Finché notte non ci separi: la recensione del film con Filippo Scicchitano e Pilar Fogliati!

Ecco la recensione del nuovo film di Riccardo Antonaroli con Filippo Scicchitano e Pilar Fogliati!

Uscita nelle sale italiane il 29 agosto 2024, Finché notte non ci separi è una commedia dalla durata di appena ottanta minuti, che tuttavia racchiude diverse sottotrame molto ben congeniate. Riccardo Antonaroli, alla sua seconda esperienza nella direzione di un lungometraggio, esce dall’ambito del drammatico, genere con il quale aveva esordito grazie a La Svolta, prodotto da Netflix, che nel 2021 aveva ottenuto un discreto successo. In questa commedia, invece, a regnare sono le risate, ma anche qualche giusta riflessione sulla vita, sull’amore, sul senso della nostra esistenza. Qui non si racconta la storia di un criminale e di un eterno fuoricorso, come nell’opera precedente, bensì le avventure di due neo sposini alle prese con una prima notte di nozze davvero particolare.

La pellicola, diretta da Antonaroli, è accompagnata dalle musiche del grande Nicola Piovani, e grazie ad un cast di talento e ad uno scenario meraviglioso offerto da una Roma notturna che mozza il fiato, riesce a racchiudere in poco più di un’ora e venti minuti un insieme di situazioni comiche, ma anche malinconiche, le quali aiutano a riflettere su tanti temi importanti.  I protagonisti sono un brillante Filippo Scicchitano e una Pilar Fogliati in splendida forma, entrambi giovanissimi ma pieni di talento. Ad accompagnarli delle figure di eccezione, come Lucia Ocone, Giorgio Tirabassi e un Francesco Pannofino nel ruolo di un tassista molto caratteristico. Ecco la recensione del nuovo film di Riccardo Antonaroli con Filippo Scicchitano e Pilar Fogliati!

Indice:

Finché notte non ci separi: la trama

Valerio ed Eleonora sono due giovani sposi che si apprestano a passare insieme la loro prima notte di nozze. Ritrovatisi all’interno della suite più in vista di un lussuoso albergo romano, offerta dai genitori di lui, cominciano a scherzare sui riti convenzionali del matrimonio, come il fatto che lo sposo debba portare la sua amata in braccio all’interno della stanza da letto, o che debbano necessariamente compiere un atto di passione. Invece, i due iniziano a scartare i regali e si confrontano sugli eventi accaduti durante la festa nuziale, quando lei si accorge di una strana busta all’interno della giacca di suo marito. Valerio cerca di minimizzare, ma lei decide di andare in fondo alla questione. Qui, all’inizio del film, lo spettatore già capisce dove andrà a parare la vicenda, senza però sapere come possa effettivamente concludersi.

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Rodeo Drive, Life Cinema, Rai Cinema con il contributo del Ministero della cultura

Infatti, se i due giovani sposi apparivano inizialmente come uniti e innamorati, già da subito la situazione tra di loro inizia a sfuggire di mano, rivelando i lati nascosti e meno pregevoli di entrambi. Eleonora, invero, decide di andare in fondo alla questione, per capire se il suo neo-marito sia realmente chi ha detto di essere. All’interno del film diverse sottotrame si intrecciano, come quella dei genitori di Valerio, interpretati da una coppia formidabile formata da Lucia Ocone e Giorgio Tirabassi, oppure la storia di Ester e Michele, i rispettivi ex dei due sposini. Nel rivelamento e nella conclusione di queste piccole storyline, ciò che emerge è una natura umana complessa, che tuttavia può trovare la semplicità soltanto nell’essere sempre sé stessa. La pellicola è adatta alla visione di tutti, perché chiunque può riconoscersi in almeno uno dei personaggi presenti.

Finché notte non ci separi: i personaggi

Il secondo lungometraggio di Riccardo Antonaroli vede nel ruolo di protagonisti due giovani talenti della fucina attoriale nostrana. Valerio, lo sposo, è interpretato da un Filippo Scicchitano molto a suo agio in questo ruolo di marito evasivo, ma soprattutto di ragazzo confuso. Infatti, ciò che più emerge dalla sua brillante interpretazione è il ritratto di una generazione dubbiosa, che non sa davvero ciò che vuole, sia in campo sentimentale che nella vita in generale. Anche la controparte femminile, Eleonora, interpretata da una Pilar Fogliati in vesti da sposa e scarpe sportive, rappresenta un dinamismo che non sa né dove né come sfogare, intrappolato in una società troppo rigida a che non dà spazio alla fantasia e alle ambizioni. Due persone apparentemente molto diverse che si scontrato e si rincontrano, per poi fronteggiarsi nuovamente e riappacificarsi ancora una volta sono al centro del film, il quale, tuttavia, si rende dinamico grazie alle storie dei personaggi secondari.

