Fractured: recensione del film thriller Originale Netflix
Il catalogo Netflix accoglie questo nuovo thriller diretto da Brad Anderson e interpretato da Sam Worthington
Ottobre 2019 è un mese molto ricco di uscite di film originali Netflix. Il colosso dello streaming ha da poco rilasciato Fractured, di cui vi presentiamo la nostra recensione. Il film in questione è un thriller ambientato fra le mura di un ospedale ed è diretto da Brad Anderson (L’uomo senza sonno). Nel cast principale troviamo due volti noti: Sam Worthington (Avatar) e Lily Rabe (American Horror Story). Netflix sembrerebbe aver fatto centro questa volta.
La trama del film si concentra su Roy Monroe, padre di famiglia che, dopo un incidente avvenuto a sua figlia, comincia a vivere una situazione paradossale. Nell’ospedale in cui ha portato la bambina non risulta che lei sia mai stata lì. Insieme alla figlia, anche la moglie di Roy sembra essersi volatilizzata. Una storia decisamente intrigante per questo nuovo prodotto originale Netflix. Le ottime premesse questa volta avranno avuto uno sviluppo convincente? Oppure siamo di fronte all’ennesima delusione sfornata dal gigante dello streaming?
Indice
- Trama
- Un thriller ricco di richiami e citazioni
- Un buon lavoro di attori e regia
- Considerazioni finali
La trama – Fractured recensione
Roy Monroe (Sam Worthington) sta tornando a casa con sua moglie Joanne e sua figlia Peri, dopo il pranzo del Ringraziamento a casa dei suoceri. In auto Joanne (Lily Rabe) gli rivela di non essere più felice con lui, perché è cambiato e non combatte più per nulla. Poco dopo la famiglia si ferma per una breve sosta in un’area di servizio e lì si verifica un assurdo evento. Peri si imbatte in un cane randagio e, spaventata, si ritrova vicina a uno scavo di un cantiere in cui rischia di cadere. Il padre, per risolvere la situazione, lancia una pietra contro l’animale ma la bambina si impaurisce, indietreggia e cade giù, sbattendo forte la testa. Peri sopravvive miracolosamente, questa situazione estrema spinge Roy a cambiare improvvisamente atteggiamento, iniziando a comportarsi come desidera Joanne. Dopo una corsa furiosa in auto, la famiglia giunge in un ospedale.
Qui Roy si scontra con la freddezza e l’indifferenza del sistema sanitario americano: la sua assicurazione infatti in quell’ospedale non copre le spese per la piccola; in più nota una strana insistenza da parte dello staff riguardo inserire il nome della bambina nell’elenco dei donatori di organi. Superate alcune difficoltà, Peri viene finalmente visitata. Il dottore informa i genitori che la figlia potrebbe avere una commozione cerebrale: occorrerebbe fare una TAC per verificare che non ci siano emorragie interne. Inoltre li informa che solo un genitore può assistere alla visita. Joanne accompagna Peri, mentre Roy aspetta in sala d’attesa. Ore dopo, le due ancora non sono tornate. Roy decide di informarsi, ma la figlia non risulta fra i pazienti dell’ospedale, e la sua famiglia sembra non essere stata vista da nessuno. C’è una cospirazione in atto o Roy ha immaginato tutto? Qual è la verità?
Fractured recensione: un thriller ricco di richiami e citazioni
La trama di Fractured è innegabilmente ricca di elementi che abbiamo già visto. Impossibile non notare somiglianze con impostazioni hitchcockiane oppure con Flightplan – Mistero in volo del 2005. Nel film di Robert Schwentke la figlia di Jodie Foster scompariva misteriosamente su un aereo, dopo che le due vi erano salite a bordo. Anche in quel caso nessuno si ricordava della bambina e tutti cercavano di convincere la madre che si fosse imbarcata da sola. In Fractured la misteriosa scomparsa avviene in un ospedale, che sembra nascondere segreti e complotti. L’ambientazione in questione è decisamente efficace, resa misteriosa e inquietante da un buon lavoro tecnico. Non così buono però come quello svolto nel recente La cura dal benessere di Gore Verbinski.
Nonostante ci siano diversi elementi già visti, il film Netflix riesce comunque a intrattenere bene lo spettatore, grazie a capovolgimenti di trama e a una tensione continua. Il clima di paranoia che avvolge il personaggio di Roy è, inoltre, ben palpabile. Fractured, nella sua struttura narrativa, si lancia in un gioco con lo spettatore, confondendolo continuamente e dandogli certezze da smontare subito dopo. Una tecnica molto efficace quanto rischiosa, perché se sfruttata eccessivamente alla lunga stanca. Ed è quello che succede nella seconda parte del film. Visto che le possibili svolte di trama sono solo due, continuare a temporeggiare non aiuta la qualità della narrazione. La scelta finale ricade poi su una svolta che si può definire prevedibile, anche perché già esplorata da altre pellicole simili.
Un buon lavoro di attori e regia
Fortunatamente il film ha dalla sua parte un lavoro ben svolto sia sul fronte interpretativo sia su quello tecnico. Sam Worthington, un attore che non è mai riuscito a brillare in modo significativo, qui si mostra molto capace nel gestire un ruolo introspettivo. Riesce a restituire allo spettatore la paranoia e il disagio psicologico del personaggio di Roy. Lily Rabe, invece, purtroppo non può mostrare il suo talento, molto apprezzato in American Horror Story. Il ruolo di Joanne, come quello degli altri personaggi, è relegato troppo sullo sfondo.
Apprezzabile è anche il lavoro di Brad Anderson. Il regista ha realizzato in precedenza opere che sono diventate piccoli cult: Session 9 e L’uomo senza sonno, con un Christian Bale dimagrito fino all’eccesso. Avendo realizzato altri thriller come The Call e Vanishing on 7th Street, Anderson è esperto del genere ed è in grado di manovrare gli ingranaggi della tensione. Il suo lavoro in Fractured, infatti, è veramente buono. L’occhio registico in moto si dimostra attento ai dettagli; in più si muove tramite diverse soggettive e un perfetto incastro tra inquadrature e tempistiche.
Fractured recensione: conclusioni
Fractured è un buon prodotto originale Netflix, un thriller superiore a tanti altri prodotti dal colosso dello streaming. È un film ben girato, in grado di generare tensione nello spettatore e di essere avvincente per quasi tutta la sua durata. Peccato per una seconda parte narrativa forse troppo tirata per le lunghe. Qui si vuole intenzionalmente continuare a confondere le idee dello spettatore, anche se, come già detto, gli sceneggiatori non avevano molte alternative. L’effetto sorpresa finale c’è ma non è così “wow”, poiché non è stato sfruttato adeguatamente.
Una critica finale che possiamo rivolgere al film è di aver trattato un po’ superficialmente la “stoccata” al sistema sanitario americano. Un maggior approfondimento avrebbe garantito più profondità alla sceneggiatura. Giungendo alla conclusione di questa recensione, possiamo affermare che Fractured rappresenta un lavoro più curato della media dei prodotti Netflix. Quasi un unicum se si nota come spesso proprio nel campo del thriller e dell’horror dimostra di riservare pochissima attenzione alla qualità.
Fractured
Voto - 7
7
Lati positivi
- La trama che riesce a destreggiarsi fra citazioni e prevedibilità con un buon lavoro sulla tensione
- La regia di Brad Anderson
Lati negativi
- La seconda parte del film tirata troppo per le lunghe
- Alcuni personaggi secondari e alcuni temi meritavano maggiori approfondimenti