Elisa e Marcela: recensione del film Netflix
Recensione di Elisa e Marcela: nuovo film Netflix che tratta il tema del primo matrimonio omosessuale della storia in Spagna
Elisa e Marcela recensione. C’è un posto dove, da sempre, si vive meglio che altrove: lontano dai guai. Da sempre gli uomini cercano di sopravvivere tenendosi a distanza da tutto ciò che possa in qualche modo danneggiarli. Quando, però, qualcuno cerca di lottare affinché la propria sofferenza possa migliorare la vita altrui, il mondo migliora. Netflix stavolta ha deciso di portare alla luce una storia vera, poco nota, molto importante. Elisa e Marcela sono due donne omosessuali vissute a cavallo tra i secoli XIX e XX.
Le due protagoniste vivono una relazione estremamente complicata dal contesto storico. La loro storia è fatta di sacrifici, sotterfugi e dolorose separazioni. Con una trovata per niente semplice da realizzare, riescono persino a sposarsi. Ancora una volta uno sguardo al passato serve a comprendere una realtà ancor oggi complessa per chi la vive. Non tutti hanno la fortuna di vivere a debita distanza dal pericolo. Non tutti, una volta in difficoltà, decidono di evitare di soffrire, se possono. Il film non si limita a raccontare una storia. Ci sono molte trovate di regia interessanti. Entriamo nel dettaglio con la recensione di Elisa e Marcela.
Indice:
Elisa e Marcela recensione – Trama
Spagna, anni ’80 dell’800, La Coruña. Una giovane ragazza Marcela Gracia Ibeas inizia un nuovo corso di studi in un collegio femminile gestito da suore. In questa scuola incontra Elisa Sanchez Loriga, più grande di lei, nipote della rettrice. Tra le due nasce subito un rapporto che va oltre la normale amicizia. Il sospetto dei genitori di Marcela riguardo ad Elisa non tarda ad arrivare, seguito dalla decisione di mandare la ragazza in collegio a Madrid. La distanza tra le due viene colmata da un continuo scambio di lettere, in cui, ormai, le due non si nascondono un reciproco amore.
Marcela torna da Madrid dopo qualche anno, e va a trovare Elisa nella scuola dove insegna. Da questo momento tra le due si instaura una vera e propria convivenza, fatta di momenti molto passionali. Nel paese la cosa non passa inosservata, e le due diventano bersaglio di discriminazioni e violenze. Poi la decisione che sconvolgerà le loro vite: faranno finta che Elisa sia partita, poi si rifarà viva, ma in vesti maschili. Elisa, infatti, diventa Mario, che si presenta come suo cugino, mai registrato all’anagrafe. Mario e Marcela si sposano con rito cattolico a La Coruña, ingannando il prete.
L’inganno non dura a lungo, Elisa viene smascherata e le due sono costrette a fuggire. In Portogallo vengono arrestate e portate dal capo della polizia di Oporto. Quest’ultimo non se la sente di mettere in carcere le due ragazze, soprattutto vista la gravidanza di Marcela. Marcela, infatti, si era concessa ad un ragazzo del paese per far credere che aspettasse un bambino con Mario. La figlia di Marcela nasce e viene lasciata in Portogallo, in mani sicure. Le due ora possono scappare e vivere felici in un matrimonio mai annullato.
Analisi in breve
Un bianco e nero che sa molto di Roma, anche se il paragone con Cuaron si limita a questo, e alla lingua di produzione. Siamo di fronte ad un film in corsa alla Berlinale, dove ha ricevuto numerosi plausi. Non è un’opera banale, ma non possiamo certo gridare al capolavoro. Il tema è dei più scottanti, soprattutto grazie alle frasi che chiudono il film, con accusa ai paesi che condannano l’unione omosessuale. La regista è l’esperta spagnola Isabel Coixet, che elabora questa storia vera in maniera molto intima e toccante.
Si sceglie un registro che sa molto di romantico e poco di drammatico, con un paio di scene “spinte”. Si vuole raccontare il bello che c’è in questa relazione, con attenzione alla capacità di affrontare le difficoltà. L’umanità risulta la parte sconfitta in questo confronto, dove, banalmente ma mai inutilmente, trionfa l’amore. Tutto questo astio nei confronti del diverso da ciò che siamo abituati a vedere non ha ragione di esistere, in quest’opera. In un paio di sequenze viene mostrata una ripresa dell’epoca, che si trasforma in una nuova ripresa, più moderna. Questo passaggio non è fine a sé stesso, va oltre l’esercizio di stile.
