Emma: recensione della commedia con Anya Taylor-Joy
Dal romanzo di Jane Austen una brillante commedia con un cast di giovani stelle
Il 2020 cinematografico è stato segnato dall’emergenza sanitaria causata dal COVID-19. Tra le grandi produzioni che hanno visto slittare il loro esordio al botteghino ci sono numerosi titoli che nel nostro paese non sono arrivati in sala, scegliendo una via alternativa. Si vedano, ad esempio, L’uomo invisibile e Bombshell – La voce dello scandalo. Tra i titoli distribuiti in digitale, sulle numerose piattaforme trova spazio un’interessante commedia in costume tratta da un romanzo di Jane Austen del 1815. Il film in questione è Emma, di cui vi proponiamo la nostra recensione in questo articolo. L’opera ha ricevuto un notevole apprezzamento in tutto il mondo ed è certamente tra le proposte migliori che la stagione cinematografica e televisiva ha da offrire, in un periodo così buio. Per quanto sia però un peccato non poterla ammirare in sala.
La commedia, scritta intelligentemente e pregna di un umorismo eccentrico e coinvolgente, è diretta da Autumn de Wilde, fotografa americana all’esordio dietro la macchina da presa. Nel cast figurano i nomi di Anya Taylor-Joy (The VVitch), Josh O’Connor (Posh), Mia Goth (Suspiria) e Bill Nighty (Love Actually). Un’opera a prima vista leggera e di semplice fruizione, che nasconde però quel particolare gusto per l’intreccio narrativo che caratterizza i romanzi dell’autrice britannica. Scopriamo in questa recensione di Emma (reso graficamente “Emma.“) cosa ha reso il film una delle sorprese di questo inizio di 2020 e uno dei migliori prodotti in costume degli ultimi anni.
Indice
Emma, la recensione
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere. (Incipit dell’opera letteraria e del film)
Emma Woodhouse è una giovane e agiata donna dell’Inghilterra georgiana. Orfana della madre, vive ad Highbury con un padre ipocondriaco che cura maniacalmente la sicurezza della salute personale e altrui. Emma è molto amica di Mr. Knightley, fratello del cognato della giovane donna e spesso critico nei suoi confronti. Non intenzionata a sposarsi, prova piacere e gioia nel combinare relazioni. La storia, infatti, si apre proprio con il matrimonio della signorina Taylor, amica e governante dei Woodhouse, che sembra aver trovato marito proprio grazie alla giovane donna. La prossima “vittima” di Emma sarà la sua nuova amica, l’innocente Harriet Smith. La graziosa ragazza vivrà sotto l’ala protettiva dell’amica, ascoltandone i consigli e pendendo dalle sue labbra.
Emma e la signorina Smith, iniziata la loro assidua frequentazione, si imbatteranno in inaspettate situazioni amorose; trovando, durante il loro percorso, una serie di personalità curiose e intriganti che scateneranno una serie di eventi intrecciati tra loro, mettendo a dura prova le protagoniste. Le due, si troveranno a dover fare i conti con l’imprevedibilità dell’uomo e una serie di numerosi equivoci. Emma, da sempre dedita al rigore e all’eleganza, guardando tutti dall’alto verso il basso, intraprenderà la strada verso l’autocritica e la consapevolezza di sé e dei propri sentimenti.
Leggerezza ed ironia
Almeno nella sua prima metà, Emma punta ad intrattenere con una verve dinamica e alquanto teatrale. Proprio questo è uno dei punti di forza del film di Autumn de Wilde. La costruzione dei dialoghi, delle vicende e delle movenze portate all’esasperazione, rendono il film una delizia non solo a livello estetico ma soprattutto dal punto di vista della scrittura. Pur calando drasticamente l’appeal comico nella seconda parte (puntando, però, ad intensificare quello emotivo), l’opera si serve del romanzo di partenza per ricostruire visivamente la serie di vicende e personaggi forse con più spensieratezza e vivacità rispetto all’originale; pur rispettandone i contenuti e le scelte narrative. Ed è interessante notare come i sorrisi riescano ad esser provocati da semplici sguardi, movimenti del corpo ed espressioni enfatizzate. Una messa in scena, curata fin dalla scrittura, espressa attraverso verso una pittoresca esuberanza mai fuori posto.
