Euphoria: recensione della serie HBO con protagonista Zendaya
Un teen drama dalle tinte forti targato HBO con Zendaya
In questa recensione di Euphoria vedremo perché la serie prodotta da HBO, che tanto ha fatto discutere negli Stati Uniti è un prodotto interessante. Nel bene e nel male, coi suoi pregi e i suoi difetti. La serie è andata in onda su Sky Atlantic, in seconda serata, tutti i giorni da giovedì 26 a domenica 29 settembre. Il 26 settembre è inoltre uscita completa sulla piattaforma streaming NowTv. Protagonista nel ruolo dell’adolescente Rue troviamo Zendaya, già vista in Spider-Man: Far from Home e volto noto di Disney Channel.
Scritta e diretta da Sam Levinson e prodotta dal rapper Drake, Euphoria è l’adattamento dell’omonima versione israeliana andata in onda tra il 2012 e il 2013. Siamo di fronte a un teen drama spregiudicato e a tinte forti pensato per un pubblico adulto, che tocca diverse tematiche complesse. C’è il tema della dipendenza, della sessualità, ci sono le dinamiche genitori – figli, la depressione e la malattia mentale. La serie TV HBO è già stata rinnovata per una seconda stagione.
Indice
Trama – Euphoria recensione
Rue (Zendaya) è una diciassettenne con problemi di dipendenza da droghe e farmaci che vive con la madre Leslie (Nika King) e la sorella Gia (Storm Reid). È appena uscita dalla riabilitazione, ma non è riuscita a rimanere “pulita”: continua a fare uso di sostanze e a mentire alla sua famiglia. A complicare il quadro una diagnosi di bipolarismo, episodi ricorrenti di depressione e la morte del padre, avvenuta qualche anno prima. Poco prima dell’inizio della scuola, Rue conosce Jules (Hunter Schafer), una ragazza transgender appena arrivata in città che vive con il padre. Si piacciono subito, si capiscono al volo; Jules ha un’influenza positiva su Rue e in poco tempo le due ragazze diventano inseparabili. Diventa così più facile affrontare le insidie del terzo anno del liceo e i tormenti dell’adolescenza.
Non seguiamo solo le vicende di Rue e Jules. Euphoria si sofferma puntata dopo puntata sulle storie degli altri protagonisti: facciamo così la conoscenza di Nate e di suo padre Cal, di Maddy, di Cassie e di Kat. I loro percorsi e le loro storie si intrecciano con quella di Jules e Rue, la cui voce narrante ci accompagna dall’inizio alla fine della serie. Festa dopo festa, dramma dopo dramma, vediamo l’amicizia tra le due crescere e le protagoniste cambiare, evolversi, avvicinarsi e allontanarsi con gli alti e bassi tipici dell’adolescenza. Parallelamente partecipiamo alle storie degli altri protagonisti, in un’altalena di emozioni che culmina in un finale aperto che getta le basi per la seconda stagione.
Generazione Z
Proseguiamo questa recensione di Euphoria con un’analisi un po’ più approfondita dei personaggi. I protagonisti di questa serie appartengono alla cosiddetta Generazione Z: sono i post Millennials e le storie messe in scena ce ne mostrano uno spaccato. Uno spaccato a tinte forti e senza filtri, nella sua dimensione più problematica. Tutti i personaggi che abbiamo di fronte sono in lotta con qualcosa; che si tratti di droghe, di problemi familiari o di violenza fisica o psicologica, nessuno è in equilibrio, nessuno è in pace con se stesso o col mondo. Rue fatica a liberarsi dalle dipendenze, Jules è alla ricerca costante di affermazione, Nate combatte con una situazione familiare che lo ha reso violento e pericoloso, Kat cerca conferme esibendosi davanti a una webcam.
Le poche figure di adulti che compaiono nella storia sono nel migliore dei casi inutili, nel peggiore dannose e pericolose per i ragazzi che appaiono fragili e soli. Scelta interessante quella di dare pari peso all’approfondimento psicologico di tutti i personaggi. Rue è la figura centrale e a lei viene riservato un po’ più di spazio, ma riusciamo a conoscere tutti i protagonisti di Euphoria. Ciascuno di loro, nella propria storyline, porta avanti una tematica, una problematica specifica. È il modo migliore per perseguire l’intento di tracciare il quadro (certo, non universale) di una generazione.
Osservazioni tecniche – Euphoria recensione
Euphoria è un teen drama che, un po’ come Tredici, spinge a fare i conti con temi complessi e di forte impatto per il pubblico. E lo fa calcando la mano: nella scrittura, nella regia e nella scelte tecniche. Sam Levinson dimostra una certa abilità sia come sceneggiatore che come regista: la serie ha una sceneggiatura con qualche difetto ma per lo più solida che è il punto di partenza per una regia di impatto. La narrazione e la regia hanno una coerenza interna apprezzabile: tutto ciò che vediamo in scena è raccontato in modo crudo e tagliente. Non c’è delicatezza, non c’è “tatto”, tutto scorre sotto i nostri occhi senza filtri.
La telecamera indugia sui particolari, anche sui più intimi, senza nascondere nulla. I personaggi stessi sono scritti molto bene: ci troviamo sì di fronte a delle figure un po’ stereotipate e prevedibili, ma non in modo fastidioso e retorico. Buona, come accennato poco fa, la scelta di riservare uguale importanza alla storia personale di ciascun protagonista: tutte le puntate (ad eccezione del finale di stagione) sono impostate su uno dei personaggi. Il montaggio conferisce ritmo e dinamismo alla narrazione: i numerosi flashback arricchiscono il racconto senza frammentarlo e sono sempre funzionali allo sviluppo della storia. Apprezzabile anche la fotografia, con un predominio assoluto dei toni cromatici del blu e del porpora e un uso della luce come strumento per richiamare lo sguardo dello spettatore sui dettagli di una scena, esaltandoli.
Considerazioni finali
Nel complesso si può dire che Euphoria è una serie ben scritta e ben confezionata, che colpisce nei modi della narrazione e nei toni spregiudicati della messa in scena. Viene da chiedersi se e come nella seconda stagione Sam Levinson riuscirà a mantenere alto l’interesse del pubblico sulle vicende dei protagonisti. La cifra stilistica sembrerebbe quella giusta: Euphoria colpisce e non annoia, anche grazie a un uso sapiente di un certo tipo di umorismo.
Euphoria è dunque un teen drama originale e particolarissimo che si pone l’ambizioso obiettivo di ridefinire certe regole di questo genere narrativo. Di sicuro l’obiettivo è centrato nel modo brutalmente realistico (e senza indorare la pillola) in cui affronta tematiche difficilissime e in un impianto stilistico e tecnico a dir poco unici nel panorama del genere. Una serie tv consigliata per la capacità di analizzare e approfondire i drammi di una generazione nata e cresciuta nel periodo del boom tecnologico.
Euphoria
Voto - 7
7
Lati positivi
- Regia e Fotografia
- Cast ben assortito
Lati negativi
- Qualche difetto nella sceneggiatura
- Personaggi un po' prevedibili