Élite Storie brevi: Phillipe Caye Felipe – Recensione dei primi tre episodi speciali
La serie spagnola torna con nuove short stories ambientate nel periodo natalizio
Dopo quattro stagioni e quattro raccolte intitolate Storie brevi ed uscite a giugno, Élite torna con nuovi tre episodi speciali che si concentrano sul trio composto da Phillipe, Caye e Felipe, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Élite è una serie originale Netflix nata sull’onda delle produzioni spagnole diventate famose, almeno sulla piattaforma americana, dopo il successo di La casa di carta.
Esattamente come le short stories approdate su Netflix a metà giugno, le tre raccolte natalizie si concentrano ognuna su personaggi diversi. I primi tre episodi riprendono la storia di Phillipe, Caye e Felipe dove era stata lasciata. La seconda tripletta, che uscirà il 20 dicembre, si concentrerà su due dei molteplici personaggi maschili: Omar e Samuel. Le ultime tre parti, invece, usciranno a ridosso di Natale, il 23 dicembre e avranno come unico protagonista Patrick.
Indice
- Trama
- Lo squilibrio tra il ricco e il povero
- Il ritorno dei cliché sul triangolo amoroso
- Una soap opera spagnola
Trama – Élite Storie brevi: Phillipe Caye Felipe, la recensione
Felipe è un attivista che aiuta i senzatetto facendo volontariato per un’organizzazione che raccoglie vestiti usati da donare. Il suo carattere preciso, ma aggressivo è la prima cosa che colpisce Caye, in fila con una sua amica che vuole donare una busta piena di abiti. Felipe infatti detesta chi dona solamente sotto le festività, portando vestiti usurati o malconci e lo fa capire senza mezzi termini, urlando alle persone in fila. La conoscenza tra i due prende una nuova direzione quando la ragazza si propone di cucire e sistemare gli abiti in quei giorni che c’è più lavoro da fare.
Tra i due l’intesa è elettrica fin dai primi sguardi, soprattutto grazie al carattere di Felipe completamente opposto a quello dell’ex della ragazza, Phillipe. Per una successione di eventi, Phillipe e Caye si incontrano proprio nella stanza dove quest’ultima lavora in quei giorni vicino a Natale. Un intreccio tra i più classici sancisce l’inizio delle special stories di Élite, che punta ad una storia dal romanticismo tipico di una serie con un target adolescenziale.
Lo squilibrio tra il ricco e il povero – Élite Storie brevi: Phillipe Caye Felipe, la recensione
Le precedenti quattro stagioni non hanno mai brillato per la loro messa in scena, ma hanno spaziato in molteplici direzioni parlando di criminalità, disequilibrio sociale e la conseguente disuguaglianza economica, tossicodipendenza, la sessualità, l’HIV e il razzismo.
Nella prima storia breve, tutto questo non è presente. L’unico accenno ad un tema più profondo è lo squilibrio di status sociale fin troppo palese tra i due protagonisti maschili: Phillipe e Felipe. Il primo è un principe, diretto erede al trono di un principato dell’Europa centrale. Il secondo fa volontariato per un’associazione benefica che raccoglie vestiti per i senzatetto.
Tra i due poli opposti si colloca Caye, ex ragazza di Phillipe. L’ultima stagione aveva lasciato i due in una situazione di stallo a causa dei controversi comportamenti del ragazzo. Phillipe ricalca il prototipo più classico dei drama romantici: il ragazzo bello, ricco, corteggiato e viziato.
L’avere tutto lo ha portato ad eccedere fino ad essere accusato di molestie sessuali. Per paura di poter diventare una sua vittima, Caye decide di chiudere i rapporti. Dolorosamente, perché la ragazza ancora pensa a lui, ma sa che stare lontano da un soggetto come Phillipe può solo che essere un bene. Con tutti i difetti che una narrazione fin troppo da soap opera si porta dietro, la scelta di Caye non è solo condivisibile, ma può avere un risvolto educativo. La serie, infatti, punta ad un target di giovani adulti e adolescenti. Nella prima serie di short stories, c’è un’inversione di marcia.
