From 3: recensione della serie horror mystery
La serie creata da John Griffin è un gioiello di scrittura e suspense
From ci aveva lasciati con un colpo di scena che ha ribaltato l’intera narrazione confermando che la lentezza della seconda stagione era data solamente dall’utilità di avere puntate di transizione piuttosto che una mancanza di idee. Prodotta dagli stessi produttori di Lost, la somiglianza tra le due serie è lampante, tanto da far sperare che From non ricada negli stessi errori. Questa nuova stagione, però, convince ancor di più che il paragone sia sbagliato. Sebbene utilizzi una struttura simile tanto che la seconda stagione è finita con il ritorno nel mondo reale così come era accaduto in Lost per creare un momento di spartiacque necessario per proseguire, From ha un’identità propria che rivendica con orgoglio.
Indice
Dove eravamo rimasti – From 3, la recensione
L’ultima puntata della seconda stagione si è chiusa con un cliffhanger che ha ribaltato la narrazione e ha iniziato a fornire delle risposte. Tabitha, dopo aver seguito Victor nei sotterranei ed essersi fidata dell’uomo, ha attraversato l’albero delle bottiglie per ricongiungersi con il bambino vestito di bianco che le aveva promesso di indicarle la via d’uscita. Una promessa che ha intenzione di mantenere: scusandosi perché è l’unico modo, spinge la donna dal faro. Quando si risveglia, Tabitha si ritrova in un ospedale nel Maine, finalmente fuori da Fromville.
Questa terza stagione è tutta basata sul dualismo, sulle fazioni. Così mentre Tabitha è nel Maine (chiara citazione a Stephen King, la vera ispirazione di From) e cerca di capire come sia uscita e cosa è davvero la cittadina da cui è fuggita, il resto degli abitanti si trova a vivere difficoltà a cui non era abituata. Fromville non è il posto più terribile per finire intrappolati, se non si contano i mostri. Il clima peggiora nettamente e arriva l’inverno rigido che distrugge il raccolto lasciandoli, per la prima volta in anni, con il bisogno di razionare il cibo. Oltre alle difficoltà quotidiane, le creature diventano più aggressive, più subdole.
Tante domande, ma anche delle risposte – From 3, la recensione
L’horror viene lasciato da parte per concentrarsi sul mystery, sul dare risposte. Le domande che fino a questo momento lo spettatore si era posto – cosa è successo in quel luogo, perché sono lì, se gli abitanti hanno un ruolo, chi sono le creature notturne – trovano una parziale risposta. From si concentra sulla lore, sul dare delle spiegazioni, ma lasciando lo spazio per indagare ancor più in profondità nei terrori di quella cittadina. Dopo delle puntate di transizione che hanno avuto la funzione di spartiacque, From dà il meglio di sé dichiarandosi come una bandiera per il genere small town mystery.
Questa nuova stagione funziona così bene grazie alla costruzione dei conflitti. Gli abitanti son passati dal tentare di costruire una sorta di quotidianità, dei momenti felici a cui aggrapparsi al provare in tutti i modi di scappare, distruggendo un equilibrio a cui il pubblico si era affezionato. Non si festeggiano più gli anniversari, non si celebrano più matrimoni, le storyline romantiche e familiari sono ridotte al minimo. A prendere il sopravvento sono le entità. Il luogo diventa più ostile, il cibo inizia a scarseggiare, il clima da mite diventa rigido e gli abitanti si ritrovano costretti a vagare in luoghi limitrofi al bosco. Quel che scoprono è che non sono stati gli unici, che qualcuno prima di Victor e delle persone che erano con lui si sono trovati nella stessa situazione.
In conclusione – From 3, la recensione
Come sempre, From si poggia su un comparto tecnico di prim’ordine in cui tutto prende un significato. La fotografia è pulita ed accompagna quel senso di paura che si avverte per tutta la visione, la regia è evocativa e curata, le musiche e il suono aiutano a creare un’atmosfera immersiva. Tutto in From ti chiede di essere presente, di stare attento a quel che stai guardando, di osservare.
La serie creata da John Griffin spinge lo spettatore a farsi delle domande, ad aguzzare lo sguardo, a non limitarsi ad osservare i pezzi del puzzle che si incastrano grazie alla trama, a non aspettare che lui ti dia la soluzione. Ed la cosa migliore di From, ed è il motivo per cui viene davvero paragonata a Lost: il gioco che intavola con il pubblico.
Questa terza stagione, però, non si limita a questo, ma fornisce delle risposte necessarie per rigirare le carte in tavola e per permettere alla serie di continuare ad essere un gioiellino delle serie tv.
From 3
Voto - 8
8
Lati positivi
- Senza cambiare gli elementi principali, From riesce a rinnovare se stessa
- La scrittura, soprattutto quella relativa al mistero da risolvere
- Le ultime puntate lasciano col fiato sospeso
Lati negativi