Ogni cosa in questo film vuole ricordarci che la nostra società, dopo un secolo, non è cambiata. La gente deve fingere di essere altro da ciò che è per essere accettata. La sovrapposizione di piani è sottile, quasi velata, fino alla denuncia finale. Non tutto il film vuole essere emblema di una filosofia, o racconto della discriminazione del diverso. L’opera descrive una storia d’amore, in modo molto rispettoso. Chiunque sia consapevole che questa tematica possa toccare delle corde che urtino la propria sensibilità, fuori da ogni giudizio morale, sappia che la visione non è obbligatoria.
Elisa e Marcela – Aspetti Tecnici
Ciò che salta all’occhio è la scelta di fotografare interamente in bianco e nero la vicenda. Non siamo di fronte al bianco e nero più pulito della storia del cinema, con qualche taglio di luce messo un po’ alla buona qui e là. Come accennato, vista la piattaforma, il confronto con Roma diventa inevitabile, ma è molto impari. La regia non è di quelle che non vogliono farsi vedere, anzi, a volte cerca troppo di sovrastare la scena. Emblematica la sequenza in cui le due ragazze, lontane, leggono ad alta voce le lettere che si scrivono. Inutilmente simile ad una pubblicità.
Il piano sequenza è certamente la tecnica preferita della Coixet, che non ama il montaggio frammentario. Regia discreta in generale, con la buona trovata della sovrapposizione dei piani temporali. Una cosa che però fa molto cinema anni ’70 sono le chiusure in dissolvenza circolare, che dividono il film in capitoli, che non risultano apprezzabili. L’unica scena in cui fanno una figura degna è quella in cui l’inquadratura si restringe sulla carrozza che va verso l’orizzonte, ma dura un po’ troppo. Ci sono delle sequenze veramente interessanti, su tutte quella iniziale in cui giocano nel mare, con inquadratura finale, mozzafiato, su un polpo, che poi vedremo in ben altre vesti.
Il cast è quasi per intero alle prime armi, ma riesce a rendere la vicenda con un buon livello di credibilità. La musica non viene usata in maniera trascendentale, si limita ad accompagnare la narrazione. La scelta di luoghi e costumi è funzionale al raggiungimento del risultato. La sensazione è che si indugi molto su alcune sequenze, sorvolando su altre.
Elisa e Marcela: recensione – Conclusioni
Netflix continua a proporre pellicole di un certo spessore. Sembra siamo lontani da titoli come Io, nonostante il tempo trascorso non sia così tanto. Un prodotto gradevole, con qualche pecca ma, nel complesso, di livello discreto. Non si ha la sensazione di assistere ad un film provocatorio, che vuole far nascere sensi di colpa per la società che abbiamo costruito. Il tema centrale è l’amore tra le ragazze, con annessi e connessi, piacevoli e dolorosi. Una storia di sacrifico e di sofferenza, in un bianco e nero che la pone in un non-luogo declinabile in qualsiasi situazione.
La visione è consigliata, e accessibile a tutti, visto che la versione doppiata è disponibile. Non è un film che fa strappare i capelli per l’emozione, ma certamente la storia è interessante. Quando si parla di una storia vera non sempre il cinema vince sul semplice racconto, in questo caso il mix è corretto, quasi sempre. C’è la storia, raccontata abilmente, e c’è il cinema, abilmente gestito. Le scene inutili però pesano, così come pesano quelle che sarebbero state fondamentali, e non ci sono. Difficile capire il perché di alcune scelte, ma il cinema, come molte altre cose, non si fa con i se e con i ma.
Quello che è certo è che Netflix torna a parlarci di temi scottanti, come aveva fatto con Joy, poco tempo fa. Se la piattaforma produce materiale del genere, che altrimenti non avrebbe mai potuto vedere la luce, allora possiamo accettare anche qualche caduta di stile. Nell’attesa di The Irishman, titolo di punta per Netflix quest’anno, non possiamo disdegnare prodotti come questo Elisa e Marcela.
Elisa e Marcela
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Tema scottante, non polemico
- Evidenziare il positivo della vicenda
Lati negativi
- Inserite scene inutili o banali a discapito di altre importanti
- Alcune scelte di regia sommarie