Film stranieri: Goksung-The Wailing di Na Hong-jin
Apriamo questa nuova rubrica sui film stranieri con un recente film diretto dal regista sudcoreano Na Hong-jin. Goksung, tradotto in inglese con The Wailing (Il lamento). È uscito nella sale asiatiche e americane nel 2016 anche se è praticamente sconosciuto in Italia.
È il terzo lungometraggio del talentuoso regista, il quale riesce a mescolare con estrema bravura il thriller con l’horror.
Sarà forse una peculiarità del cinema sudcoreano, ma effettivamente molti film prodotti nel paese asiatico hanno tutti una trama molto sofisticata con temi che spesso sono tabù per i film occidentali.
Goksung – The Wailing, il film straniero sudcoreano di Na Hong-jin
Goksung è un film straniero sudcoreano ambientato nelle verdi montagne del paese asiatico. Il protagonista è il poliziotto Jong-gu, abbastanza maldestro, che malamente riesce a fare il suo lavoro. All’improvviso nel villaggio dove abita incominciano ad accadere fatti strani e inquietanti a cui Jong-gu non sa dare una spiegazione razionale.
Tutto cambia quando le morti e le sparizioni vengono collegate ad un giapponese che abita in solitudine sperduto sulle colline.
Il film ben presto si trasforma da thriller psicologico a film horror adrenalinico, senza però dimenticarsi mai dell’uno o dell’altro genere; la commistione tra i due è quasi perfetta.
I generi
Goksung è un film straniero sudcoreano con una trama molto complessa e piena di colpi di scena. All’interno del film ci sono zombie, sciamani, stregoni e vampiri, tutti topoi di film horror classici, ma Na Hong-jin riesce a giocare con loro trasformando il tutto in qualcosa di estremamente originale.
Nella prima parte del film gli eventi surreali sembrano trovare una spiegazioni nei funghi che Jong-gu trova nei luoghi del delitto, estremamente allucinogeni. Ma poi tutto cambia quando anche sua figlia comincia a comportarsi in modo strano. Ecco che entrano in campo gli stregoni e la parte più horror e esoterica del film si fa strada, surclassando anche il thriller.
La trama
La tipicità dei film sudcoreani è proprio questa: la trama. Purtroppo poco distribuiti e pubblicizzati nel vecchio continente, i film stranieri sudcoreani sbalordiscono lo spettatore con plot twist sorprendenti a cui il cinema hollywoodiano sempre più raramente arriva.
In Goksung, quando un mistero sembra svelato, c’è sempre qualcosa che reinstalla il dubbio nello spettatore. Fino alla fine non si sa chi siano i buoni, quali saranno le reazioni dei protagonisti, chi vivrà o chi morirà.
Il clima dell’intero film sembra essere sospeso nell’aria; l’ansia è l’emozione preponderante che il regista ha voluto trasmettere.
Per renderci conto di come Goksung operi, un ottimo film straniero sudcoreano, basta l’esempio di un cult del paese asiatico, Old Boy di Park Chan-wook.
Sogno o realtà?
Il regista Na Hong-jin vuole anche portarci su un altro terreno: tutto ciò che accade nel film è realtà o finzione? Gli avvenimenti che scorrono nella storia sono dettati dalle allucinazioni o, in fin dei conti, è tutto vero? A questa domanda il cineasta non lascia risposta. Sebbene i funghi allucinogeni sembrino sparire all’inizio del film, ad ogni evento tragico Na Hong-Jin li inquadra brevemente, magari leggermente nascosti, come fosse un messaggio subliminale.
Le cose orribili che accadono nel mondo (o in Sud Corea) sono reali? La colpa è nostra o c’è qualcosa di troppo potente che noi non possiamo in alcun modo controllare? La risposta, anche qui, non c’è. Come dobbiamo interrogarci sul film, forse dovremmo interrogarci anche sul nostro mondo, sembra dire il regista.
Conclusioni
Goklung è un film straniero sudcoreano da non perdere per nessuna ragione. La trama, la sceneggiatura e l’ambientazione non hanno niente da invidiare al cinema americano. I movimenti di macchina sono tutti per i personaggi, la macchina scava nella loro psiche.
La trama lascia con il fiato sospeso fino alla fine. Gli ultimi 5 minuti di film sono i più intensi e più entusiasmanti.