La forza del film sta proprio nel riuscire a colpirci per la sua leggerezza e spensieratezza. Per la capacità di raccontare una storia di fraintendimenti attraverso un ritmo dinamico e frizzante. Ogni singolo elemento narrativo in Emma funziona e si incastra alla perfezione con l’atmosfera e gli eventi. Complice il soggetto, che ben si presta a questo tipo di scelte, veniamo da subito catapultati in un mix di battute, dialoghi pungenti e goffaggine generale che non scade mai nel nonsense e dona una precisa identità alla storia. Essa, però, oltre la superficie goliardica e divertente, nasconde nel profondo numerosi spunti riflessivi. Dalla presa di autocoscienza, ai legami affettivi fino all’interessante punto di vista femminile; per citarne solo alcuni celati dietro la sfarzosa messa in scena. E la capacità di riuscire a trasmetterli, velatamente, dietro la leggerezza di un insieme ben riuscito rende il film perfettamente equilibrato e piacevole.
Estetica e presenza scenica – Emma, la recensione
L’atmosfera briosa, scandita dal dinamismo della sceneggiatura, viene ben messa in scena da un comparto visivo sempre al servizio del racconto e della spigliatezza che lo caratterizza. L’occhio dello spettatore è costantemente rapito dall’armoniosa fotografia di Christopher Blauvelt, che predilige i colori pastello e sfrutta tutte le possibilità offerte dalla luce e dalla luminosità degli ampi spazi, spesso enfatizzandola per aumentarne l’impatto. La regia e il montaggio, sempre attenti, equilibrati e relazionati al contenuto, trovano interessanti spunti creativi nella prima metà, perdendo il piglio in una seconda parte meno dinamica ma non carente di fluidità. La forza del piacevole clima risiede soprattutto nella splendida colonna sonora di Isobel Waller-Bridge; ogni brano musicale scandisce con leggerezza le singole scene e dona l’enfasi sentimentale che spetta loro. Le scenografie, poi, giocano un fondamentale ruolo per la riuscita complessiva.
In Emma personaggi principali e secondari vivono in prima persona le scenografie, rendendo più credibile e veritiero un insieme di elementi che altrimenti risulterebbero di pura finzione ornamentale. Ma se il film attira e coinvolge, convincendo sempre, è soprattutto merito del giovane cast e dell’ottima prova dei caratteristi, che donano quella comicità sui generis che caratterizza l’opera. Tra i numerosi volti spicca certamente quello della protagonista, interpretata dalla talentuosa Anya Taylor-Joy. La giovane attrice attira su di sé le attenzioni, dando spessore ad una protagonista già di suo al centro della storia. Le espressioni, i movimenti del volto, gli sguardi, ogni singolo movimento dell’attrice riescono ad affascinare, attirare e infondere al suo personaggio una caratterizzazione che da sola riesce a reggere il peso dell’intero film.
Considerazioni finali – Emma, la recensione
A fine di questa recensione di Emma, non possiamo che esprimerci in modo più che positivo. L’opera riesce con un ritmo dinamico, quasi televisivo, a porsi come una delle novità più interessanti quest’anno. La capacità di interagire con gli spazi e con le strutture visive per favorire lo sviluppo narrativo giocano un ruolo fondamentale per la riuscita complessiva. Se è vero che nelle battute finali il film tende verso la sua più naturale conclusione, perdendo in ritmo e verve, e ricongiungendosi all’opera iniziale, le battute e i dialoghi pungenti, veloci e sarcastici rendono l’insieme di pregevole fattura. Gli spunti riflessivi visti dal singolare punto di vista femminile della protagonista avvicinano maggiormente l’opera al romanzo di Jane Austen; sempre rispettato e visto come unico punto di riferimento per il film.
Ed è qui che notiamo come la creatività di Emma, il suo umorismo e il suo equilibrio formale e narrativo riescano a dare nuova linfa vitale all’opera letteraria; opera che sullo schermo non avrebbe molto più da dire rispetto a ciò che è stato scritto. La regia e la fotografia evidenziano come l’eccellente esordio alla regia della de Wilde sia stato segnato dai decenni di esperienza nel campo della fotografia; evidenti nell’ottima costruzione visiva. Un prodotto che funziona nonostante la durata forse eccessiva e un ritmo che si ammorbidisce troppo con il passar dei minuti. La formidabile prova di Anya Taylor-Joy, insieme ad un cast di nomi non di spicco ma di inequivocabile talento, è fondamentale per ricreare l’atmosfera gioiosa e sopra le righe; rendendo Emma una più che piacevole sorpresa inaspettata. Un vero peccato non poter ammirare questa piccola perla di umorismo e gioia visiva in sala.
Emma.
Voto - 7
7
Lati positivi
- Anya Taylor-Joy: la giovane attrice polarizza le attenzioni su di sé grazie al fascino e al brio che dona al suo personaggio
- La scrittura: l’allegria basata sui dialoghi frizzanti e le situazioni imbarazzanti dona spensieratezza, rispettando l’opera originale
Lati negativi
- Il calo della verve: la seconda metà, puntando più sull’intensità emotiva, perde quel pizzico di attrattiva comica che caratterizzava la prima parte