Eden: recensione del film di Ron Howard con Jude Law e Ana de Armas
Il nuovo film del regista è un thriller ambientato su un’isola con un cast stellare, che include Sydney Sweeney e Vanessa Kirby
Eden è la nuova fatica cinematografica del regista Ron Howard, che ritorna sul grande schermo dopo il biografico Tredici vite. Anche Eden si può dire che è un film biografico, poiché è basato su fatti realmente accaduti: il film infatti racconta di alcuni coloni europei che, alla fine degli anni Venti, decisero di lasciare il continente per andare ad abitare sull’isola di Floreana, nelle Galapagos. Una vicenda singolare che è stata narrata dai sopravvissuti a quell’esperienza a contatto con la natura più selvaggia. Ma cos’è in realtà ad essere più selvaggia tra la natura umana e la natura stessa? Eden è un’opera che si interroga proprio su questo, mettendo in scena una lotta per la sopravvivenza dal sapore quasi darwiniano (non a caso il tutto si svolge su un’isola delle Galapagos, dove Darwin ha elaborato la sua teoria dell’evoluzione).
A sostenere questa importante impalcatura tematica troviamo un cast stellare, talentuoso e ben assortito. Per il suo film Ron Howard è riuscito a mettere insieme Jude Law e Vanessa Kirby in una veste più selvaggia che mai, il Daniel Brühl di Rush e la stella nascente Sydney Sweeney e, infine, la magnetica Ana de Armas, qui in un ruolo da villain spietata e subdola. Il film, dunque, possiede numerosi elementi positivi a suo favore, ma bisogna dire che non tutto scorre liscio e con uno svolgimento pienamente soddisfacente. Tutto sommato gli interrogativi messi in campo sono interessanti e fanno decisamente riflettere, soprattutto paragonando le vicende narrate all’epoca contemporanea. Dopo aver aperto l’ultimo Torino Film Festival, Eden (qui il trailer) è ora al cinema, distribuito da 01 Distribution.

Eden. Imagine Entertainment, AGC Studios
Indice
La trama – Eden recensione
Nel 1929 l’Europa è afflitta dalla crisi economica e dall’ascesa dei movimenti nazionalisti di estrema destra. Sfiduciato ma desideroso di creare una teoria che ponga le basi di una nuova democrazia, il medico e filosofo tedesco Friedrich Ritter (Jude Law) è diventato famoso in Germania per aver abbandonato la Germania (e la civiltà) ed essersi trasferito nell’isola disabitata di Floreana, nelle remote e selvagge Galapagos. Insieme a lui si è trasferita anche Dora Strauch (Vanessa Kirby), sua amante fermamente convinta che lui sia in grado di cambiare il mondo.
La storia di Ritter spinge il veterano di guerra Heinz Wittmer (Daniel Brühl) a fare la stesso: egli sbarca sull’isola di Floreana insieme a suo figlio, malato di tubercolosi, e alla sua seconda moglie Margret (Sydney Sweeney). I Ritter non sono contenti di condividere l’isola con altre persone e tentano di spaventare i nuovi ospiti con i pericoli che sono presenti in quel luogo. I Wittmer tuttavia non sono arrendevoli e riescono a costruirsi la loro nuova vita a contatto con la natura, limitando i contatti con i Ritter. Tutto cambia quando sbarca a Floreana la baronessa Eloise Wehrborn de Wagner-Bosquet (Ana de Armas), decisa a costruire un albergo di lusso. Protetta dai suoi sottoposti e amanti, la donna metterà a punto un gioco subdolo per mettere uno contro l’altro gli altri ospiti del luogo, in modo da impadronirsi dell’intera isola. Sarà l’inizio di una vera e propria lotta per la sopravvivenza.

