superiore
- Un’esperienza fisica
Trama: l’incerto futuro di un popolo – Dune, la recensione
In un futuro molto lontano, il duca Leto della casata Atreides è costretto ad accettare un arduo compito. L’imperatore, infatti, gli affida il comando del pianeta Arrakis, il più importante possedimento dell’intera galassia. Arrakis è una landa desertica soprannominata Dune ed è di fondamentale importanza per via della Spezia. Questa sostanza stupefacente non solo allunga la vita e fornisce capacità mentali sovrumane, ma è alla base di tutti i viaggi interstellari. Quello che sembra un dono è in realtà una trappola, un astuto piano per cancellare dall’esistenza la casata più potente e pericolosa. Per anni il dominio del pianeta è stato affidato alla casata degli Harkonnen a cui è stato ordinato di abbandonarlo, con l’unico obbiettivo di effettuare un attacco a sorpresa ai nuovi abitanti.
Leto è ben conscio della trappola in cui sta cadendo e nel tentativo di salvare il suo popolo cerca di stringere un alleanza con i Fremen; i reali abitanti del pianeta Arrakis ed abili esperti nell’utilizzo della Spezia. Nel frattempo, l’erede al trono degli Atreides, Paul è costellato da dubbi sul ruolo di comando che dovrà assumere. Le sue insicurezze aumentano quando, arrivato sul pianeta, viene accolto come il nuovo messia; il salvatore atteso da secoli che avrebbe finalmente liberato i Fremen e riportato la pace. Sua madre Jessica appartiene al culto religioso dei Bene Gesserit e conscia del peso che grava sulle spalle del figlio cerca in ogni modo di proteggerlo. Assediati dall’intera galassia, gli Atreides dovranno attingere a tutte le forze a loro disposizione per evitare l’estinzione dell’intera casata.
Chi va piano va sano e va lontano – Dune, la recensione
C’è un motivo se Dune è stato considerato un romanzo infilmabile. Il capolavoro di Frank Herbert comprende al suo interno religione, filosofia e fantascienza con la f maiuscola. Questo insieme di elementi complessi e articolati deve fare da sfondo ad una storia intergalattica in cui popoli, imperi e casate si scontrano tra loro. Guardando il film, però, non si può che restare stupefatti dinanzi all’immensa bravura di Villeneuve, che è riuscito ad introdurre con estrema chiarezza una trama così complessa. In due ore e mezzo si ha soltanto un assaggio di quella che è la reale storia e qualcuno potrebbe restare deluso dal carattere estremamente introduttivo della pellicola. Dune: Parte Uno potrebbe essere considerato quasi un prologo; eppure è così ricco di informazioni, presentate con una tale chiarezza espositiva, che non ci si può lamentare, neanche dinanzi ad un finale che tronca di netto la vicenda proprio sul più bello.
Tanti dei personaggi presentati sono marginali e molti membri del cast hanno un ruolo quanto più vicino alla definizione di cameo. È evidente l’intenzione di Villenueve di presentare sin da subito i protagonisti, senza però mostrarli tutti insieme. Bautista, Zendaya, Bardem sono solo alcuni dei nomi altisonanti capaci di portare il pubblico in sala; pubblico che con molte probabilità rimarrà male nello scoprire quanto i loro beniamini siano poco influenti all’interno della storia. Il punto è che Dune è soltanto il primo tassello del puzzle e con questa consapevolezza siamo disposti ad accettare un compromesso del genere. È impossibile dare rilievo a così tanti personaggi contemporaneamente e la scelta di Villenueve di procedere gradualmente è sicuramente la migliore.
Sacrifici per un bene superiore – Dune, la recensione
Abbiamo detto in questa recensione come Dune sia un film introduttivo, ma comunque conclusivo e soddisfacente. I personaggi principali, in particolare Leto e Paul Atreides, hanno un arco evolutivo che inizia e si conclude, almeno per, ora con il termine della pellicola. Paul è dubbioso sul proprio futuro e sulle proprie capacità, soprattutto quando le speranze di un intero popolo ricadono sulle sue spalle. Un popolo che vede in lui un Messia, un salvatore; mentre colui che abbiamo di fronte non è nient’altro che un ragazzo costretto ad affrontare le sue più grandi paure. D’altro canto però non tutti i personaggi sono trattati in questo modo e se per alcuni il futuro si prospetta radioso, altri sono abbandonati alla propria sorte. Inutile dire che in questo viaggio di due ore e mezzo non tutti arrivano sani e salvi alla fine.
Con una storia così vasta ed un roster di personaggi così ampio non c’è tempo di soffermarsi sull’approfondimento di ognuno di loro. Cosicché quando alcuni di questi cadono in battaglia si resta con l’amaro in gola, con un’insoddisfatta curiosità e voglia di saperne di più. Nonostante tutto, questi personaggi lasciati a metà, abbandonati a se stessi funzionano incredibilmente. Saranno i dialoghi o la bravura degli attori, ma pur vedendo per pochi minuti ognuno di loro, tutti, dal primo all’ultimo, restano fortemente impressi nella mente dello spettatore. Resta sempre il problema che il tempo a disposizione è troppo poco e ciò non permette di valorizzare adeguatamente il lavoro di ognuno. Purtroppo mettere in scena una trama del genere comporta dei sacrifici e, magari, un’ipotetica versione estesa saprà sopperire alle mancanze di questo film, dettate dalla fretta di raccontare ed introdurre il più possibile.
Un’esperienza fisica
Vlleneuve ha consigliato più volte di vedere Dune al cinema e anche noi in questa recensione ci ritroviamo a rinnovarvi l’offerta. Da un punto di vista visivo il film è a dir poco spettacolare. I pianeti, le astronavi, i vermi delle sabbie e tutto ciò che concerne questo mondo fantastico è realizzato con una cura e minuzia nei dettagli da far spavento. Se si aggiunge l’elegante regia e la soverchiante colonna sonora di Hans Zimmer, la visione diventa quasi un’esperienza fisica. Si è inondati dalla potenza delle immagini viste sul grande schermo, accompagnate da musiche capaci di far vibrare le pareti. C’è da dire che questa volta Zimmer non ha dato proprio il meglio di sè. La soundtrack funge da perfetto accompagnamento alle vicende della storia, conferendo epicità e solennità al tutto, ma non riesce a farsi ricordare.
L’assenza di un tema principale o quantomeno di un leit motiv memorabile si percepisce e ciò risulta inaspettato per un artista del calibro di Hans Zimmer. Complessivamente il comparto tecnico del film fa spavento; i costumi e le scenografie realizzate conferiscono un’identità chiara e precisa, distinguendolo da qualunque altro film di fantascienza. C’era da aspettarselo, Dune è un’opera mastodontica ed il suo problema più grande è quello di durare troppo poco. Intendiamoci, la pellicola dura ben 155 minuti ma al termine della visione la voglia spasmodica di vederne ancora vi consumerà. Non c’è dubbio che questo sarà un film divisivo, tra chi apprezzerà l’immenso lavoro svolto e chi lo considererà come un episodio pilota, incapace di soddisfare le esigenze del pubblico. Comunque la si voglia vedere, è innegabile che Villenueve sia riuscito in un’impresa difficilissima e non ci resta che sperare che questa epopea possa continuare il prima possibile.
Dune
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Comparto tecnico da spavento
- Villenueve riesce ad introdurre una storia così complessa con una chiarezza espositiva disarmante
Lati negativi
- Personaggi poco approfonditi e non valorizzati per via della fretta di raccontare
- Il carattere estremamente introduttivo della pellicola potrebbe lasciare qualcuno insoddisfatto