Family Romance: recensione del documentario di Werner Herzog
Un docufilm che esplora la deriva tecnologica e affettiva del Giappone moderno
Family Romance recensione del documentario di Werner Herzog. L’ultima opera del regista tedesco, presentata nella sezione Special Screenings al Festival di Cannes 2019, è stata proiettata in anteprima al Biografilm Festival di Bologna. Herzog ha riscosso con la sua nuova creatura un enorme successo di pubblico e critica. Il Biografilm Festival – International Celebration of Lives ha da sempre indagato le nuove tendenze del film e del documentario con un occhio di riguardo per i racconti di vita. Durante questa quindicesima edizione la contemporaneità è sicuramente stata la protagonista assoluta dell’evento. L’organizzazione ha messo a disposizione del pubblico tante attesissime anteprime, incontri e master class, capaci di ritrarre i più grandi protagonisti dell’arte e della cultura di oggi.
Tra gli ospiti invitati a presenziare i molti eventi veri e propri giganti che hanno fatto la storia della settima arte e che continuano a portare il cinema al di là dei suoi confini prestabiliti: Domenico Procacci, Paticio Guzmàn, Asif Kapadia, ma soprattutto Werner Herzog, presente in questi giorni al festival. La sua presenza ha incantato centinaia di spettatori e la sua aura di grandezza continua ad affascinare e a destare ammirazione. Presente alla proiezione del suo film, il regista bavarese si è raccontato davanti alle telecamere illustrando quella che è la sua idea di cinema. Il film realizzato nel 2018, è stato interamente girato in Giappone, per mezzo di un telefono usato come macchina da presa.
Indice
Sinossi – Family Romance recensione
Il documentario mostra la struttura e il funzionamento della Family Romance LLC, una società giapponese che fornisce familiari in affitto a chiunque ne abbia bisogno. Va sottolineato come l’azienda sia reale e non fittizia. La società riesce a provvedere a qualunque necessità del cliente per qualunque occasione, pubblica o privata, con i vari “modelli” di persone richieste. Che si tratti di un padre sobrio per il matrimonio di una ragazza, un impiegato servile che si prende le colpe di un malfunzionamento ferroviario o un paparazzo che celebri la popolarità di un influencer, la Family Romance riesce a trovare sempre un modello appropriato.
A farci da moderno cicerone in questo mondo di apparenze, c’è il direttore della struttura: Yuichi Ishii. Yuichi è un camaleontico uomo d’affari; il suo lavoro si avvicina più alla performance che al management e la sua azienda sembra più un teatro che un ufficio. Il film segue principalmente le vicende di Yuichi intento a ricoprire il ruolo di padre di famiglia e di marito di una donna single che desidera una figura genitoriale per sua figlia, Mahiro. Madre e figlia però si affezionano molto al finto padre e iniziano a provare dei veri sentimenti per lui. Questi sentimenti metteranno la professionalità di Yuichi a dura prova.
Il senso dell’alienazione – Family Romance recensione
Family romance mostra allo spettatore gli effetti negativi della deriva tecnologica e affettiva che stiamo vivendo. Non a caso infatti il film è ambientato in Giappone, uno dei paesi al mondo più lacerato dalle sue contraddizioni interne: estremamente legato alle sue tradizioni e il paese è al contempo ossessionato dal progresso scientifico e da tutte quelle tecnologie che possano migliorare lo stile di vita dei suoi abitanti. Questa contraddizione interna emerge in Family Romance, provocando un cortocircuito nella mente dello spettatore e in quella dei protagonisti che non riescono più a distinguere la realtà dalla finzione.
L’eccessivo bisogno di affetto da parte dei personaggi e la loro incapacità di creare dei legami reali in un mondo votato all’apparenza crea in loro un senso di alienazione. Tutto questo non fa che renderli sempre più tristi, soli e frustrati. Così n loro aiuto arriva l’agenzia che sfrutta la solitudine di queste persone per trarne guadagno, grazie al commercio di falsi familiari. La telecamera di Herzog ci trasporta in questo paese inquietante e ultramoderno fra pesci robotici, oracoli meccanici, pomposi funerali e false streghe. E mentre osserviamo lo splendore del Sol Levante, ci rendiamo conto che in fondo Black Mirror non è una serie così distopica.
Comparto tecnico – Family Romance recensione
Family Romance, teoricamente, rientra nel genere del documentario, ma come accade in ogni film di Werner Herzog, realtà e finzione sono a stretto contatto. La pellicola si contraddistingue per una vena narrativa molto forte che delinea un vero e proprio intreccio di trama. Herzog non si limita a descrivere un fenomeno o una società, ma ci fa entrare all’interno della psiche dei protagonisti. Il regista compie la precisa scelta stilistica di mostrarci le cause e le conseguenze delle loro azioni. Causa, azione, reazione. Non ci sono molte interviste o didascalie: la telecamera bracca le persone come un segugio e non tralascia alcun dettaglio, anche il più paradossale. Come sempre l’obiettivo è quello di ottenere il massimo naturalismo possibile per raggiungere quella verità estatica che è il cuore del suo cinema: un cinema autentico che descrive l’emozione e la vita, che di indagare gli effetti della tecnologia sul nostro tempo.
Questo stile fortemente ibrido fra documentario e fiction non è però privo di difetti. Herzog si sofferma più volte sulla descrizione di episodi o scene che non hanno nulla a che vedere con la trama principale, ovvero il legame fra Yuchii e Mahiro. Dal punto di vista documentaristico queste divagazioni sono necessarie per descrivere la Family Romance e il suo funzionamento, ma dal punto di vista narrativo rallentano molto il ritmo e tendono a stancare lo spettatore. Dal punto di vista registico ci sono molte trovate interessanti: in primis le riprese aeree su Tokyo, suggestive ed estremamente evocative, in secundis il rallenti. Il rallenti è una tecnica che Herzog ha portato al suo apice, basti ricordare la meravigliosa sequenza di omicidio in Woyzech. L’uso del rallenti serve per cristallizzare il tempo e mostrarci quanto le emozioni dei personaggi siano rarefatte.
Conclusione e considerazioni
Family Romance di Werner Herzog è un buon film, sia come documentario che come fiction. Herzog riesce non solo a documentare ma anche ad intrattenere lo spettatore, mettendolo di fronte ad una verità spaventosa che sconvolge e affascina. Il regista tedesco sul suo modo di vedere la settima arte ha più volte dichiarato:
Voglio spingere il cinema al di là dei suoi confini.
Questo film si può dire che soddisfi l’idea di cinema di colui che l’ha ideato. Tuttavia questa mescolanza di stili ha alcuni difetti: il ritmo della narrazione risente molto delle continue digressioni che servono al regista per descrivere il funzionamento della Family Romance.
La trama invece, che fa da filo conduttore all’intera vicenda, riesce ad appassionare e a sconvolgere in un crescendo che culmina nell’agghiacciante finale. Herzog è uno di quei registi che insieme alle sue incredibili opere sopravviverà al tempo, sfidando i limiti dello spettacolo e della realtà. Quindi la domanda è: lo spettatore di oggi è pronto per comprendere questo nuovo linguaggio cinematografico?
Family Romance
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Narrazione accattivante
- Ibridazione di linguaggi
- Stile documentaristico
Lati negativi
- Ritmo lento
- Difficile comprensione