Eden. Imagine Entertainment, AGC Studios
Tra survival thriller e cinema antropologico
Ron Howard ha da sempre sperimentato generi diversi, dalla commedia alla fantascienza e, in campo thriller, ha diretto ad esempio la trilogia incentrata sul Robert Langdon di Dan Brown. Con Eden rimane nel genere del thriller, ma di stampo survival, con riflessioni filosofico-umaniste. Una novità per il regista che, basandosi sulle testimonianze di Margret Wittmer e Dora Strauch (due versione opposte degli stessi avvenimenti), scrive, insieme a Noah Pink, una sceneggiatura che riflette sulle capacità di adattamento dell’essere umano non solo alla natura più selvaggia, ma anche ad altri esseri umani: una riflessione sulla sopravvivenza del più adatto, ma anche sulla sostanziale incapacità degli uomini di vivere in pace con gli altri. Il contesto delle Galapagos amplifica maggiormente la tematica in ballo e le diverse inquadrature della fauna locale, tra prede e predatori, esplicano in modo molto semplice il nocciolo del discorso.
In questo ibrido tra survival thriller hollywoodiano e cinema europeo di stampo antropologico, Howard mette in parallelo la società degli anni Trenta con quella attuale, sottolineando come le cose oggi non siano così diverse da allora. Tra crisi economica, ascesa dei movimenti di estrema destra e una profonda crisi identitaria, la società di oggi è un pieno riflesso di quella di un tempo e in un simile caos anche coloro che sono i più pacifici ed onesti sono costretti ad azioni poco ortodosse per la sopravvivenza (i Wittmer sono l’esempio lampante). Il microcosmo di Floreana, in cui si muovono i protagonisti, è dunque espressione del mondo intero: la diffidenza, la sopraffazione, la disonestà e l’egoismo che animano i vari personaggi sono elementi tipici dell’indole umana oggi come allora.

Eden. Imagine Entertainment, AGC Studios
Un gioco al massacro con un cast d’eccezione – Eden recensione
Nella sua prima parte, Eden riesce a impostare in modo perfetto le relazioni tra i vari personaggi, a creare la giusta tensione narrativa e a introdurre i temi fondamentali. È nella seconda parte però che qualcosa comincia a scricchiolare, in particolare quando i rapporti all’apparenza pacifici tra i vari abitanti dell’isola esplodono inevitabilmente. Il film inizia a farsi leggermente ripetitivo, concentrandosi unicamente sul gioco al massacro che porterà a svelare i vincitori di questo conflitto darwiniano, mettendo un po’ da parte riflessioni più elaborate e l’interessante parallelo tra passato e presente. Per questa sua particolare struttura, Eden sfugge a una classificazione di genere ben precisa e rappresenta un po’ un unicum all’interno della filmografia di Howard. Questo non significa che il film sia confusionario, anzi dimostra un’originalità quasi rara nella cinematografia attuale. Ciò che poteva essere curato meglio è senz’altro l’equilibrio tra il nucleo tematico e la rappresentazione della “guerra” che si instaura tra i nuclei sociali di Floreana.
Il cast è sicuramente l’elemento degno di nota, un vero e proprio incontro-scontro di star, di talento e di ego dei loro personaggi. Jude Law è incredibile in questa veste selvaggia e spregiudicata. Il suo personaggio ha ambiziosi propositi di pace e cambiamento, che si scontrano però con un animo competitivo, spietato ed egoista, alla fine molto simile a quello della baronessa, la figura sicuramente più respingente. Nell’interpretarla Ana de Armas restituisce tutto il magnetismo che contraddistingue la sua Eloise, ammaliante ma senza scrupoli. Sempre più sorprendente Sydney Sweeney, che nel ruolo di Margret riesce a mostrare sempre di più il suo talento. I più sacrificati e meno incisivi risultano invece Vanessa Kirby e Daniel Brühl, il cui spazio appare limitato per esprimere a pieno le loro doti. Nota di merito, infine, all’ottima colonna sonora dell’insuperabile Hans Zimmer: un tocco di qualità che contribuisce alla costruzione della tensione.
Eden
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Il film è un mix interessante tra survival thriller e cinema antropologico, che riflette su temi importanti e opera un parallelo tra la società di oggi e quella degli anni Trenta
- Il lavoro del cast è di qualità, una vera dimostrazione di talento
Lati negativi
- Nella seconda parte il film sembra concentrarsi troppo sulla "guerra" tra i personaggi, sacrificando temi e riflessioni
- Vanessa Kirby e Daniel Brühl sono un po' sprecati