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Sicuramente, una menzione speciale va a un tassista molto eccentrico, interpretato da un Francesco Pannofino che non sbaglia neanche una battuta. Juventino a Roma, infedele e permaloso, questo autista dà una nota di colore più necessaria che utile, perché spezza la tensione iniziale e permette inoltre allo spettatore di godere di una serie di immagini meravigliose della capitale italiana nelle sue innumerevoli opere d’arte. Ma il tassista non è l’unico personaggio secondario degno di nota. Infatti, anche i genitori di Valerio, interpretati da Lucia Ocone e Giorgio Tirabassi, sono fondamentali per arricchire il film non solo di altre sottotrame, ma soprattutto di esperienze umane. In una delle scene finali, infatti, il padre dello sposo si apre con lui, regalando agli spettatori un pezzo di realtà nuda e cruda, connotata da una nota comica finale. Infine, una splendida Valeria Bilello interpreta Francesca, una scrittrice molto bizzarra.

Finché notte non ci separi: la regia

Considerando che la durata totale del film non supera gli ottanta minuti, non è semplice inserire troppe situazioni e sottotrame e dare ad ognuna di esse lo stesso spazio. Ma Riccardo Antonaroli, alla sua seconda direzione di un lungometraggio, riesce a giostrare bene spazi e tempi, alternando in maniera forse un pochino scolastica, ma molto efficace, i momenti malinconici e quelli più prettamente comici. Infatti, Finché notte non ci separi è una commedia italiana dal sapore nostrano, ma con una nota di originalità per niente scontata. Ciò che maggiormente colpisce, in effetti, non è tanto la storia in sé, ma come essa viene raccontata e spiegata al pubblico. All’interno di una sceneggiatura (scritta dallo stesso regista) che non brilla per la sua singolarità, è il modo in cui essa viene riportata sullo schermo che lascia gli spettatori piacevolmente sorpresi.

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Ciò che maggiormente spicca è la componente umana, nella sua irrazionalità e confusione. Nonostante la componente psicologica sia solo accennata, le brillanti interpretazioni guidano lo spettatore a capire i personaggi ed entrare in empatia con le loro stranezze e particolarità. Per esempio, è chiaro fin da subito che Eleonora non sia realmente gelosa di Valerio, ma che il suo sia un pretesto per mettere in dubbio non solo la sua esistenza, ma anche quella di suo marito. Lo stesso accade anche per i genitori dello sposo, i quali, tra piccoli segreti e manie di controllo, risultano essere personaggi molto familiari agli spettatori e alle spettatrici di tutta Italia. Antonaroli predilige campi medi e lunghi, soprattutto per quello che riguarda gli scorci di Roma e dei suoi meravigliosi monumenti. Tuttavia, fa anche un uso abbastanza dinamico della camera nelle scene esterne, per suscitare un senso di confusione e agitazione nello spettatore, in modo tale che entri in empatia con i protagonisti.

Finché notte non ci separi: conclusioni

In conclusione, il nuovo film di Riccardo Antonaroli con Filippo Scicchitano e Pilar Fogliati è sicuramente di gradevole visione. La storia di due neosposi romani, entrambi molto giovani e pieni di dubbi, viene raccontata al pubblico con dinamicità scenografica e un mix tra malinconia e comicità. Ciò che più di tutto colpisce è l’originalità della messa in scena, che vede una splendida Roma illuminata dalla luna come protagonista assoluta. Tutto, dentro questa commedia, sa di romanesco, a partire dalla scelta del cast, che vede, tra gli altri, Filippo Scicchitano, Francesco Pannofino e Lucia Ocone. L’accento romano fa da protagonista, ma viene citata anche la squadra di calcio omonima di cui Francesco Totti è stato il capitano storico per tantissimi anni.

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Finché notte non ci separi è una commedia molto gradevole, che ha una sua dose di originalità, ma che non è esente da difetti. Infatti, dopo un grande dinamismo iniziale, la pellicola rallenta un pochino, per poi concludersi in maniera forse troppo frettolosa. Ma tempi e spazi sono in linea di massima gestiti in maniera ottimale, e le interpretazioni non sono caricaturali. L’impressione è che il cast, in particolare Lucia Ocone e Giorgio Tirabassi, abbia portato una parte di sé all’interno del film, risultando quindi perfettamente credibile. Il secondo lungometraggio di Riccardo Antonaroli è un buon punto di partenza per un giovane regista che ha da migliorare, ma che sa anche bene come divertire e incuriosire il suo pubblico.

Finché notte non ci separi

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Ottimo cast
  • Durata breve ma giusta

Lati negativi

  • La seconda metà del film è leggermente più lenta
  • Alcuni personaggi hanno poco spazio

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