Full Monty – La serie: recensione del sequel del famoso cult

Un reboot intelligente che non tradisce lo spirito del film

Full Monty – La serie, disponibili tutti e otto gli episodi dal 5 luglio su Disney Plus, è un sequel che riprende non solamente le atmosfere e i protagonisti dell’omonimo film, ma rimette in scena le tematiche in toto adattandole ai tempi moderni.
Gli sceneggiatori Alice Nutter e Simon Beaufoy vogliono raccontare una realtà nell’Inghilterra del nord che è simile a molte altre situazioni in tutto il mondo, una realtà fatta di precariato e condizioni di lavoro pessime con toni che oscillano tra il drammatico e la commedia.

Indice

Venticinque anni dopo – Full Monty – La serie, la recensione

Full Monty, uscito nel 1997 e apprezzato all’unanimità da critica e pubblico tanto da vincere un BAFTA, racconta di un gruppo di operai ed ex dipendenti di acciaierie fallite che tentano di sbarcare il lunario mettendo in scena uno spettacolo di spogliarello. Il film unisce la drammaticità delle tematiche che racconta con un tono frizzante e divertente, oscillando dal drama alla commedia con una fluidità e una narrazione raggiunta poche volte.

Full Monty – La serie.

Full Monty – La serie. FXP, Searchlight Television, New Wave Films, Little Island Productions.

Venticinque anni dopo torniamo a seguire i protagonisti la cui vita è cambiata, ma i problemi sono i medesimi. Gaz (Robert Carlyle) passa dal cercare di non perdere la custodia del figlio a continuare ad essere un adulto irresponsabile e che arriva a fine mese solo tramite lavoretti e prestiti.
Ha una figlia adolescente che sebbene gli somigli caratterialmente hanno un rapporto conflittuale e un nipote disabile che ha necessità di una nuova sedia a rotelle, estremamente costosa. Horse (Paul Barber) ha problemi di salute ed è sommerso dalla burocrazia britannica che più che aiutare crea divisioni e problemi.
Anche gli altri hanno difficoltà economiche simili, ma soprattutto vivono relazioni interpersonali complesse: Jean (Lesley Sharp) e suo marito Dave (Mark Addy) stanno vivendo una crisi a causa di un lutto; Lomper (Steve Huison) è sposato con il proprietario di una bakery, Dennis (Paul Clayton). 

Un’aspra critica a una società che è sempre la stessa – Full Monty – La serie, la recensione

Il film è un’aspra critica sociale ad un sistema capitalista che non funziona, caratterizzato da poche possibilità di lavoro che agevolano solamente persone già privilegiate e costringe tutto il resto della popolazione ad arrangiarsi con lavoretti sporadici, lavori full time sottopagati e agevolazioni fiscali minime. Tutto questo non è cambiato, ma Full Monty – La serie sceglie di cambiare registro e di lasciare sottotono la commedia per privilegiare il dramma umano e sociale. Questo non vuol dire che sia estremamente pesante, gli sketch e i toni comici dei personaggi non sono cambiati, ma vivono una realtà che impedisce alla narrazione di utilizzare l’escamotage dello spogliarello per essere divertente.

Full Monty – La serie.

Full Monty – La serie. FXP, Searchlight Television, New Wave Films, Little Island Productions.

Gli sceneggiatori hanno deciso di puntare su una verità difficile da digerire: in più di vent’anni la situazione non è migliorata, anzi. I decenni passati, i nove primi ministri cambiati e la rivoluzione post-industriale che non hanno apportato nessun significativo cambiamento e le nuove generazioni continuano ad avere i problemi che le vecchie hanno vissuto e continuano a vivere. Tutto questo è messo bene in scena dalla famiglia di Gaz: lui cerca di arrivare a fine mese mentre la figlia sogna di fare la musicista, uno di quei sogni irrealizzabili a meno che non hai un raro colpo di fortuna o una famiglia che ti supporti economicamente. Il nipote poi è costretto su una sedia a rotelle e non è l’unico a subire le difficoltà dell’essere una persona disabile; Horse, gravemente malato, continua a dover lavorare non risultando idoneo agli indennizzi.

Passaggio di testimone – Full Monty – La serie, la recensione

Full Monty rimane una brillante dramedy che utilizza il linguaggio della commedia nera e della satira per parlare di differenze generazionali in modo differente per via del passaggio di testimone generazionale. Sebbene il rapporto tra i più giovani e gli adulti sia acceso e, delle volte, aspro non è questo il punto focale, non è la lotta generazionale ad essere il motore della serie, ma la lotta di classe.

Full Monty – La serie.

Full Monty – La serie. FXP, Searchlight Television, New Wave Films, Little Island Productions.

In Full Monty non ci sono genitori realizzati che dicono che i giovani non hanno voglia di lavorare ,e se ci sono di certo non sono presi come modelli da seguire. Il conflitto non è tra giovani e anziani, non è tra la Generazione Z e i boomer, ma è tra la popolazione e la società, tra i lavoratori e il sistema capitalista.

Conclusioni – Full Monty – La serie, la recensione

La serie prende inevitabilmente le distanze dal film, ma lo fa in modo maturo e intelligente riuscendo a raggiungere gli obiettivi a cui tutti i reboot degli ultimi anni puntano. Full Monty non poteva rimanere lo stesso di vent’anni fa e gli sceneggiatori Nutter e Beaufoy lo sanno molto bene e sono riusciti a riprende personaggi che avevamo lasciato alla fine degli anni 90 senza tradire loro stessi né i motivi che li hanno portati a quel famigerato spogliarello. I motivi, i protagonisti e le atmosfere sono le stesse così come il tema principale che però diventa ancora più pressante, più maturo e più criticato.

È questo il punto critico di Full Monty, quello attorno a cui gira tutta la narrazione e il motivo per cui funziona così bene anche a distanza di anni: purtroppo le condizioni dei lavoratori non sono mutate rendendo più attuali che mai tematiche che venivano raccontate anche decenni fa.

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Voto - 8

8

Lati positivi

  • Lo sviluppo della tematica principale
  • Il rapporto genitoriale che si sposa perfettamente con la critica sociale al sistema
  • Il reboot riprende tutte le caratteristiche del film originale, non tradendone i personaggi né la storia

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