Ennio: recensione del docufilm di Giuseppe Tornatore su Ennio Morricone
Il docufilm di Giuseppe Tornatore sulla vita professionale e privata del grande compositore Ennio Morricone
Ennio Morricone è il protagonista di Ennio, di cui vi proponiamo la nostra recensione, bellissimo film di quasi tre ore che porta il suo nome Dietro la macchina da presa c’è Giuseppe Tornatore: il regista, di origini siciliane, ormai acclamato da decenni, è l’autore dell’indimenticabile Nuovo Cinema Paradiso. Proprio di quel capolavoro del 1988, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero, Morricone curò la colonna sonora, splendida ed emozionante. Il documentario sul compositore si struttura in una serie di interviste non particolarmente lunghe montate con ritmo; le stesse si alternano con i video-ricordi dello stesso Ennio. È originale e funziona bene questo schema, caratterizzato, come immaginabile, dalle celebri musiche del maestro, prima accennate a voce o sul piano dallo stesso. In Ennio, gli intervistati sono alcune personalità del mondo di appartenenza dell’ex trombettista – così è artisticamente nato Morricone – musicale, cinematografico e pure televisivo.
Fra gli illustri intervistati, oltre al regista: Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, John Williams, Hans Zimmer, Barry Levinson, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Quincy Jones, Bruce Springsteen, Vittorio Taviani, Nicola Piovani. Fin da bambino, figlio di un trombettista di Arpino (Frosinone), Ennio, che voleva diventare un medico, fu spinto dal padre a studiare musica. L’arrivo nel mondo dei compositori non fu facile. Era un trombettista di origini umili prima e un artista discriminato poi, per via del suo legame con il cinema, che non era visto di buon occhio dai puristi della musica. Fra essi il suo maestro, Goffredo Petrassi. Eppure, anch’egli, uno dei massimi compositori italiani del Novecento, aveva offerto al cinema neorealista alcune colonne sonore. Una delle sale del Parco della Musica si chiama, non a caso, sala Petrassi. Ennio sarà disponibile in anteprima il 29 e 30 gennaio e poi dal 17 febbraio 2022.
Indice:
L’umiltà del genio – Ennio recensione
Ennio Morricone racconta in Ennio che, a un certo punto, si era reso conto che, mentre cresceva in valore artistico, suo padre ne perdeva un po’. Non potendogli dire che non intendeva chiamare le trombe a far parte della sua orchestra, perché avrebbe significato lasciare a casa solo lui, non prese alcuno dei trombettisti; gli disse che le trombe non servivano. Quando il genitore lasciò questo mondo, Ennio, sollevato dal non correre più il rischio di ferirlo, riprese a integrare l’orchestra con le trombe, cui era affezionato. Tra i suoi strumenti ricordiamo anche i violini, il flauto, persino i barattoli, oltre a suoni quali le cavalcate, gli spari, e così via, in un mix assolutamente innovativo. Il compositore creava, per le sue colonne sonore, più temi che poi univa; oppure metteva in risalto, in armonia con la sceneggiatura, alcuni suoni. Così, spesso, la musica diventava protagonista dei film.
Proprio in una colonna sonora, poi divenuta famosissima, chiamò un suo amico artista dicendogli “vieni a farti una fischiatina”. Il film in questione ebbe il titolo di Per un pugno di dollari. Il fiato di quel fischio apparteneva al polistrumentista Alessandro Alessandroni, mancato il 26 marzo del 2017. Con la regia di Sergio Leone e l’interpretazione di Clint Eastwood, la musica di Morricone garantiva a Per un pugno di dollari un successo secolare. La capacità di Ennio era quella, anch’essa un elemento innovativo, di entrare nella sceneggiatura ed immedesimarsi con la storia. Le sue note sottolineavano e arricchivano e fanno tuttora arrivare allo spettatore le singole scene, le battute, le espressioni degli interpreti. Proprio Per un pugno di dollari (1964) segnò l’esordio del legame artistico-umano fra Sergio Leone, re dei famosi spaghetti western, ed Ennio Morricone.
Analisi – Ennio recensione
Il film è senz’altro lungo, ma il modo con cui si svolge è appassionante; a volte emozionante, sempre interessante. Luciano Salce per primo fece fare a Ennio la colonna sonora del suo film Il federale, del 1961. L’affetto e la stima degli intervistati di Ennio per Morricone sono palpabili; come non condividerli? Molto bello, esemplare, è il rapporto riservato e profondo che il compositore ebbe con la moglie Maria: 70 anni di unione, iniziata nel 1970. Da allora non si sono lasciati: a interrompere la loro storia una caduta accidentale e la morte del musicista nel 2020. A chi avesse chiesto a Ennio il segreto di un tale successo, egli espresse queste parole: “Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà”.
A proposito del rapporto fra i due, Ennio si sarebbe scusato con la moglie per essere stato tanto impegnato con la scrittura della sua musica; per essersi isolato rispetto alla sua famiglia, che intanto cresceva. Per aver lasciato i ben quattro figli, tre maschi e una femmina, alla moglie, ringraziandola per il suo operato. Ciò che davvero commuove è poi la conclusione del necrologio che Morricone scrisse di suo pugno intitolandolo Io, Ennio Morricone, sono morto. “Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio“. La moglie è diventata, a un certo punto della carriera del marito, colei che, prima di chiunque, valutava i pezzi di Morricone. Era, dunque, non solo il suo amore, ma anche la sua musa ispiratrice.
Conclusioni: vale la pena vederlo? – Ennio recensione
Se piace il genere, lo si amerà. Se non piace il genere, si sappia che gli italiani ormai sono maestri dei docufilm. E se tutto ciò non dovesse convincere, andatelo ad ascoltare. Proprio così: chiudete gli occhi e usate le orecchie, questo film già così vi regalerà emozioni. Certe canzoni del passato vi faranno ricordare istanti passati; certe melodie vi riporteranno alle relative scene di film. Fra i cantautori con cui Morricone lavorò: Gianni Morandi, Mina, Gino Paoli, Luigi Tenco, Rita Pavone, Edoardo Vianello e molti altri. Negli anni 60, Morricone collaborò con la casa discografia RCA. Arrangiava canzonette. Il pop italiano visse un momento d’oro. Ennio Morricone cercava sempre “di arricchire una canzone, sia che fosse bella o sia che fosse modesta […]”; cercava di non rifugiarsi “in un lavoro passivo”.
Per Con le pinne fucile ed occhiali di Edoardo Vianello Morricone volle ricreare lo splash di cui alla canzone e ci riuscì. In Sapore di sale aggiunse un paio di suoni in più che ben si distinguono e ne fecero un grandissimo successo. E ci furono Se telefonando (Mina), Abbronzatissima (Vianello), Il mondo (Jimmy Fontana), C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones (Morandi) e così via, tutti trasformati pezzi indimenticabili. Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione di Ennio, aggiungiamo che i film che raccontano le vite dei grandi innovatori di arte e storia o scienza e cultura, e così via, valgono la pena di essere visti sempre. E se il personaggio è Ennio Morricone, forse, ancora di più.
Ennio
Voto - 9
9
Lati positivi
- Il film ci insegna come Morricone ragionasse sui suoi interventi musicali
- La memoria corre rapida e potente a certi brani e a certi film: l’emozione è assicurata
Lati negativi
- Il film è decisamente lungo (può non essere così negativo ma resta il fatto che quasi 3 ore sono tante)
- Potrebbe non piacere a chi non ama il genere cui il film appartiene