Élite Storie brevi: Patrick – Recensione degli ultimi tre episodi speciali
Élite conclude le short stories prima dell'arrivo della quinta stagione con un arco dedicato esclusivamente a Patrick e alla sua famiglia
Il 23 dicembre sono usciti su Netflix gli ultimi tre episodi speciali di Élite Storie brevi dedicate interamente al personaggio di Patrick e alla sua famiglia, di cui vi presentiamo la recensione. Questo ultimo arco narrativo va a chiudere la breve parentesi della serie tv spagnola prima dell’arrivo della quinta stagione. Dopo un inizio titubante e la raccolta nel mezzo che si concentra sul mondo del sex work, queste ultime tre puntate cambiano completamente rotta.
I riflettori sono puntati su una famiglia che non ha bisogno di soldi, al contrario dei personaggi precedenti alle prese con spese impreviste o con il volontariato. I problemi che i protagonisti devono affrontare non sono di natura monetaria, ma sono ugualmente pressanti.
Élite conclude l’arco natalizio senza molti guizzi creativi né tanto meno narrativi, confermando le intuizioni iniziali. È una piacevole visione se siete appassionati di lunga data ai personaggi e alla serie nella sua globalità. Ma se speravate in un approfondimento maggiore o ad un’occasione per potersi slegare dalla nomea non lusinghiera che la serie ha coltivato, rimarrete delusi.
Indice
Trama – Élite Storie brevi: Patrick, la recensione
Al contrario delle precedenti short stories, in questi episodi ad essere protagonista è un ragazzo appartenente ad una famiglia ricca. Una differente classe sociale – molto più elevata rispetto a quella di Omar e Samuel – che però non è esente da drammi. Le vicende di una famiglia ricca e bianca sono spesso il centro di molte narrazioni dove i soldi non sono parte del problema. Anzi.
La famiglia di Patrick è a pezzi. La madre, morta in un incidente quando lui era solo un bambino, è un fantasma che occupa le loro menti. Una presenza ingombrante di cui nessuno parla mai, ma le cui ferite non si sono mai rimarginate.
Patrick vive il peso del rimorso. Il medesimo che condivide con sua sorella minore, Mencìa, che ha pensieri suicidi. Anche il loro padre e la seconda sorella, Ari, non sono esenti dal dolore che ancora provano. È la mancanza di comunicazione e di un vero legame che porta Patrick a passare gli ultimi giorni di festa lontano da casa. In una baita di montagna dove poter stare da solo con i suoi libri e i propri pensieri.
Una solitudine che viene presto interrotta da un gruppo di ragazzi che si invitano da lui per un rave. L’allontanarsi dai propri familiari che, non volendo, gli ricordano costantemente la perdita che ha subito non è abbastanza per lui, che rincorre una vera e propria fuga dalla realtà tramite l’assunzione di droghe.
Analisi – Élite Storie brevi: Patrick, la recensione
La fuga di Patrick non è solo fisica. L’allontanarsi dalla propria famiglia, il pretendere di essere lasciato solo in un periodo in cui, solitamente, si passa il tempo con i propri cari non è abbastanza per lui.
L’arrivo del gruppo di ragazzi che travolge i suoi piani è inatteso, ma ben accolto. Perché non basta la solitudine e un libro per poter risolvere il gomitolo di pensieri la cui matrice è più complessa di quel che sembra. Con un escamotage sfruttato già in varie occasioni, l’uso di droghe è un allontanarsi violento dalla realtà in cui non si vuole abitare. Ma, in questo caso, l’assunzione di droghe rassomiglia più ad una “seduta psicoterapeutica”. Più Patrick assume droghe, più la sua mente lo porta a vivere esperienze di cui ha paura.
L’ultimo litigio con la madre è il ricordo più doloroso per lui, che si fustiga al pensiero di essere il responsabile non solo della sua morte, ma anche della salute mentale in discesa di Mencìa.
Anche in questo caso, come abbiamo visto nei precedenti episodi, la regia ha subito un salto di qualità. Soprattutto dopo il rave improvvisato nello chalet di Patrick, durante il quale ciò che circonda il ragazzo viene rapidamente sostituito dai ricordi della sua infanzia.
Un montaggio rapido alterna la preoccupazione degli altri partecipanti al party nel vederlo in balia delle droghe alle sue paure più profonde, in cui un ragazzo diverso lo accompagna volta per volta. L’escalation di tensione che culmina con il terrore di poter perdere anche sua sorella, però, finisce in modo analogo ai finali già proposti in queste puntate natalizie.
Panoramica sulle puntate speciali di Élite
Arrivati alla conclusione di queste tre raccolte si possono tirare le somme su questi episodi speciali usciti su Netflix in prossimità del Natale. Le puntate dedicate a Patrick, sebbene nel loro complesso non sono da giudicare in maniera troppo severa grazie ad una regia con guizzi interessanti, hanno i medesimi difetti riscontrati nelle precedenti recensioni.
Episodi di questo tipo sono espedienti utili agli sceneggiatori per fidelizzare ancor di più un pubblico formato già da fan, ma anche per indagare su personaggi poco approfonditi o su cui ci si vuole soffermare maggiormente.
In entrambi i casi, gli speciali natalizi sono il terreno perfetto per sperimentare e provare qualcosa di nuovo. La produzione di Élite, abbastanza longeva e che conta molti appassionati, non fa quel salto di qualità che ci si poteva aspettare.
Nel complesso queste tre raccolte si basano su storie che si concludono troppo velocemente e che, per questo, non riescono ad essere approfondite come dovrebbero. Gli episodi dedicati a Caye, Phillipe e Felipe sono tra i più classici e, un triangolo amoroso appena accennato, ha le facoltà per essere terminato in fretta.
Non si può dire lo stesso per l’arco narrativo di Samuel – che tratta di sex work – né per quest’ultimo che indugia su traumi infantili e su pensieri suicidi. Non c’è nemmeno una voluta leggerezza nel voler trattare determinate tematiche, ma solo una gran fretta nell’esecuzione.
Questo unito ad una recitazione non sempre azzeccata hanno fatto guadagnare a questi episodi natalizi una sufficienza appena accennata.
Élite Storie brevi: Patrick
Voto - 6
6
Lati positivi
- Cambio di rotta su dei personaggi appartenenti ad un'altra classe sociale
- La regia ha degli imput interessanti
Lati negativi
- Tematiche affrontate in modo eccessivamente frettoloso