La tossicità di un ragazzo come Phillipe alla quale è impossibile dire di no viene mostrata, ma non denunciata. Phillipe non è cambiato. È un giovane ragazzo viziato che non si è mai sentito rifiutato e che, di conseguenza, non concepisce di non essere incluso.
Il ritorno dei cliché sul triangolo amoroso – Élite Storie brevi: Phillipe Caye Felipe, la recensione
Queste caratteristiche del monarca sono il motore della narrazione che, alla fine, non porta da nessuna parte. Questi primi tre episodi che vanno a comporre la prima raccolta degli episodi speciali di Natale sono stranamente slegati dalla serie principale. I personaggi sono i medesimi, la storia riprende da dove l’avevamo lasciata, ma non aggiunge nulla di nuovo. Questo non voler portare avanti attivamente la trama può essere facilmente un’arma a doppio taglio. Da una parte è comprensibile il non stravolgere le carte in tavola in questi episodi che non sono obbligatori da vedere. Dall’altra questa mancata direzione rende questo breve epilogo piacevole solo se si è fan di lunga data.
Ad essere centrale è il rapporto in bilico tra i due giovani. Caye vorrebbe andare avanti e vede in Felipe una possibilità per dimenticarsi degli avvenimenti che l’hanno travolta. Phillipe non demorde e vorrebbe dimostrarle di essere cambiato. Anche se il suo modo di dimostrare affetto e di essere una persona completamente nuova lo fa ricadere in errori passati. La sua tossicità va a scontarsi con il carattere più estroverso e alla mano di Felipe, suo malgrado il terzo incomodo. Il triangolo amoroso segue una via già percorsa che esplode nel momento in cui i tre si ritrovano faccia a faccia, ognuno con i propri difetti esposti e vulnerabili. Phillipe con la sua presenza ingombrante e indesiderata, un Felipe disilluso e Caye al centro tra due fuochi.
Una soap opera spagnola
I difetti fino ad ora elencati non vanno però a disturbare, nella sua globalità, la visione. Come già detto, questi episodi puntano ad un pubblico già affezionato ai personaggi e che ben sa quali siano la struttura e i vari focus della serie. Anche se, per questi speciali, le tematiche trattate sono più leggere per adattarsi al periodo di feste durante il quale escono, non ci si discosta molto dalle precedenti quattro stagioni. Ad essere il vero punto debole di questi quasi quaranta minuti di visione è la messa in scena. La serie spagnola, già dalla sua uscita, è stata ampiamente criticata per il retrogusto da soap opera. Dalla recitazione, alla regia, alle luci, tutto dà quella sensazione di non particolarmente curato. I campi e i controcampi e i mezzi piani rimarcano un ritmo stanco che non vuole discostarsi da una narrazione semplice. Forse fin troppo.
Il grande magazzino diviso da degli scaffali è il centro nevralgico dell’intera micro storia che manca totalmente di originalità e di impatto. La sensazione di star vedendo una soap opera spagnola girata degli anni Novanta viene accentuata da una storia molto – troppo – semplice e da una recitazione piatta.
Come già accennato, se si intraprende la visione di uno speciale di una serie che non brilla per molteplici motivi, non ci si poteva aspettare molto altro. Ma la serie è stata elogiata per altri aspetti, caratteristiche che qui vengono completamente ignorate a favore di una storia fin troppo semplice. Al contrario di molte altre serie che scelgono la strada del sentimentalismo e di approfondire tratti che non è possibile evidenziare in altri modi, Élite sceglie di non sforzarsi più del dovuto confezionando tre episodi piacevoli da vedere, ma facilmente dimenticabili.
Élite Storie brevi: Phillipe Caye Felipe
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Episodi natalizi tra i più tipici e più apprezzati dai fan di lunga data
Lati negativi
- Recitazione e messa in scena da soap opera
- Mancanza di un qualsiasi approfondimento