Five Nights at Freddy’s: la recensione dell’horror di Emma Tammi dall’omonima serie di videogiochi
Emma Tammi adatta per Blumhouse la celebre saga videoludica: Five Nights at Freddy's è al cinema
Una serie principale di videogiochi, una serie spin-off, una trilogia di romanzi più altri due antologici, oggetti da collezione e merchandise di tutti i tipi. È con queste ricche premesse che arriva sul grande schermo, dopo una lunga gestazione, Five Nights at Freddy’s, horror diretto da Emma Tammi che adatta la storia in un lungometraggio. Nel 2015 Warner Bros. annuncia di aver acquisito i diritti cinematografici della serie, col progetto che passa a Blumhouse nel 2017. Il film arriva al cinema negli Stati Uniti lo scorso 27 ottobre con un’apertura record al box office e ottimi risultati spia di un’accoglienza positiva da parte di un pubblico composto da fan della saga videoludica e non solo. Da noi Five Nights at Freddy’s debutta in sala da giovedì 2 novembre dopo le proiezioni in anteprima per la notte di Halloween con un divieto ai minori di 14 anni (negli USA è PG-13).
Scritto dalla stessa Tammi insieme con Seth Cuddeback e il creatore dei videogiochi Scott Cawthon, ha per protagonista Josh Hutcherson nei panni di Mike. Insieme a lui, nel cast, la giovanissima Piper Rubio, Elizabeth Lail (la Beck della prima stagione di You), Matthew Lillard e Mary Stuart Masterson. Quello diretto da Emma Tammi, lo diciamo da subito, è un adattamento abbastanza sorprendente. Per scoprire se la sorpresa in questione sia stata, o meno, positiva non vi resta che proseguire nella lettura della nostra recensione.
Indice:
- La trama
- Un adattamento che prende una direzione autonoma…
- … con una buona dose di fedeltà alle atmosfere e suggestioni del gioco
La trama – Five Nights at Freddy’s recensione
Mike Schmidt ha una vita tutt’altro che rose e fiori. Deve occuparsi da solo della sorellina Abby, col rischio che sua zia Jane gli sottragga la custodia della piccola, ed è appena stato licenziato dal suo lavoro di addetto alla sicurezza di un centro commerciale per aver aggredito un uomo. Sull’orlo della disperazione accetta, per una paga davvero misera, un posto come guardia notturna al famoso Freddy Fazbear’s Pizza, punto di ritrovo celebre per famiglie negli anni Ottanta e che ha chiuso i battenti diversi anni prima.
Mike è tormentato da una serie di incubi legati a un evento traumatico del suo passato: la scomparsa del suo fratellino. Gli incubi diventano ancor più inquietanti e vividi nel contesto abbandonato del Freddy Fazbear’s. Provato dal riaffiorare sempre maggiore dei suoi traumi irrisolti e con la costante preoccupazione di poter perdere la custodia di Abby da un momento all’altro, Mike scoprirà ben presto che il Freddy’s non è solo un luogo caduto in disgrazia. Nella notte, infatti, gli animatronic che erano le star del locale prendono vita come se fossero posseduti…
Un adattamento che prende una direzione autonoma… – Five Nights at Freddy’s recensione
Emma Tammi si prende più di qualche libertà nell’adattare Five Nights at Freddy’s in una narrazione che possa risultare convincente e solida abbastanza per il mezzo cinematografico. Il prologo ci porta dentro una storia dalle premesse non particolarmente originali. Un personaggio come quello di Mike lo abbiamo già visto declinato variamente, ma la regia attenta di Tammi e la buona prova di Josh Hutcherson decretano la sostanziale riuscita di un film e una storia fortemente character-driven. Un elemento abbastanza sorprendente per un film del genere e che potrebbe deludere chi si aspettava una replica esatta e fedele del gioco principale.
Fatta eccezione per alcune oggettive forzature e trovate improbabili sul finale, la storia di Five Nights at Freddy’s si muove con una certa coerenza tra le due “sezioni” narrative che sono il cuore del film. Da una parte abbiamo il Freddy’s col suo drammatico evento che portò alla chiusura, dall’altra Mike con la sua continua ricerca del fratellino scomparso e col suo trauma irrisolto. Il film di Emma Tammi prende quindi una direzione autonoma rispetto al materiale di partenza, con una regia che dà il suo meglio nell’evidenziare per immagini i simboli di un trauma represso e nella creazione di atmosfere inquietanti.
… con una buona dose di fedeltà alle atmosfere e suggestioni del gioco – Five Nights at Freddy’s recensione
Se da un lato questo adattamento prende sì una direzione indipendente dal materiale di partenza, dall’altro non manca una buona dose di fedeltà a quelle che sono le atmosfere, le ambientazioni e le suggestioni del gioco. La scenografia ricrea aderenza gli ambienti del gioco, con un ottimo lavoro di ricerca e ricostruzione dei singoli dettagli. A partire dalle iconiche inquadrature dei monitor di sicurezza del Freddy’s passando per gli oggetti di scena fino ad arrivare agli animatronic. Freddy Fazbear, Bonnie the Rabbit, la volpe Foxy e Chica the Chicken con il suo cupcake sono realizzati alla perfezione, interamente a mano dalla Jim Henson’s Creature Shop che ha curato anche i costumi. Tra peluche e metallo, movenze meccaniche e occhi espressivi che si animano di orrore e rabbia le star del Freddy Fazbear’s sono le star del film.
Nel complesso Five Nights at Freddy’s è un film che funziona come operazione nostalgia, tributo alla saga videoludica e che fa il suo dovere per intrattenere. Complice il PG-13, il film non è macabro e truculento come ci si sarebbe aspettati: il sangue scorre ma non troppo e le (poche) trovate più gore non sono mai in primo piano. Il film di Emma Tammi punta più sul divertimento che sulla paura, ha quel che serve per chi desideri qualche brivido post Halloween ed è un prodotto godibile pur al netto di qualche ingenuità nella sceneggiatura (soprattutto sul fronte dialoghi) e di un finale che, quello sì, potrebbe scontentare non poco i fan più accaniti del videogioco. Al cinema dal 2 novembre (qui il trailer).
Five Nights at Freddy's
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Il film di Emma Tammi prende una direzione autonoma rispetto al materiale di partenza, con una regia che dà il meglio nell'evidenziare per immagini i simboli di un trauma represso e nella creazione di atmosfere inquietanti Gli animatronic sono realizzati alla perfezione
Lati negativi
- Il finale potrebbe scontentare non poco i fan più accaniti del videogioco
- Qualche ingenuità nella sceneggiatura, soprattutto sul fronte dialoghi