Evil: recensione della prima stagione della serie horror di Paramount+
Evil così si presenta come una piacevole serie d'intrattenimento che incuriosisce più per la parte thriller che per quello che ha da dire.
I coniugi King, dopo The Good Wife e il relativo spin off The Good Fight, sono tornati con Evil, una nuova serie tv horror come poche ce ne sono attualmente nel panorama televisivo. Evil ha un percorso perticolare: ordinato dalla CBS è stato cancellato poco dopo e ha trovato una seconda vita sul servizio streaming Paramount + dove è approdata anche in Italia, ben quattro anni dopo la sua uscita negli USA.
La serie sovrannaturale thriller ha un incipit simile a quello di X Files con due protagonisti agli antipodi, tematiche attuali che si miscelano con gli stilemi del genere horror e la trama orizzontale e verticale che costruiscono insieme una storia sfaccettata.
Indice
Trama – Evil, la recensione
Kristen Bouchard (Katja Herbers) è una psichiatra che collabora con il tribunale fornendo la sua esperienza e opinioni per casi penali. Madre di ben quattro bambine e con un marito che conduce i turisti e gli scalatori lungo l’Everest, Kristen è una donna di scienza, razionale e votata alla giustizia che viene avvicinata da David Acosta (Mike Colter, noto per Luke Cage), un prete in formazione che lavora a stretto contatto con la Chiesa per casi di possessione, per fornire alla squadra un secondo parere su casi soprannaturali per escludere qualsiasi spiegazione logica e scientifica o al contrario adottare vie legali.
Assieme a loro, a fare da collante, c’è Ben (Aasif Mandvi), l’assistente di David ed esperto informatico che, in modo moto simile a come lavora Kristen, aiuta a capire se i casi a cui lavorano sono frutto di poteri mistici o se dietro c’è solamente qualcuno bravo con la tecnologia.
La piega sovrannaturale – Evil, la recensione
Immediatamente la serie prende una piega sovrannaturale, impostandone il ritmo e l’ambientazione tetra. A differenza di altre serie che si basano su due protagonisti agli antipodi, Kristen diventa fin da subito vittima dei fenomeni di cui si occupa.
Fin dalle prime puntate infatti i suoi sonni vengono disturbati da un Incubus, un demone che compare durante delle paralisi notturne e che da principio crede sia solamente la conseguenza dello stress e della nuova esperienza lavorativa fino ad arrivare al vero villain della prima stagione, il mefistofelico dottor Leland Townsend, interpretato da un sempre azzeccato Michael Emerson, che viene definito da Acosta un tramite di figure oscure.
Un duo imperfetto – Evil, la recensione
Anche a livello di tematiche e del modo in cui vengono trattate, Evil non aggiunge nulla di nuovo al discorso. Come già accennato, Kristen e David sono ben lontani dall’essere un duo perfetto, non per colpa dell’interpretazione degli attori che al contrario sono molto convincenti, ma per un problema nella scrittura che accelera di molto la loro dinamica.
Tra i due, almeno sulla carta, sarebbe dovuto esserci dell’attrito iniziale dato dalle loro posizioni differenti sia sulla religione, che sul ruolo della scienza che sul modo di trattare i casi stessi. Questo avviene, ma è molto labile. Kristen non riesce a tenergli testa e il tutto si riduce a una chiara predominanza sovrannaturale che mette da parte la ragione. Molte altre serie hanno fatto la medesima cosa, educando già gli spettatori a storie simili che si trovano di fronte a qualcosa di già visto. La serie non si muove tra religione e scienza, tra casi basati su motivazioni psicologiche che fanno vacillare la fede di David, è solamente Kristen e la sua razionalità a essere messa alla prova.
Conclusione – Evil, la recensione
Evil si basa principalmente sul giocare con lo spettatore con il caso della settimana – non letteralmente con noi spettatori italiani visto che la prima stagione è uscita da noi in un unico blocco – intrecciando mille temi e portando sul piccolo schermo storie di possessioni demoniache trattandole come il cinema ha fatto molto spesso prima di Evil.
Come dicevamo, la serie non porta nulla di nuovo e lo stesso avviene per quanto riguarda la tematica della possessione: sebbene tra Kristen e David spesso i due punti di vista non coincidono, raramente la vittima si scopre avere una malattia mentale o la serie si lascia andare a una critica nei confronti della Chiesa e dei suoi metodi. Evil così si presenta come una piacevole serie d’intrattenimento che incuriosisce più per la parte thriller che per quello che ha da dire.
Evil
Voto - 5.5
5.5
Lati positivi
- La buona fotografia e i riferimenti visivi al cinema horror
- L'interpretazioni degli attori principali
Lati negativi
- La serie ha ben poca sostanza e non riesce ad approfondire le numerose tematiche di cui vorrebbe parlare